41-Siamo tutti umani

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(4 febbraio)

Chloe  piegò leggermente la testa di lato, avrebbe dato di tutto per sapere cosa stesse pensando Cassandra in quel momento.

<stai bene?>
Domandò  allora, vedendo che lo sguardo di Cass si faceva sempre più assente.

<non volevo turbarti >

Lo disse sinceramente, voleva che Cass fosse cosciente dei pericoli che si nascondevano nell'FBI ora che era diventata un bersaglio , ma era ben consapevole che la paura non servisse assolutamente a nulla.

<infatti non l'hai fatto>
mentì Cass rivolgendole uno sguardo complice.

<non mi sento molto bene credo che andrò a casa a stendermi un po'>
la ragazza sollevò le spalle, sentiva tutto il peso di quelle poche ore sulla schiena , vedere il cadavere di Chao e al tempo stesso scoprire che l'FBI non aveva una buona pista per scoprire dove si nascondevano,  era stato troppo per lei.

<si,è una buona idea>
la consolò Chloe, sorridendo un poco.

<stai tranquilla farmo tutto il possibile per loro e se avremo notizie ti avviserò io stessa>

Dallo sguardo di Cass trasparì la gratitudine, non era abituata in realtà alle persone che si prendessero cura di lei senza tattarla da bambina e ammise a se stessa che non era affatto  male.

Così  si separarono, Chloe ritornò indietro, verso la sua squadra  e Cass seguì la strada che la portò all'ascensore.

Fortunatamente non la riconobbe nessuno durante il tragitto , avrebbe fatto volentieri a meno di fare nuove conoscienze,  specialmente se queste l'avessero chiamata vittima.

Cass era stata una vittima ma ora non si considerava più così, da quando era riuscita  a scappare dal castello era diventata una donna libera, con uno scopo, salvare coloro che l'avevano aiutata e distruggere l'associazione.

Ad ogni modo, Cass aspettò che l'ascensore arrivasse al nono piano e poi entrò dentro di esso, le porte si chiusero a suo ordine come  di consuetudine e appena la realtà circostante diventò solo metallo scoppiò a piangere contro la parete grigio siderale.

"Come poteva aiutarle, come? "

I dubbi le attanagliavano la mente mentre la testa cominciava a girarle per la tristezza.

Così  si sedette a terra, sperando di rimanere chiusa una volta per tutte tra quelle quattro pareti.

Era un desiderio alquanto masochista il suo, voleva punirsi per essere scappata e così aver condannato le ragazze ad altre torture più atroci delle precedenti , rimanendo rinchiusa in uno spazio ancora pù piccolo.

Ma nonostante la sua volontà l'ascensore si fermò di colpo, facendola sobbalzare.

Cassandra scattò in piedi e si asciugò le lacrime con il maglione, pregando che nessuno l'avesse vista.

Fortunatamente l'ambiente era piuttosto affollato e nessuno si accorse neanche della sua presenza.

La mora si tolse i capelli bagnati di sudore e le lacrime dal volto e li incastrò dietro l'orecchio, avanzò tra i presenti, nessuno la fermò finchè non arrivò al metal detector.

Un'agente la osservò in lontananza aggrottando le sopracciglia e arricciando le labbra, ma non le disse una parola, lasciando fare alla macchina il suo lavoro.

Ma Cass non aveva oggetti metallici con se quindi l'allarme non scattò , allora la donna le gettò un'ultima occhiata e andò via di corsa, sicuramente a controllare le registazioni per assicurarsi  che  Cass non fosse stata coinvolta o artefice di qualche attività illecita.
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L'aria era afosa , molto strano per una giornata di inizio febbraio, gli uccellini cinguettavano mentre una neve candida e sottilissima ricopriva le strade dei quartieri della città.

Cassandra Roy girò su se stessa , ispezionando con lo sguardo la strada da seguire, aveva un'ottima memoria e si ricordava a memoria il percorso per ritornare a casa e lo avrebbe seguito volentieri a piedi se una mano  calda e rude non le si fosse posata sulla spalla.

Cass si voltò immediatamente lanciando un urlo  che fece voltare tutti i passanti.

<signorina  Roy non la volevo spaventare ma è di vitale importanza che ci avvisi qualora si voglia spostare >
la ammonì uno  dei due agenti  predisposti alla sua guardia, il più giovane, Andy.

<m-mi dispiace> sussurrò Cass ancora sconvolta.

<venga, è molto pallida, si sieda in auto>
le disse porgendole una mano dietro la schiena  ed indicandole il SUV nero dell'FBI.

Cass annuì e si sedette accanto  al posto del conducende, avendo notato l'assenza del secondo poliziotto.

<dov'è il suo compagno ? >

Domandò allora, aggrottando le sopracciglia, stupita da quella mancanza.

Il poliziotto le chiuse lo sportello poi  si mise seduto e bloccò anche il proprio.

<Per favore non lo dica al capo ma Phil ha avuto un problema urgente con la moglie, sta piuttosto male e sapeva che  se avesse chiesto il permesso  di lasciare il suo posto non gliel'avrebbero concesso>

si scusò Andy, per la mancanza del collega, non voleva che cass pensasse che Phil fosse una cattiva persona.

In realtà Phil era uno  dei suoi migiori amici e uno dei più  talentuosi sparatori dell'FBI, nonostante l'età avesse aggravato la sua vista.

<Non importa, in reatà non trovo buono  che due persone mi accompagnino dovunque io vada, penso alle vostre famiglie e mi chiedo se non sia più giusto che seguiate loro notte e giorno>

Andy le rivolse un'occhiata amorevole.

<In effetti ho  avuto da poco un figlio dalla mia compagna Roxanne, ma sa è il mio lavoro questo>

Cass annuì e la macchina si mise in moto sotto il comando dell'agente.

<come si trova con noi? >

domandò ingenuamente Andy, non aveva idea di cosa fosse successo a Cass ma poteva facilmente capire che una scorta di agenti dell'FBI e non semplici poliziotti non la si dava a chiunque.

<bene, siete tutti molto gentili >

rispose Cass e nel frattempo si ricordò della Hilbert e di Dalia Ferguson, loro non erano state esattamente gentili con lei ma si poteva ritenere fortunata di aver conosciuto persone come Chloe o Kole, o Gabriel.

Lui in realtà la mandava in confusione , era stato un angelo certe volte, altre invece aveva assunto le sembianze di una Mefistofele.

<Ne sono felice >annuì Andy e così la breve discussione terminò.

Dopo una decina di minuti la Safe House diventò visibile e appena Andy accostò l'auto Cass scese , lo salutò velocemente e dopo essersi fatta aprire corse dentro, avrebbe tanto voluto dimenticare quella triste giornata.

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