Capitolo 48

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Giulia fa entrare Fede e poi andiamo tutti in cucina a mangiare le pizze. Fede spiega tutto.
F: Dopo la denuncia più approfondita che hai fatto, la polizia ha deciso che è una cosa seria, quindi hanno mandato una pattuglia vicino casa tua sospettando potesse aggirarsi di lì, quella pazza, così tuo padre ha provato a chiamarti, ma come bravo deficiente quale sei non hai risposto, facendolo preoccupare, poi ha chiamato me per sapere dov'eri, e ora eccoci qui, a casa della tua ragazza a mangiare pizza. Comunque bella casa.
G: Grazie.
E: Tutto questo per dirmi che posso o non posso tornare a casa?
F: A casa ci puoi tornare, ma tuo papà ha detto che forse è meglio se stai lontano almeno fino a stasera.
E: Ok, tanto sono occupato.
Cingo le spalle della mia Wendy e l'attiro a me, facendola sorridere. Dio che sorriso stupendo.
F: Perché non hai risposto a tuo papà?
E: Lo sai che la suoneria è la vibrazione.
F: Di solito la senti lo stesso.
Porto una mano tra i capelli e abbasso lo sguardo, imbarazzato. Non dovrei essere imbarazzato a parlare di queste cose con il mio migliore amico, ma ora lo sono, eccome.
E: Beh, diciamo che ero un po' distratto.
Fede squadra me e poi Giulia.
F: Avete fatto sesso?
A Giulia va di traverso un pezzo di pizza e inizia a tossire, le batto la mano sulla schiena e poi le passo un bicchiere d'acqua. Intanto rispondo a Fede.
E: No, Fede, non siamo andati a letto insieme.
F: Meglio così, insomma, lei ha 15 anni, è troppo presto.
G: Tra poco 16, non sono poi così piccola.
F: Mi vuoi dire che non sei vergine?
G: Si che sono vergine!
E: Fede, smettila!
F: Di fare cosa?
E: Di insinuare che Giulia non sia vergine!
F: Io non ho detto niente, è lei che ha detto di essere grande e io le ho solo chiesto, fine.
G: Va tutto bene.
Dice mentre mi passa la mano sul braccio per tranquillizzarmi, visto che sto incenerendo Federico con lo sguardo.
F: Sentite, siete liberi di fare i fidanzatini innamorati quanto volete, ma vi ricordo due cose: primo, Giulia è fidanzata, con un tizio che, personalmente, mi sembra molto geloso, secondo, Edo ha una pazza alle calcagna ossessionata da lui, a questo punto non potete aspettare che le cose si sistemino?
G: Io non lo amo.
F: Allora non dovevi metterti con lui e dirgli che lo amavi!
G: Non gli ho mai detto "ti amo", ho solo risposto a lui dicendo "anch'io".
F: Credi che faccia qualche differenza per lui?
Giulia ammutolisce, abbassando lo sguardo.
G: Lo lascerò il prima possibile.
Dice in un sussurro.
E: Comunque ora non è un problema, ce ne andiamo domani.
F: "Andiamo"?
G: Si, anche io vado in vacanza a Roma.
F: Quindi passate anche le vacanze insieme? Amico, che botta di culo.
E: Già, l'amore della mia vita ed io passiamo le "vacanze" insieme, anche se per è una specie di fuga.
G: Già, sarà bello, mi farà visitare Roma, giusto?
Mi chiede. Le sorrido e la stringo di più a me.
E: Certo, non ti lascerò neanche un secondo.
Sorride e io non resisto, la bacio.
F: Va bene, io me ne vado, visto che voi fate i piccioncini.
Giulia si stacca un po' imbarazzata e si alza.
G: La porta è aperta.
E: Ti accompagno.
Giulia inizia a mettere a posto i cartoni della pizza mentre io e Fede andiamo alla porta. Prima di uscire il mio amico si volta verso di me.
F: Devi stare attento con lei, sospetto che sia la prima vera storia che ha.
E: Non le spezzerò il cuore.
Mi guarda e fa una smorfia, poi esce di casa chiudendosi la porta alle spalle. Torno in cucina e vedo la mia Wendy sistemare tutto, così le vado dietro e abbracciandola appoggio il mento sulla sua spalla.
E: Che fai?
G: Sto mettendo a posto.
Dice, come se il mio gesto non la turbasse minimamente, ma sorride, si vede che è felice.
E: Che noia.
G: Già.
Inizio a baciarle il collo e accarezzarle i fianchi.
G: Edo, dovrei sistemare le cose, sai.
E: Lo so, ma questo -le do un altro bacio sul collo- è più divertente.
Si gira a guardarmi, mettendo le mani sul mio petto.
G: Indubbiamente, ma le forchette e i coltelli non si mettono a posto da soli.
La stringo a me, dandole un bacio sulle labbra.
E: Impareranno.
Continuo a baciarla, mentre le sue mani scivolano sul mio collo, attirandomi di più a lei. Poi si stacca.
G: Devo farlo, aspetta solo un attimo.
Mi spinge verso la sedia lì vicino e mi fa sedere, poi si allontana e continua a fare quello che stava facendo.
E: Quindi sono in punizione?
Lei ride, di gusto poi, una risata stupenda.
G: Certo che no, scemo, solo che al momento non mi serve averti appiccicato, mi distrai.
E: Ma ti piace avermi appiccicato.
G: Certo...
Finisce con le posate e finalmente si gira. Si avvicina a me e mi da un bacio.
G: Che bravo bambino, non ti sei nemmeno alzato.
Mi prende le mani e mi tira su, poi torniamo in camera sua.
Mi siedo sul letto guardandola chiudere la porta e spostare la valigia in un posto in cui dia meno fastidio, visto che prima è quasi inciampata.
E: Cosa hai messo in valigia?
Mi guarda e alza il sopracciglio.
G: Ti interessa sul serio?
E: Più o meno.
Sorride e viene a sedersi vicino a me. Le prendo la mano e intreccio le dita con le sue.
G: Ci ho messo i vestiti e tutto quello che mi serve, alla fine cosa dovrei portare?
E: Non lo so, delle scarpe comode, cammineremo un sacco.
Annuisce e appoggia la testa sulla mia spalla, chiudendo gli occhi.
E: Hai sonno, piccola?
Annuisce, restando dov'è. Mi sposto un po' e la faccio stendere sul suo letto, poi mi stendo anch'io dietro di lei e le cingo la vita con il braccio, attirandola a me. Mi sporgo un po' e le bacio la tempia, vedendola sorridere, poi mi avvicino all'orecchio e sussurro.
E: Buon sonnellino, amore.
G: Non te ne vai?
E: No, resto qui finché vuoi.
G: Ti amo.
Ora sono io a sorridere.
E: Ti amo anch'io.
Poi la vedo addormentarsi tra le mie braccia, Dio, è stupenda ancora di più quando dorme. Punto la sveglia per le 17.30 e mi addormento anch'io, insieme alla mia bellissima Wendy.

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