38

350 23 4
                                    

Augurai un buon anno a tutti i presenti e dopo che i genitori firmarono delle carte alla polizia, noi salutammo la famiglia di Lauren e io dissi che saremo andati a casa loro per salutarla e vedere come stava e che se lei voleva, poteva chiamarmi quando voleva senza esitare, dopodiché ci congedammo e i genitori ci accompagnarono davanti alla festa cosicché Dylan potesse prendere la sua macchina parcheggiata lì e appena noi ragazzi scendemmo dall'auto, sentiamo il rumore della musica alta e l'odore dell'alcool ancora provenienti dalla festa in corso un po' più  in là, io sentì il mio cuore battere forte e provai un senso profondo di odio e ribrezzo verso quelle persone dentro la festa che avevano fatto del male a Lauren, quando sentimmo la sirena dell'auto della polizia provenire, noi sospirammo e salimmo in macchina di Dylan alleggeriti dal fatto che ora la polizia avrebbe fatto giustizia sperando nel modo giusto e che noi potevamo finalmente tornare a casa e allontanarci dai guai, ma che ne sapevamo noi che i guai ci avrebbero seguito dietro?
In macchina nessuno parlò e la radio rimase spenta, ognuno era perso nei suoi pensieri e nessuno aveva voglia di conversare perché non c'era nulla da dire o aggiungere, era avvenuto tutto davanti ai nostri occhi e aveva segnato un marchio indelebile nel nostro cuore che sarebbe stato difficile da rimuovere o rimediare, nessuno di noi si era ritrovato in una situazione così dolorosa prima d'ora e il cuore mio diceva che non sarebbe stato nemmeno l'ultima volta, infatti esso non si sbagliò e la sofferenza si scontrò contro di un'altra volta.
Arrivammo a casa in contemporanea con gli adulti e tutti decisero di dormire a casa nostra per stare almeno tutti insieme in una notte che era stato spaventoso per tutti noi, io andai in camera assieme a Emma per cambiarci e mettere dei vestiti comodi e per tutto il tempo che ci struccammo, ci lavammo e ci cambiammo eravamo rimaste zitte, solo alla fine quando lei fece per uscire dalla mia camera mi abbracciò e la ricambiai, basta quel abbraccio aveva detto tutte le parole che volevamo dirci in quel momento e ci eravamo capite, i nostri cuori si erano abbracciate anche loro e avevano trovato finalmente del conforto, infatti appena ci staccammo, io le sorrisi leggermente e lei fece lo stesso.
Dopodiché lei mi lasciò siccome Dylan aveva bussato alla porta e voleva parlarmi, appena Emma aprì la porta e il volto di Dylan si vide, loro due si scambiarono uno sguardo e tutti e due arrossirono, li avevo visti parecchio affiatati alla festa e dopo davanti al molo Dylan le era stata accanto per darle conforto perciò dovevo assolutamente scoprire se era scattata la scintilla tra di loro, Emma distolse lo sguardo da lui e se ne andò frettolosamente mentre Dylan si accarezzò la nuca dimenticandosi di stare davanti a sua sorella, solo quando io mo schiarì la gola lui sembrò svegliarsi e mi guardò di scatto, io alzai le sopracciglia aspettando di sapere di cosa voleva parlarmi e lui si avvicinò a me per poi abbracciarmi e io lo ricambiai, "Come stai?", mi chiese poi staccandosi da me e guardandomi intensamente negli occhi.
"Non so Dylan, non sto né bene né male, è una strana sensazione, non so cosa provare dopo tutto ciò che è successo, è avvenuto tutto così velocemente che non ho ancora avuto il tempo di realizzarlo", risposi abbassando lo sguardo e scuotendo la testa.
"Ti capisco, cerca di stare tranquilla e riposarti ora, ci siamo tutti qui per l'uno e l'altro e ci sosterremo a vicenda. Andrà tutto bene Kate", disse e io lo guardai annuendo con gli occhi chiusi stanca di vedere la crudeltà nel mondo e sospirando.
Lui mi diede un tenero bacio sulla guancia dandomi la buonanotte e dicendomi che Antoine mi avrebbe raggiunta tra poco per poi allontanarsi di poco e fu proprio in quei pochi secondi che lui si spostò da me che tutta la mia vita prese un'altra nuova piega e io decisi di dire a Dylan la mia decisione sul rimanere o ritornare a Los Angeles, non sapevo perché lo avevo fatto esattamente in quel momento ma la mia testa e il mio cuore erano d'accordo e mi avevano comandato di compiere quel gesto senza che me ne rendessi conto, era come se il destino fosse ritornato da me correndo per salutare il suo amico tempo nel momento decisivo, infatti anche il tempo non aveva ritardato nel suo appuntamento con il destino per farmi vivere una delle conversazioni che mi sarebbero rimaste impresse nel cuore per molto tempo, non avevo intuito se il destino avesse agito a mio favore o contro di me e forse mai lo scoprirò però mi aveva aiutato a non dover dire addio a lui, ad Antoine.
"Dylan ho deciso di rimanere a Sydeny", dissi prendendolo per il polso e con il cuore che mi era salito in gola.
"Cosa?", disse ma non era la voce di Dylan, lui aveva un espressione vuota e pallida con gli occhi spalancati e la bocca semichiusa, dalle sue labbra non uscivano parole ma solo respiro pesante e corta proveniente a causa di un cuore che batteva all'impazzata, lui non se lo aspettava minimante e sembrava pietrificato alla mia affermazione.
