Capitolo 55

222 9 0
                                    

Siamo ancora seduti nell'auto della polizia, quando trascinano Lucas fuori dell'edificio. Una rabbia mi monta dentro, per tutto quello che ha fatto o tentato di fare. Mi alzo di scatto e mi avvicino minacciosamente a lui, pronto a riempirlo di botte.
E: Tu, brutto figlio di puttana, cosa credevi di fare?!
Mi fiondo su di lui afferrandolo per il colletto, ma non faccio in tempo a fare niente perché un poliziotto mi trascina via da lui, tenendomi a distanza di sicurezza.
P: Non peggiorare le cose, ragazzo, se cedi e lo riempi di botte saremo costretti ad arrestare anche te.
Annuisco e mi libero dalla presa forte dell'uomo dietro di me. Lucas ha un ghigno in faccia, come se fosse felice di come sono andate le cose.
L: Sai, Edo, la tua ragazza è molto sexy, peccato che si muoveva troppo, sarebbe stato molto più semplice se fosse stata ferma, in quel caso avrei fatto tutto quello che avevo in mente.
E: Sei un bastardo!
Cerco di riavvicinarmi a lui ma il poliziotto mi trattiene, meglio così, se no potrei fare una strage.
L: Lo so, e che aspetti a rifilarmi un bel pugno?
La presa dell'uomo dietro di me si stringe di più, come se teme che io possa cascare nella trappola di Lucas.
E: Mi fai schifo! Sei solo un bastardo!
Mi libero dal poliziotto e torno verso Giulia, che intanto ha smesso di piangere. Mi accuccio davanti a lei.
E: Piccola, come va?
Lei annuisce e basta.
Si avvicina una poliziotta.
P: Cara, se ti senti puoi andare a casa, visto che non hai riportato ferite, se no ti portiamo all'ospedale.
G: No, sto bene, Edo mi accompagni a casa?
E: Certo, vieni.
Le porgo una mano e l'aiuto ad alzarsi, poi ci avviamo verso il suo albergo. Una volta arrivati andiamo a parlare con i suoi genitori, e così tra pianti di Giulia e suo madre e incazzature mie e di suo padre verso Lucas raccontiamo tutto quello che è successo.
M: Giulia, amore, ti va di mangiare qualcosa sta sera?
G: No, non ho fame.
M: Sicura tesoro?
Lei annuisce.
M: Va bene, non andiamo a prendere qualcosa da mangiare per tutti, Edo, tu vuoi qualcosa?
E: No, la ringrazio signora, ma neanch'io ho fame.
P: Ok, noi andiamo a cenare, torniamo il prima possibile, resti tu qua, ragazzo?
E: Non la lascerei per nulla al mondo.
Loro mi guardano con lo sguardo colmo di gratitudine ed escono dalla porta, lasciando me e Giulia da soli.
Lei si butta tra le mie braccia e io la stringo forte.
G: Dio, Edo, se non ci fossi stato tu... Grazie, grazie mille, ti amo.
E: Non lo avrei mai permesso, ti amo così tanto...
Lei ricomincia a singhiozzare, ma ora non importa, è salva tra le mie braccia, l'unico posto in cui sono sicuro al 100% che sia protetta.
G: Vorrei proprio fare la doccia...
E: Vai piccola, ti aspetto qui.
G: Grazie ancora Edo, non sai quanto tu sia importante per me.
Si alza e dopo aver preso le cose per cambiarsi dopo entra in bagno.
Sento un telefono squillare, così lo tiro fuori e guardo il cellulare di Giulia che ho raccolto per strada vibrarmi tra le mani, è Emma. Rispondo.
Em: Ciao gioia, quando hai detto che torni, mi manchi un casino, come te la passi li a Roma?
E: Ciao Emma.
Em: Oh, Edo, dov'è Giulia?
E: È sotto la doccia.
Em: Devo richiamare dopo?
E: Forse, è successa una cosa abbastanza brutta oggi, ma forse dovrebbe parlartene lei.
Em: Edo, così mi spaventi, cosa è successo.
E: Ti ha parlato di Lucas?
Em: Il fratello di Jessica? Si.
Immaginavo le avesse detto tutto, infondo sono migliori amiche.
E: Ecco, oggi ha cercato di violentarla, diciamo.
Em: Diciamo?! Cosa cazzo stai dicendo Edo?!
E: Sto dicendo che Lucas l'ha rapita e ha cercato di stuprarla, ecco cosa sto dicendo!
Em: Oddio... Però non ci è riuscito, vero?!
E: No, sono arrivato in tempo.
Em: Oddio, grazie Edo, grazie mille.
E: Io la amo, Emma.
Em: Lo so, le ho aperto io gli occhi, lei ti amava già da prima, solo che non voleva ammetterlo.
E: Non so cosa farei senza di lei.
Em: Già, neanch'io, forse è meglio se la lascio in pace, ciao Edo.
E: Ciao Emma.
Chiudo la chiamata.
Dopo non tanto Giulia esce dal bagno: un asciugamano le copre il corpo da poco sopra il seno a circa metà cosce, i capelli ancora bagnati le si appiccicano sulle guance e le ricadono sulle spalle con la pelle lucida e perfetta. È veramente stupenda.
G: Sai, sotto la doccia mi sono ricordata che ho perso il telefono quando ti ho chiamato.
Io la sto ammirando in tutta la sua bellezza e non do molto ascolto alle sue parole, all'improvviso mi sento in imbarazzo e distolgo lo sguardo, penso di avere le guance rosse.
E: No, emh... L'ho trovato io... Il tuo telefono, intendo...
Lei mi guarda e ridacchia. Viene e si siede vicino a me.
G: Edo, ma sei tutto bello rosso.
Mi gira la testa verso di lei e incontro i suoi occhi azzurri.
E: No, è che sei stupenda... Emh... Volevo dire che... Emh...
Mi prende il viso tra le mani e mi bacia, io ricambio spostando la mano sulla sua guancia. Mi stacco e la guardo.
E: Non credo sarebbe una bella mossa baciarmi mentre sei vestita così.
G: E perché no?
E: Perché non so se riuscirò a trattenermi.
Si alza continuando a guardarmi.
G: Va bene, se proprio insisti, andrò a cambiarmi.
Detto questo si rifugia in bagno. Sospiro e mi stendo sul letto, come faccio a resistere quando lei è così bella?

Baciami ancoraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora