Capitolo 40

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Le vacanze natalizie sono incominciate e ora sono in casa con la mia famiglia, stiamo guardando un film quando qualcuno bussa alla porta, mi alzo io e vado ad aprire, trovandomi davanti Emma, con un sorrisone da orecchio a orecchio.
G: Ciao gioia, che ci fai qui?
Em: Ti devo parlare, puoi venire fuori?
Continua a sorridere, così prendo la giacca ed esco di casa, seguendola fino in strada.
G: Allora, dimmi tutto.
Em: Ho fatto la prima ecografia, la dottoressa ha detto che il bambino sta crescendo benissimo e che verso i primi di gennaio possiamo sapere anche il sesso, sono così emozionata!!!
Si accarezza la pancia amorevolmente e io la abbraccio tanto felice per lei.
G: Ma è stupendo gioia!
Lei mi stacca e mi guarda negli occhi.
Em: Ti devo dire un'altra cosa...
G: Dimmi.
I nostri sorrisi non si spengono più.
Em: Ho incontrato Edo, non sta affatto bene...
G: Non è un problema mio.
Em: Giulia, ragiona, lui sta male per te.
G: Credi che non lo sappia? Ma ora con lui è finita, sono fidanzata con un ragazzo che mi ama.
Emma rimane a bocca aperta.
Em: Ha detto che ti ama?
G: Si...
Dico abbassando lo sguardo e la voce, smettendo di sorridere.
Em: Tu non lo ami, vero?
G: Si. No. Non lo so...
Em: Cosa gli hai risposto?
G: Ho detto "anch'io"...
Em: Solo "anch'io"? Beh, meglio di "ti amo anch'io" visto che non lo ami.
G: Non lo so se lo amo, Emma, può darsi che si, con lui sto bene.
Em: Te la dico io la verità: tu non ami Andrea, tu ami Edoardo, e quando la storia di Jessica sarà finita, perché finirà, tu dovrai seguire il tuo cuore, dovrai fare la cosa giusta.
Resto in silenzio per assimilare le parole di Emma, per capire quanto sono vere.
G: Cosa dovrei fare, allora?
Em: Devi seguire il tuo cuore, gioia.
La abbraccio forte, capendo quanto è saggia la mia amica. Mi stacco e la guardo.
G: Allora, deciso il nome del nuovo bambino?
Em: Certo, allora, se è un maschio, come ti avevo detto, si chiamerà Alessandro, se è femmina abbiamo deciso, rullo di tamburi... Giulia!
Mi metto a ridere, contagiando poi anche la mia migliore amica.
G: Volete chiamare il bambino Giulia?
Em: Solo se è femmina.
G: Ma è stupendo!
Le salto addosso abbracciandola, poi la invito in casa per cena, ma lei rifiuta e dopo avermi salutato va verso casa, così io rientro e continuo a vedere il film con i miei genitori.
EDOARDO POVS
La settimana scorsa ero andato a casa di Giulia, volevo dirle tutto, dirle che l'amavo, che non c'è la faccio senza di lei, sono arrivato e mi sono bloccato, ho visto lei è il suo fidanzato sul divano, stavano ridendo, erano felici, poi ho sentito una cosa che mi ha spezzato il cuore.
A: Ti amo.
G: Anch'io.
Si erano detti "ti amo", la ragione per cui ero andato là, ma lui mi aveva anticipato, come ho fatto ad essere così stupido, dovevo dirglielo prima, ma non l'ho fatto.
Ora sto camminando per il parco, Jessica non si fa vedere da parecchio, e io mi sento in una specie di bolla, non posso fare niente, mi sento impotente. Ho la testa fra le nuvole e gironzolo per il parco, quando la vedo, seduta solitaria su una panchina, lo sguardo perso nel vuoto e il cellulare tra le mani, è nervosa, si vede. Mi avvicino a lei, ma non mi nota, continua a guardare lontano, mi siedo accanto a lei, continuando a guardarla, ma lei ha lo sguardo fisso, non si muove.
E: Buongiorno Giulia.
Si gira di scatto verso di me, è solo ora mi accorgo che ha gli occhi lucidi. Non parla.
E: Piccola, che succede?
Scuote la testa e le lacrime le rigano le guance.
E: Calmati, va tutto bene.
Le prendo il viso tra le mani e le asciugo le lacrime. Si getta tra le mie braccia, continuando a singhiozzare. Le accarezzo dolcemente la schiena, alcuni fiocchi di neve si riversano su di noi, coprendo il cappellino viola di Giulia e i miei capelli.
E: Cosa ci fai qui, fa un freddo cane.
Lei si stacca e smettendo di piangere fa un risolino.
G: Potrei farti la stessa domanda, sai?
Si asciuga le lacrime e tira su col naso, poi prende un fazzoletto.
E: Beh, io non sapevo cos'altro fare.
G: Beh, io dovevo pensare.
Smette di guardarmi e mando lo sguardo lontano, come prima.
E: Su che cosa?
G: Su chi amo veramente.
Sono sorpreso da quelle parole, avevo capito che amava Andrea.
E: E ti sei data una risposta?
G: No, non ancora, è difficile.
Continua a non guardarmi, ma vedo che ha ancora le lacrime agli occhi.
E: Non dovresti amare il tuo ragazzo?
Lei ridacchia.
G: Fidati, non è così semplice.
E: Ma lui ti ama.
G: Si.
E: E tu lo ami?
G: Credi che starei qui come una scema se lo sapessi?
E: Allora qual è il problema? Hai solo lui.
Scuote la testa e ride, una risata amara.
G: Non capisci. Sei tu il problema, Edoardo, sei tu.
Le faccio girare la testa verso di me, guardandola negli occhi ormai rossi.
E: Stai dicendo che mi ami?
G: No.
E: Allora cosa stai dicendo?
G: Non lo so, non so cosa sto dicendo.
Si alza e fa per andarsene, ma sono più veloce e le prendo la mano, facendola voltare di nuovo verso di me.
E così, sotto la neve che scende lenta confesso tutti i miei sentimenti.
E: Caspita Giulia, aspetta, io ti amo, ti amo come non ho mai amato nessuno, ti amo più della mia vita, non so stare senza di te, ti voglio accanto ogni giorno che mi resta, e non sarà quella deficente di Jessica a rovinarci, ti prego dimmi che non ami Andrea, dimmi che ami me, perché lo sai che è così.

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