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"Buon compleanno Kate!", urlarono ad un certo punto alcune persone e contemporaneamente tutte le luci si accesero.
Io sobbalzai per lo spavento senza però emettere alcun rumore dalle mie labbra e rimasi del tutto confusa per la presenza di così tante persone, tra cui gli amici di Matt di oggi pomeriggio e le mie due famiglie, tutti quanti mi stavano guardando sorridenti e in attesa che esprimessi qualche tipo di emozione, che sia gioia o sorpresa, ma l'unica cosa che riuscivo a provare al momento era terrore.
Ero immensamente terrorizzata dai sorrisi di tutte queste persone, mentre i loro occhi erano concentrati su di me, la protagonista della festa, volevo solo scappare via e nascondermi in un luogo sperduto dove nessuno sarebbe stato in grado di trovarmi.
Detestavo il mio compleanno più di prima ora, la mia nascita aveva già causato troppi problemi in ben due famiglie, e una festa in mio onore era la cosa peggiore che potesse capitarmi al momento, stavo provando un senso di ribrezzo allo stomaco, come se un conato di vomito mi stesse salendo, ma cercai di rimanere più calma possibile all'apparenza.
A quel miscuglio di emozioni, sentì anche un senso di delusione invadermi, chiunque aveva deciso di organizzare questa festa non mi conosceva affatto, e c'erano pochissime persone che conoscevano i miei gusti e i miei piaceri fino in fondo, potevo contare quella persona sulle mie dita, perché era una sola, ed era Dylan.
Infatti lo guardai e finalmente il mio sguardo trovò un punto focale, i suoi occhi incrociarono i miei e la sala smise di girarmi intorno, "Scusa", mimò lui con le labbra e io sospirai sconfitta. Poi, Dylan mi prese la mano e la strinse forte trasmettendomi coraggio, e con uno sforzo che mi richiese molta energia, sorrisi, "Grazie, che bella sorpresa!", esclamai fingendo al meglio che potevo, la mia voce venne fuori spezzata ma cercai di porre l'ottava nota per dare più enfasi.
"Che dici? Sono un bravo attore?", chiese Matt al mio fianco e io riuscì solamente ad annuire, no caro Matt, io ero una brava attrice.
Dopodiché venne la parte più difficile per me, quando tutti gli invitati avanzarono uno a uno a me per farmi gli auguri, io continuai a indietreggiare sorridendo e mostrando tutto il mio buon umore, ma mi risultava così faticoso apprezzare il tutto, ci stavo provando, davvero tantissimo, ma non ci stavo riuscendo affatto.
"Ragazzi piano piano", disse Matt mettendosi davanti a me con le mani in alto per bloccare gli invitati, dopo aver scambiato un fugace sguardo con me e aver notato il mio disagio alla situazione.
Dylan mi tirò indietro accanto a lui e Matt proseguì a parlare, "Se state qua a fare gli auguri personalmente a Kate, perderemo tanto tempo e non ci godremmo la festa. Perciò, a fine serata, durante il taglio di torta le faremo un grandissimo augurio collettivo, d'accordo?", disse e prima che qualcun altro potesse obiettare, aggiunse presto, "Bene! Che la festa abbia inizio!", annunciò alzando la voce e la musica partì a tutto volume, sparpagliando così tutte le persone per l'intero locale.
Sospirai di sollievo e tirai Matt per l'orlo della sua giacca, "Grazie mille", gli dissi immensamente grata per avermi salvata da un momento di ansia sociale elevata, se non fosse stato per lui, non avrei potuto evitare tutte queste persone.
"Sto solo facendo il mio dovere da maggiordomo", rispose lui facendomi l'occhiolino e io sorrisi.
"Se volete scusarmi, vado a salutare alcuni invitati", disse poi Matt, io e Dylan annuimmo e lui ci lasciò da soli.
Sbuffai e mi girai per guardare Dylan, il quale mi chiese, "Come stai?".
"Male", risposi solamente abbassando lo sguardo.
"Ho saputo troppo tardi della festa Kate, sennò avrei cercato di fermarla prima", disse Dylan, non mi aveva ancora lasciato la mano, perciò la ritirai io e incrociai le braccia al petto.
"Tranquillo, capisco", risposi e mi guardai intorno, c'erano così tanti volti sconosciuti a me, ma io ero nota a loro, era buffo come i ruoli si invertivano quando si proveniva da una famiglia potente.
A Sydeny nessuno mi conosceva, alle feste tutti sapevano dei ragazzi più popolari o erano a conoscenza della provenienza delle loro famiglie e nella bocca di tutti circolavano i nomi dei figli con i genitori importanti, io stavo solo a guardarli, a osservarli e a giudicarli, invece ora, tutti stavano attenti a me, tutti avevano gli occhi puntanti su di me.
"Vuoi uscire a prendere una boccata d'aria?", chiese Dylan e io scorsi tra la folla dei ricci indimenticabili.
"No, ho trovato Emma, vado a salutarla", risposi e lo guardai, "Vai a divertiti Dylan, non preoccuparti di me", aggiunsi sorridendo.
"Sicura?", chiese lui con uno sguardo dolce.
"Sicurissima, davvero", gli confermai e lui ricambiò il mio sorriso.

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