Capitolo 49

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GIULIA POVS
Sento una sveglia suonare e mi giro, vedendo Edo che dorme ancora con un braccio sulla mia vita. Apre gli occhi e mi guarda, sorridendo, poi spegne la sveglia.
E: Ben svegliata.
Mi avvicino e lo bacio.
G: Ma che ore sono?
E: Sono le 17.30.
G: Ah ok.
Passiamo il resto del pomeriggio insieme, poi si fa sera e lui torna a casa, io mangio e poi mi preparo per andare a dormire.
Sono le 23.20 e il mio telefono suona, immagino già chi sia.
G: Pronto.
E: Ciao piccola.
G: Ciao Edo, ma non ti è bastato oggi?
E: Volevo solo darti la buonanotte.
G: Grazie, sono veramente stanca.
E: Anche dopo il pisolino di oggi?
G: Già.
E: Quindi ti devo lasciare?
G: È meglio che si, se non domani sarò distrutta.
E: Si, hai ragione, forse è meglio che vado anch'io.
G: Direi che si.
E: Ok, buonanotte mia piccola Wendy.
G: 'Notte amore.
E: Ti amo.
G: Ti amo.
Chiudiamo la chiamata e poco dopo mi addormento con il mio Peter Pan nella testa.
MATTINO
I miei genitori mi svegliano e ci prepariamo per andare in aeroporto, una volta li cerco Edo con lo sguardo ma non lo trovo, così ci imbarchiamo e mi metto comoda ascoltando la musica, ad un tratto qualcuno si siede accanto a me, e quando mi giro vedo il mio Peter Pan, gli sorrido.
G: Buongiorno.
E: Buongiorno.
G: È questo il tuo posto?
E: Si, beh, in verità sarebbe di Micro, ma abbiamo fatto cambio.
Appoggio la testa sulla sua spalla e sorrido, aspettando che l'aereo parta.
Dopo circa un'ora di volo arriviamo a Roma, saluto Edo e vado con la mia famiglia in albergo, sistemiamo le nostre cose poi io decido di uscire, subito fuori mi arriva un messaggio.
E: "Ehi piccola, ti va di uscire?💜"
G: "Certo, ti aspetto fuori dal mio albergo❤️💕"
Gli mando anche l'indirizzo e poi mi siedo su una panchina appena fuori dall'albergo. Sto giocando col telefono quando un ragazzo si siede accanto a me, sorrido, pensando sia Edo, ma quando mi giro e incontro un paio di occhi verdi il mio sorriso si spegne.
X: Ciao bambola, che ci fai qui tutta sola?
G: Sto aspettando il mio ragazzo.
Gli rispondo con una smorfia.
X: Beh, di sicuro il tuo ragazzo non è più bello di me.
Lo squadro: capelli rossi, occhi verdi e qualche lentiggine, un sorriso smagliante con due fossette carinissime, fisico magro e muscoloso, e mi sembra alto, ma visto che è seduto non posso dirlo con sicurezza. Tutto questo gli conferisce un'aria sicura e lo rende un bellissimo ragazzo, ma niente a che vedere con Edo, lui è la perfezione.
G: Beh, direi che no, preferisco lui, senza offesa.
X: Oh, nessuna offesa, ma sicuramente ti sbagli, bambola.
G: Non chiamarmi bambola.
X: Sei una bellissima bambolina, come faccio a non chiamarti così?
Alza un sopracciglio e io sbuffo, alzandomi e andando via, ma lui ovviamente mi segue e si mette al mio fianco, infilandosi le mani in tasca.
X: Dai, non fare così.
Mi fermo e lo guardo.
G: Senti, non so chi tu sia e cosa tu voglia, quindi lasciami in pace e vai a flirtare con altre ragazze.
X: Le altre ragazze non sono belle quanto te. E per rispondere alla tua domanda, mi chiamo Lucas.
Mi tende una mano, io la guardo ma non l'afferro, incrocio le braccia al petto.
G: Sai, non mi interessa il tuo nome.
L: A me interessa il tuo invece.
G: Beh, mi spiace, ma questa tua curiosità non verrà soddisfatta.
Ricomincio a camminare lontano da lui, ma Lucas mi si piazza davanti.
L: Se mi dici il tuo nome me ne vado, promesso.
Sbuffo e alzò gli occhi al cielo, per poi guardarmi intorno in cerca di Edo, così da sviare la domanda, ma non lo vedo, così mi arrendo e rispondo.
G: Giulia, mi chiamo Giulia.
Lui sorride e mi tende nuovamente la mano, sbuffo e la prendo, ricambiando la stretta.
L: È un piacere conoscerti, Giulia.
Sorrido strafottente e tolgo la mano dalla sua.
G: Per me no, perciò vattene.
L: Dai, Giulietta, non vorrai mica che me ne vada?
Sbuffo, irritata.
G: Senti, te ne vuoi and...
E: Allontanati subito dalla mia ragazza!
Mi giro e guardo Edo avvicinarsi, gli sorrido, grata che sia qui.
L: È lui il tuo ragazzo? Potresti avere di meglio, bambolina, tipo me.
Mi allontano da Lucas e vado verso Edo, prendendogli la mano e intrecciando le dita con le sue.
E: Smamma.
L: Voglio sentirlo dire dalla bambolina.
E: Non chiamarla così!
Dice Edo abbastanza arrabbiato.
G: Vattene.
Lucas sorride poi si volta e se ne va. Edo si volta verso di me e il suo sguardo si addolcisce.
E: Ma che è successo? Chi era?
G: Ti stavo aspettando quando quello stupido si siede vicino a me e mi infastidisce. Si chiama Lucas.
Edo mi abbraccia e cominciamo a camminare per Roma, non parlando più di Lucas. Siamo andati al Colosseo e anche in piazza San Pietro. Passiamo il resto della giornata insieme, poi mi riporta in albergo.
Entro in camera e trovo un biglietto dei miei genitori che diceva avrebbero mangiato fuori per una cena romantica, così dopo una doccia chiamo Edo.
E: Pronto?
G: Ciao amore, i miei cenano fuori sta sera, ti va di mangiare insieme?
E: Certo, ti va se porto anche Marco, così lo conosci pure.
G: Ovvio, è una bellissima idea.
E: Ok, arrivo tra circa mezz'ora davanti al tuo albergo.
G: A dopo.
Chiudo la chiamata e dopo essermi preparata scendo e aspetto Edo e Marco per cenare.

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