(4 febbraio)
Chloe piegò leggermente la testa di lato, avrebbe dato di tutto per sapere cosa stesse pensando Cassandra in quel momento.
<stai bene?>
Domandò allora, vedendo che lo sguardo di Cass si faceva sempre più assente.<non volevo turbarti >
Lo disse sinceramente, voleva che Cass fosse cosciente dei pericoli che si nascondevano nell'FBI ora che era diventata un bersaglio , ma era ben consapevole che la paura non servisse assolutamente a nulla.
<infatti non l'hai fatto>
mentì Cass rivolgendole uno sguardo complice.<non mi sento molto bene credo che andrò a casa a stendermi un po'>
la ragazza sollevò le spalle, sentiva tutto il peso di quelle poche ore sulla schiena , vedere il cadavere di Chao e al tempo stesso scoprire che l'FBI non aveva una buona pista per scoprire dove si nascondevano, era stato troppo per lei.<si,è una buona idea>
la consolò Chloe, sorridendo un poco.<stai tranquilla farmo tutto il possibile per loro e se avremo notizie ti avviserò io stessa>
Dallo sguardo di Cass trasparì la gratitudine, non era abituata in realtà alle persone che si prendessero cura di lei senza tattarla da bambina e ammise a se stessa che non era affatto male.
Così si separarono, Chloe ritornò indietro, verso la sua squadra e Cass seguì la strada che la portò all'ascensore.
Fortunatamente non la riconobbe nessuno durante il tragitto , avrebbe fatto volentieri a meno di fare nuove conoscienze, specialmente se queste l'avessero chiamata vittima.
Cass era stata una vittima ma ora non si considerava più così, da quando era riuscita a scappare dal castello era diventata una donna libera, con uno scopo, salvare coloro che l'avevano aiutata e distruggere l'associazione.
Ad ogni modo, Cass aspettò che l'ascensore arrivasse al nono piano e poi entrò dentro di esso, le porte si chiusero a suo ordine come di consuetudine e appena la realtà circostante diventò solo metallo scoppiò a piangere contro la parete grigio siderale.
"Come poteva aiutarle, come? "
I dubbi le attanagliavano la mente mentre la testa cominciava a girarle per la tristezza.
Così si sedette a terra, sperando di rimanere chiusa una volta per tutte tra quelle quattro pareti.
Era un desiderio alquanto masochista il suo, voleva punirsi per essere scappata e così aver condannato le ragazze ad altre torture più atroci delle precedenti , rimanendo rinchiusa in uno spazio ancora pù piccolo.
Ma nonostante la sua volontà l'ascensore si fermò di colpo, facendola sobbalzare.
Cassandra scattò in piedi e si asciugò le lacrime con il maglione, pregando che nessuno l'avesse vista.
Fortunatamente l'ambiente era piuttosto affollato e nessuno si accorse neanche della sua presenza.
La mora si tolse i capelli bagnati di sudore e le lacrime dal volto e li incastrò dietro l'orecchio, avanzò tra i presenti, nessuno la fermò finchè non arrivò al metal detector.
Un'agente la osservò in lontananza aggrottando le sopracciglia e arricciando le labbra, ma non le disse una parola, lasciando fare alla macchina il suo lavoro.
Ma Cass non aveva oggetti metallici con se quindi l'allarme non scattò , allora la donna le gettò un'ultima occhiata e andò via di corsa, sicuramente a controllare le registazioni per assicurarsi che Cass non fosse stata coinvolta o artefice di qualche attività illecita.
---L'aria era afosa , molto strano per una giornata di inizio febbraio, gli uccellini cinguettavano mentre una neve candida e sottilissima ricopriva le strade dei quartieri della città.
Cassandra Roy girò su se stessa , ispezionando con lo sguardo la strada da seguire, aveva un'ottima memoria e si ricordava a memoria il percorso per ritornare a casa e lo avrebbe seguito volentieri a piedi se una mano calda e rude non le si fosse posata sulla spalla.
Cass si voltò immediatamente lanciando un urlo che fece voltare tutti i passanti.
<signorina Roy non la volevo spaventare ma è di vitale importanza che ci avvisi qualora si voglia spostare >
la ammonì uno dei due agenti predisposti alla sua guardia, il più giovane, Andy.<m-mi dispiace> sussurrò Cass ancora sconvolta.
<venga, è molto pallida, si sieda in auto>
le disse porgendole una mano dietro la schiena ed indicandole il SUV nero dell'FBI.Cass annuì e si sedette accanto al posto del conducende, avendo notato l'assenza del secondo poliziotto.
<dov'è il suo compagno ? >
Domandò allora, aggrottando le sopracciglia, stupita da quella mancanza.
Il poliziotto le chiuse lo sportello poi si mise seduto e bloccò anche il proprio.
<Per favore non lo dica al capo ma Phil ha avuto un problema urgente con la moglie, sta piuttosto male e sapeva che se avesse chiesto il permesso di lasciare il suo posto non gliel'avrebbero concesso>
si scusò Andy, per la mancanza del collega, non voleva che cass pensasse che Phil fosse una cattiva persona.
In realtà Phil era uno dei suoi migiori amici e uno dei più talentuosi sparatori dell'FBI, nonostante l'età avesse aggravato la sua vista.
<Non importa, in reatà non trovo buono che due persone mi accompagnino dovunque io vada, penso alle vostre famiglie e mi chiedo se non sia più giusto che seguiate loro notte e giorno>
Andy le rivolse un'occhiata amorevole.
<In effetti ho avuto da poco un figlio dalla mia compagna Roxanne, ma sa è il mio lavoro questo>
Cass annuì e la macchina si mise in moto sotto il comando dell'agente.
<come si trova con noi? >
domandò ingenuamente Andy, non aveva idea di cosa fosse successo a Cass ma poteva facilmente capire che una scorta di agenti dell'FBI e non semplici poliziotti non la si dava a chiunque.
<bene, siete tutti molto gentili >
rispose Cass e nel frattempo si ricordò della Hilbert e di Dalia Ferguson, loro non erano state esattamente gentili con lei ma si poteva ritenere fortunata di aver conosciuto persone come Chloe o Kole, o Gabriel.
Lui in realtà la mandava in confusione , era stato un angelo certe volte, altre invece aveva assunto le sembianze di una Mefistofele.
<Ne sono felice >annuì Andy e così la breve discussione terminò.
Dopo una decina di minuti la Safe House diventò visibile e appena Andy accostò l'auto Cass scese , lo salutò velocemente e dopo essersi fatta aprire corse dentro, avrebbe tanto voluto dimenticare quella triste giornata.
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•UNDER MY SKIN•
RomanceFerita e sola, Cassandra riesce a scappare dalla prigione in cui è stata rinchiusa per mesi da un gruppo di trafficanti di persone. La voglia di riscatto è forte ma i ricordi la tormentano, non riesce più a dormire e se la sua felicità interiore di...