Capitolo 26

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EDOARDO POVS
Vedo la macchina di Giulia avvicinarsi, guardo l'orologio e sono le 22.45, un po' tardi per tornare a casa, ma mi aveva avvertito che ci avrebbe messo tanto.
"Piccola" scende dalla macchina e continua a guardarmi, con un bellissimo sorriso che contagia anche me, il mio cuore fa una giravolta e io mi stacco dal palo a cui ero appoggiato per fare qualche passo verso di lei. Giulia mi imita e arriva a qualche passo di distanza da me.
Ci guardiamo negli occhi sorridendo come due idioti, finché lei non parla.
G: Che cosa ci fai qui?
Dice senza spegnere il suo sorriso, non è arrabbiata o triste nel vedermi e di questo sono proprio felice.
E: È da venerdì che non ci vediamo e, sinceramente, mi mancavi.
Anche se è buio vedo le sue guance tingersi di rosso, così da farla diventare ancora più bella.
M: Giulia, che stai facendo? Devi andare a dormire, domani hai scuola.
Sua madre si avvicina a noi e mi sorride.
M: Ciao Edoardo, giusto?
E: Salve signora.
Dico sorridendo, cercando di essere cortese, ma lei sbuffa.
M: Ti ho già detto di non darmi del lei, chiamami Rossana.
E: Ok.
Rispondo imbarazzato, non mi sembra naturale chiamare col suo nome la madre della ragazza di cui sono cotto.
Lei sorride e si rivolge a Giulia.
M: Tesoro, sono le 22.45, se vuoi stare un po' di tempo con questo bel ragazzo -fa un cenno con la testa verso di me, sorridendo- hai tempo fine alle undici.
Detto questo si volta e torna in casa, lasciando da soli me e Giuly, che mi guarda, ancora rossa in viso.
G: Scusa per mia mamma...
E: Figurati, è simpatica.
Mi guarda con quegli occhi che mi fanno tremare, sempre.
E: Senti, visto che hai un quarto d'ora per me, concessoci dalla tua bellissima mamma, che ne pensi di fare un giro qui intorno, così ti sgranchisci anche le gambe.
Fa un enorme sorriso, per poi annuire e rispondere.
G: È un ottima idea.
Le porgo il braccetto, come un gentiluomo e lei lo afferra con una risatina, poi cominciamo a camminare.
E: Allora, com'è andata la gita in famiglia?
Lei sbuffa e, non so perché, questo gesto è stupendo, almeno su di lei.
G: Una vera noia, mia nonna mi ha inondato di domande.
E: Tipo?
Chiedo curioso.
G: Tipo come va la scuola, le amiche, il fidanzatino... Domande da nonna.
Alzo un sopracciglio, interessato al terzo punto della lista.
E: Oh, capito, abbastanza noioso.
G: Si, ma io voglio un bene dell'anima a mia nonna.
E: Anch'io voglio molto bene a mio nonno.
G: È una cosa normale, fanno parte della nostra famiglia.
E: Eh già, ti immagini quando diventeremo genitori e poi nonni...
Ride di gusto.
G: Beh, devono passare ancora parecchi anni prima di allora.
"Beh, io vorrei passare tutti questi anni con te" pensai con un sorriso sulle labbra.
Guardo l'orologio.
E: Piccola, mancano solo cinque minuti alle undici, torniamo indietro?
G: Si, sarebbe meglio.
Torniamo indietro verso casa sua, continuando a parlare. Quando siamo arrivati ci fermiamo e ci guardiamo negli occhi.
G: Grazie per questa sorpresa, mi ha fatto molto piacere.
E: Era questo l'intento, farti sorridere.
"Così da far sorridere anche me" aggiungi nella mia testa.
G: Ciao Edo.
Si gira per andare in casa ma io le afferro il polso voltandola nuovamente verso di me, e avvicinandola, per poi darle un bacio, un bellissimo bacio, che mi fa girare la testa. Mi mette una mano sul petto, senza spingermi via e ricambia il mio bacio con passione, mentre le mie mani scivolano sulla sua vita e sulla sua schiena, accarezzandola dolcemente.
Questo è un momento da immortalare, i nostri cuori battono insieme, le nostre labbra combaciano perfettamente, formando una fusione spettacolare, un momento perfetto in pratica.

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