Abitavo ancora a Modena a quel tempo e avevo una vita normale, anche un po' noiosa.
Avevo delle amiche con cui pensavo di avere un legame fantastico e un fidanzato, tutto era perfetto.
La mia vita a quei tempi sembrava un po' quella delle ragazze nei telefilm americani.
Non avevo nulla di cui lamentarmi e tutto sembrava perfetto.
Ma era una situazione apparente, la quite prima della tempesta e ad un certo punto tutta la felicità e la perfezione della mia vita è scomparsa.
È crollato tutto così velocemente e banalmente che mi chiedo come fosse possibile che tutto ciò avesse resistito così tanto.
Ero seduta su una panchina del parco proprio come ora e nonostante tutta la mia vita fosse appena crollata non piangevo.
Mio padre era morto, uno stupido incidente d'auto, per colpa di un coglione ubriaco.
Tutto mi era crollato addosso e le mie "grandi" amiche cosa avevano fatto? Mi aveano consolato u paio di minuti e poi si erano messe a parlare di shopping e ragazzi.
E dopo quello avevo capito che non ci tenevano a me davvero, stavano assieme a me solo perché ero abbastanza popolare e li passavo i compiti, per nessun altro motivo.
Così li avevo detto addio e ancora oggi non provo nessun rimorso, anzi sì, uno si quello di aver capito troppo tardi che persone erano.
Il passo successivo era stato lasciare il mio ragazzo, volevo abbandonare chiunque avesse fatto parte di quel periodo della mia vita che si era rivelato solamente una grande fregatura.
Ero lì seduta su quella panchina a fissare un punto indefinito, non avevo neanche la forza di piangere, tutto dentro me era rotto e spezzato, mi sentivo uno schifo e me ne stavo li a guardare l'orizzonte senza la forza di fare niente.
In quel momento lui è arrivato, anzi no è arrivato una settimana dopo.
Per sette giorni sono andata su quella panchina e ho pensato a tutto ciò che avevo perso e se non fosse arrivato lui mi sarei persa in quella voragine in cui ero entrata.
Io ero sempre su quella panchina e lui stava andando a correre, più o meno.
Mi vide e ancora non so come fece ma capì che stavo male così mi si è avvicinato.
Non mi ha chiesto nulla e anche a quel tempo l'aria era ricca di domande che nessuno voleva fare.
Aspettava che io parlassi di mia spontanea volontà e lo feci.
Mi fidavo di lui anche se non lo conoscevo, me lo sentivo dentro e in più avevo bisogno di parlare a qualcuno è quel ragazzo dai grandi occhi azzurri e il ciuffo biondo sembrava la persona giusta.
Così gli raccontai tutto, da cosa era successo a come avevo reagito.
Mi ascoltò per quella che penso fu una buona ora è più parlavo più mi sentivo meglio, non mi inturuppe mai e per questo lo ringraziai.
Solo quando ebbi finito parlò, aveva una voce stupenda mi guardò e con calma disse:
"Beh avevi delle amiche di merda e mi dispiace un casino per quello che ti è successo.
Scusa se non riesco a fare un grande discorso per spiegarti quanto mi dispiace ma non ne sono capace, posso abbracciarti se vuoi, in quello sono bravo."
Così mi strinsi e le sue braccia mi circondarono e finalmente le lacrime uscirono ma allo stesso tempo mi sentì protetta e capì che avevo bisogno di lui, per uscire dalla tristezza.
Avevo bisogno di quelle braccia attorno a me e di quegli occhi che fissavano i miei.
E da lì iniziò tutto.
A interrompere i miei pensieri è la sua voce.Ecco il capitolo...♡
Cosa succederà nell'incontro tra Fede e Ashley?Ditemi cosa ne pensate nei commenti❤
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Past [Federico Rossi] (In Revisione)
Fanfiction~Non permettere a ciò che eri di definire ciò che sei.~ Nella vita ognuno si trova davanti a delle scelte, difficilmente siamo noi a decidere, a volte ci facciamo guidare dalla paura, dalle voci nella nostra testa, dal cuore, dalle persone. Ashley h...