Capitolo 38

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È passata una settimana dallo scontro con Jessica e lei non si è fatta più vedere, ne ho parlato con Emma, lei dice di stare tranquilla e che se si fa viva di nuovo devo avvertire la polizia; la relazione con Andrea va benissimo, non siamo andati oltre qualche bacio; non vedo Edoardo da tutta la settimana, tranne qualche volta che lo beccavo a guardarmi, non ci parliamo più e questo mi dispiace davvero tantissimo, pensavo veramente fosse un bravo ragazzo.
Le lezioni sono finite ed esco da scuola, mi dirigo verso casa mentre mi infilo le cuffiette, penso a tutto quello che è successo, a Jessica che si è intromessa nella mia vita, a Edoardo che mi ha mentito, ad Andrea che è diventato il mio ragazzo, dolce e premuroso. Che casino.
Sento una mano calda e famigliare prendermi il polso, so chi è, non mi giro, non voglio girarmi e guardarlo.
EDOARDO POVS
È una settimana se non di più che non sento la voce di Giulia, che non la guardo negli occhi, che non l'accarezzo e, soprattutto, che non la bacio.
Finita la scuola mi assicuro che Jessica non mi stia seguendo. Nonostante sia già passato del tempo la polizia non riesce a trovarla. Comunque, una volta sicuro di non essere seguito cerco Giulia con lo sguardo, devo spiegarle tutto, devo dirle di stare attenta. La trovo e le corro dietro, si è appena messa le cuffie, se le parlo non mi sentirà. Le afferro il polso e lei si ferma, senza girarsi. Si vede che è arrabbiata con me. Le tolgo una cuffietta, poi parlo.
E: Devo parlarti.
Strattona il braccio e si libera, si gira e mi guarda.
G: Non c'è niente da dire.
E: E invece si! Jessica è pericolosa, devi stare attenta!
G: Credi che non lo sappia?! È venuta da me due volte con una dannata pistola! Mi ha minacciato! Dovresti dire alla tua ragazza di stare calma e che io con te non ci avrò mai più niente a che fare!
Mi viene un colpo al cuore, non voglio che mi lasci per sempre!
Si gira e inizia a camminare verso casa sua, ma io la inseguo e mi metto davanti a lei, bloccandola.
E: Non è la mia ragazza.
Lei fa una risata amara.
G: Ah no? Sicuro? Allora che diritto ha di minacciarmi? E dimmi anche perché io dovrei crederti, non ne vedo le ragioni!
Mi aggira e continua a camminare ma io la fermo di nuovo.
E: Ti prego Giulia, perdonami, ti posso spiegare tutto.
G: Non voglio le tue caspita di spiegazioni!
Sta urlando e ha uno sguardo di fuoco.
E: Piccola, calmati...
G: Non chiamarmi piccola, non ne hai il diritto!
E: Si, gusto, solo il tuo ragazzo può chiamarti in quel modo.
G: Esatto, solo lui può farlo, se vuoi lo chiamo così vediamo cosa dice se ti sente.
Mi viene un tonfo al cuore: il mio sospetto era vero, si è fidanzata.
E: Ti sei fidanzata?
Dico in un sussurro. Non può essere vero.
G: Si, ho un ragazzo, qualche problema? Anche tu sei fidanzato se non mi sbaglio.
E: Non è vero, lei è una pazza, la polizia la sta cercando, ha minacciato pure me, mi ha detto di starti lontano, ma andrà tutto bene.
Dico prendendole le mani tra le mie, avvicinandomi. Si ritrae subito.
G: Non mi importa niente a questo punto, e faremmo meglio a seguire la sua minaccia, lasciami in pace, ho un ragazzo fantastico che si prende cura di me e che mi piace, devi andartene!
Alcune lacrime sgorgano dai suoi occhi, ma se le asciuga subito e con violenza.
E: Chi è? Chi è che ti fa stare meglio di me? Dimmelo!
G: Andrea! Andrea mi fa stare meglio di te! Andrea non mi ha mentito! Andrea è gentile e premuroso! Non come te! Non come quando mi hai illusa! Non come quando mi hai fatto sperare in un amore che invece non avrà futuro!
Ha le guance completamente bagnate e urla per combattere i singhiozzi, ma non ci riesce molto bene. Mi avvicino a lei e le asciugo le lacrime con i pollici, non spostando le mani dopo averlo fatto.
E: Lo sai che non è vero. Lo sai che non vuoi lui. Lo sai che vuoi me. Lo sai che anch'io voglio te. Ti prego, dimmi che lo sai.
Scuote la testa e fa un passo indietro, stringendosi con le braccia.
G: No, non lo so, è questo il problema, non so queste cose, ma so che con Andrea sto bene, e so anche che non ti farò rovinare tutto.
Mi guarda negli occhi, sono rossi e pieni di dolore, e l'ho provocato io.
E: Giulia, non lasciarmi, io...
Continua a guardarmi.
G: Io cosa, Edoardo?
E: Io...
"Ti amo" penso, ma non riesco a dirlo, non riesco a parlare e dire quelle parole che stanno pesando sul mio cuore.
G: Ciao Edo.
Mi supera e va verso casa sua. Non ho più forza per fermarla, così sto qui a guardare il marciapiede sotto di me, dicendomi che sono stato uno stupido, che dovevo dirle tutto al momento giusto.
Mi giro e vado a casa.
GIULIA POVS
Mi ha lasciato andare, pensavo veramente avrebbe detto che mi amava, ma non l'ha fatto.
Mi asciugo le lacrime prima di entrare in casa, anche se fa poca differenza, non c'è nessuno dentro ad aspettarmi. Mangio una mela e vado subito a fare i compiti, cercando di non bagnare la carta dei libri con le lacrime.

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