Capitolo 51

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GIULIA POVS
Il suono del mio cellulare ci interrompe, sbuffando lo prendo e guardo chi è. Andrea. Rispondo.
G: Pronto?
A: Ehi, ciao, pensavo mi avresti chiamato tu.
G: Oh, scusami tanto, solo che ho avuto un po' da fare tra mettere a posto le cose e poi i miei genitori volevano fare subito un giro per Roma.
A: Va bene, tranquilla, com'è Roma?
G: Oh, Roma è stupenda.
Dico guardando Edo, pensando che con lui qualunque posto sarebbe stupendo.
A: Ti stai divertendo?
G: Certo, oggi siamo andati al Colosseo e anche in piazza San Pietro. Da te invece come va?
Devo parlare un po' con Andrea, se non si incuriosisce.
A: Qui va benissimo, è caduta anche un po' di neve, Celeste continua a portarmi fuori per fare continui pupazzi.
Ride. L'unica cosa che mi mancherà riguardo Andrea sarà Celeste, una bambina stupenda, un amore in persona.
G: Sono proprio felice che vi stiate divertendo, ora devo andare, scusami, salutami tanto Celeste.
A: Certo amore, ti amo.
G: Anch'io, ciao.
Chiude la chiamata e io guardo Edo.
E: Chi era? Emma?
G: No, era Andrea, ha detto che lì ha nevicato.
Lo sguardo di Edo si incupisce, prende la mia mano e intreccia le dita con le mie.
E: Vorrei che lo lasciassi, non voglio fare l'amante.
Gli stringo le dita e lo guardo.
G: Ma tu non sei un amante, io non amo lui, io amo te, lo sai.
E: Questo non vuol dire niente, tu ufficialmente stai con lui.
Mi acciglio, tolgo le mani dalle sue e mi alzo.
G: Per te non vuol dire niente che ti amo?!
E: Non è quello che intendo.
Si alza e cerca di prendermi la mano, ma mi allontano ulteriormente.
G: Sembra proprio quello che hai detto, Edo.
E: Dai Giulia, lo sai che ti amo anch'io, è solo che non mi va di fare l'amante! Non voglio che ci sia anche lui nella tua vita!
G: Se ti fidassi di me, sapresti che lo lascerò il prima possibile.
E: Ma io mi fido di te!
G: Allora aspetta, lo lascerò per te, solo che non voglio farlo soffrire, comunque io gli voglio bene, mi ha consolato quando tu mi hai spezzato il cuore, e di sicuro io non spezzerò il suo per telefono!
Lui si zittisce e mi guarda, negli occhi ci sono le fiamme.
E: Lo ami?
G: Cosa? No! Io non lo amo, come hai potuto anche solo pensarci?!
I miei occhi si inumidiscono però non distolgo lo sguardo dal suo.
E: Da come ne parli sembra che comunque provi qualcosa per lui!
Scuoto la testa, delusa dalle sue supposizione e dal fatto che non abbia fiducia in me. Prendo la giacca che avevo lasciato sul letto ed esco da quella stanza, sentendo Edo chiamarmi, ma non mi fermo, continuo a camminare verso l'uscita, ma ad un certo punto mi si piazza davanti Marco, mi sorride e io mi sforzo di ricambiare, intanto sento Edo fermarsi dietro di me.
G: Ciao piccolo, ma non eri a letto a dormire?
M: Non riuscivo a dormire.
Mi accuccio così arrivo alla sua altezza continuando a sorride.
G: Piccolo, vuoi che ti porti in camera tua?
Allunga le braccia verso di me e risponde.
M: Si, per favore.
Lo prendo in braccio e, senza guardare Edo, mi avvio verso la camera di Marco. Ovviamente Edo mi segue a ruota, ma una volta arrivati in camera si ferma sulla porta e si appoggia allo stipite.
Appoggio Marco sul letto e lo metto sotto le coperte.
M: Giulia, mi dai il bacino della buonanotte?
Sorrido calorosamente.
G: Certo piccolo.
Mi avvicino e gli stampo un bacio sulla fronte, per poi alzarmi.
M: Aspetta, puoi accendermi la lucetta, per favore? Ho un po' paura del buio.
Gli sorrido e vado ad accendere la lucetta, poi, prima che Marco si addormenti, mi fa una domanda.
M: Dove vai ora, Giulia?
G: Vado a casa, è tardi anche per me e io sono stanca.
M: Non dormi qui da noi? Ci piacerebbe tanto. Sia a me che a Edo.
Sono un po' imbarazzata, ma sorrido comunque.
G: Sicuramente i miei genitori saranno un po' preoccupati per me, devo tornare a casa.
M: Ok, buonanotte, Giulia.
G: 'Notte piccolo.
Esco dalla stanza e non posso evitare di incontrare gli occhi nocciola di Edo.
Lo supero e vado verso la porta.
E: Aspetta, Giulia.
Non lo ascolto e continuo a camminare, ma appena sulla soglia della porta d'uscita mi prende la mano e mi fa girare verso di lui.
E: Davvero vuoi litigare per una cosa del genere?
Tolgo subito la mano dalla sua.
G: Hai detto che i miei sentimenti non contano niente!
Mi giro e me ne vado.
E: Dai Giulia, non andartene, resta davvero a dormire da me.
Mi giro e lo guardo, con gli occhi di nuovo velati di lacrime.
G: Non puoi pensare sul serio che io dormi qui.
Si avvicina a me, mettendomi le mani sulle braccia.
E: Perché no?
Mi allontano.
G: Perché sono arrabbiata con te.
E: Perché?!
G: Perché io ti amo, ma tu non ti fidi abbastanza di me, pensando addirittura che io preferisca Andrea a te!
Ora le lacrime mi rigano le guance.
E: Scusami Giulia, ma io ti amo, non voglio dividerti con qualcuno.
Si avvicina a me e mi mette le mani sulle guance, asciugandomi le lacrime.
E: Ma ti prego, se proprio non vuoi restare qui a dormire, lascia almeno che ti accompagni in albergo.
Annuisco piano, così ci avviamo verso l'albergo.

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