È passato qualche giorno fa quando siamo tornati a casa e ora il mio telefono suona senza smettere, facendomi svegliare. Prendo il telefono e rispondo senza guardare chi è.
G: Pronto?
Dico con voce assonnata.
Em: Gioia, svegliati, sono le 10.30, volevo chiederti se venivi al centro commerciale con me, però ti devi svegliare.
G: Oh, si certo... Dammi, non so, mezz'ora e vieni qui, mi serve una doccia.
Em: Va bene gioia, ciao.
G: Ciao.
Chiudo la chiamata e mi alzo, mentre il mal di testa mi assale, ho dormito poco stanotte, sono stata al telefono con Edo fino alle tre di notte, lui non aveva sonno e ovviamente mi ha chiamato, ma fa niente. Mi infilo in bagno svestendomi e aprendo l'acqua della doccia aspettando che diventi più calda, poi mi butto sotto. Dopo dieci minuti di tranquillità sotto la doccia esco e vado a prendere i vestiti, un maglioncino verde è un paio di jeans, le mie amate vans e vado giù a fare colazione, poi mi lavo i denti e aspetto Emma, che non tarda ad arrivare.
G: Ciao gioia, io sono pronta.
Em: Certo, facciamo un po' di shopping, ti va?
G: Ovvio, prendo la borsa e la giacca e arrivo.
Prendo tutte le cose necessarie e seguo Emma fuori da casa mia, avviandoci verso il centro commerciale.
G: Allora come va?
Em: Tutto bene, d'altronde ora che so il sesso del mio bambino sto meglio.
Dice accarezzandosi la pancia.
G: Sono sicura che sarai una mamma stupenda.
Dico accarezzandole piano il braccio, sorridendole calorosamente.
Em: Tu sarai una brava zia... Perché sarai la zia, vero?
G: Farò del mio meglio come "zia".
Em: Sarai perfetta.
Entriamo nel centro commerciale andando subito verso un negozio di vestiti.
Em: Sentimi bene, ho una missione da compiere.
G: Oh no, le tue missioni non vanno sempre a finire al meglio.
Dico ridacchiando mentre lei guarda un bellissimo vestito blu chiaro.
Em: Bello questo vero? Comunque la mia missione è trovarti un bel vestito.
G: Perché?
Dico toccando il vestito per sentire il tessuto, è abbastanza ruvido. Faccio una smorfia, non mi piace.
Em: Lo so, è ruvido. Senti, volevo dare una festa per il bambino, poi non so, mi sento vecchia ora che sono incinta.
G: Sei stupenda, però dobbiamo trovare un vestito anche per te, allora?
Em: Esattamente.
Dice guardando un altro vestito giallo.
G: E quando sarebbe questa festa?
Em: Domani pomeriggio, ci sarai vero?
G: Non mancherei per nulla al mondo.
Continuiamo il nostro giro per ancora un paio d'ore ma non troviamo nessun vestito per noi, ma per fortuna ci manca ancora qualche negozio.
Em: Giulia, io sto morendo di fame, ti prego, mangiamo qualcosa.
G: Tutto quello che vuoi gioia.
Ci avviamo verso una paninoteca e ordiniamo tre panini, uno per me e due per Emma, dice di avere davvero tanta fame. Ci sediamo a un tavolo e iniziamo a mangiare.
Em: Allora, come va con Edo?
G: Ora che ho chiuso con Andrea tra noi va tutto a meraviglia.
Dico con un sorriso.
Em: Ci è rimasto male?
G: Che vada a fanculo, mi voleva solo portare a letto.
Em: Si, hai ragione.
Finiamo di pranzare e poi ci avventuriamo di nuovo in un negozio di vestiti.
Em: Bene, sono certa che qui ci sarà il tuo vestito, quindi, forza e coraggio.
Ridacchio e iniziamo la ricerca, dopo mezz'ora il mio sguardo si posa su un vestito blu notte, bellissimo, con uno scollo a cuore e il bustino rigido che si apre morbidamente sui fianchi.
Em: Dio, questo ti starebbe benissimo, corri a provarlo.
Prendo il vestito e vado a provarlo, mi sta benissimo, così io e Emma decidiamo che quello è il mio vestito, così cerchiamo il suo, poco dopo lo troviamo, bianco semplice con una fascia nera sulla pancia, le sta divinamente e non fa notare la pancia che ha, che è comunque poca.
Stiamo uscendo dal supermercato e attraversando la strada chiacchierando, quando sento una sgommata, mi giro e vedo una macchina venirci contro.
G: Corri Emma!
Le afferrai la mano e iniziammo a correre, ma la macchina era troppo vicina.

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Baciami ancora
FanfictionUn ragazzo e una ragazza si troveranno, ma cosa succede se una pazza li vuole separare? La loro storia non sarà facile, riusciranno ad avere ciò che più sognano?