A parlare era stato Antoine in piedi dietro a Dylan che mi guardava con la fronte corrugata e un espressione di spavento, agitazione e confusione espresso nel volto, io lasciai andare il polso di Dylan perché il mio corpo sembrò tirarmi giù come se non ci fosse più la gravità e tenermi in piedi e mi sentì mancare la terra sotto i miei piedi, il mio corpo cadde in un luogo infinito e con sè si portò tutta me stessa, scambiai lo sguardo terrorizzato di Antoine e il mio cuore smise di battere, un suo sguardo preoccupato era riuscito a mettere in caos il mio cuore e a fermarlo per capire come doveva funzionare.
"Tu non sei seria vero Kate?", parlò Dylan con un filo di voce senza incrociare il mio sguardo mentre io non sapevo cosa rispondere, avevo sia Dylan che Antoine davanti a me e non riuscivo a dire la verità, non ce la facevo.
"Kate parla!", disse Antoine severo come non mai, non mi aveva mai comandato così.
"Io...ecco...", iniziai balbettando ma poi chiusi la bocca e cercai di prendere un bel respiro senza guardare nessuno dei due, non ero una codarda e avevo già deciso, non mi sarei tirata indietro e non avrei cambiato idea, ero sicura di ciò che avevo scelto o almeno era ciò che mi convincevo.
"Sì rimango a Sydeny", ammisi ed ebbi paura di guardare i due uomini più importanti della mia vita.
"Non ci posso credere", disse Dylan e non capì se era contento o contrario alla mia scelta, era lui stesso che mi aveva chiesto di rimanere a Sydney e ora voleva che io ritornassi a Los Angeles? Veramente la mia testa non funzionava più e prima che potessi chiedere qualcosa a Dylan, lui disse rivolgendosi a me e Antoine, "Vi lascio parlare", per poi uscire dalla camera lasciandomi affrontare Antoine da sola.
"Dylan aspetta, c'entri anche tu in questa storia non puoi andartene così senza dire nulla", dissi cercando di fermare Dylan, avevo paura del litigio che stavo per avere con Antoine tra qualche minuto.
"Devi chiarirti bene le idee e parlare con Antoine prima di prendere una decisione così grande Kate", rispose lui.
"Sei stato tu a chiedermi di restare", dissi ormai disperata.
"Te l'ho detto in un momento di debolezza, non pensavo che mi avresti preso sul serio, non avrei mai pensato che potessi abbandonare Antoine per me, e non lo vorrei nemmeno perciò ti lascio parlare con lui, non fare cavolate ti prego e cerca di cambiare la tua decisione", mi spiegò e io corrugai la fronte e spalancai leggermente la bocca sorpresa dalla sua affermazione.
"Quindi tu non hai bisogno di me qui?", chiesi più confusa che mai.
"Sì certo tantissimo, ma lui ne ha bisogno di più, soprattutto ora, vai a parlargli Kate", disse e mi indicò Antoine che sembrava che non fosse più con noi, che si fosse estraneato in un mondo tutto suo, fissava il vuoto davanti a lui, il suo corpo si era lasciato andare in un senso di delusione ed era come se avesse perso tutto della sua vita in pochi secondi, come se il suo mondo fosse crollato e a me mi si spezzava il cuore vederlo ridotto in questo stato per colpa mia.
Io annuì a Dylan e lui uscì sospirando mentre chiusi la porta e mi avvicinai ad Antoine, gli toccai la spalla e lui sembrò sbalzare sul luogo, si girò e incrociò il mio sguardo, vidi il dolore e la tristezza nei suoi occhi blu scuro, gli occhi alla mia vista dei miei divennero rossi e lacrimanti e prima che qualche goccia ribelle gli potesse cadere, si spostò bruscamente da me senza toccarmi, "Antoine parlami ti prego", lo pregai quando passarono diversi minuti e lui non apriva bocca mentre metteva dentro la sua valigia i suoi vestiti in modo disordinato e velocemente, io ero rimasta incollata in quella stessa posizione sullo stesso luogo della camera siccome non riuscivo a muovermi e i miei muscoli mi sembravano essersi bloccati.
"Io ho deciso di rimanere perché Dylan stava davvero male qui da solo", cercai di iniziare da qualche parte ma non ricevetti nessuna risposta da parte sua perciò continuai, "Ci ho pensato davvero tanto e anch'io sentivo molto la sua mancanza a Los Angeles, lui non può trasferirsi con me in America per via dei genitori ma io potrei rimanere, David e Isabelle capirebbero".
Lui ridacchiò alla mia affermazione e mi sembrò una risata ironica causata dal dolore che gli stava bruciando il petto, io lo guardai preoccupata e lui finalmente incrociò il mio sguardo, "Non hai pensato neanche una volta a me vero?", chiese più deluso che arrabbiato.
"Sì che l'ho fatto, sei stato il mio primo pensiero", dissi mettendo la mano sul cuore dimostrando la mia pura sincerità.
"Allora perché vuoi lasciarmi?", chiese.
"Non voglio lasciarti, non potrei mai, ho pensato che comunque io e te ci vediamo raramente a Los Angeles e quando sarai ripartito per l'Accademia ti avrei visto ancora meno perciò la mia permanenza a Sydney o a Los Angeles non cambierà molto la nostra situazione, saremo lo stesso distanti e senza vederci per mesi", spiegai mentre avevo un mal di testa allucinante.
"Tu mi prendi in giro vero?", chiese lasciandomi completamente sbalordita.
"Cosa? Certo che no, perché dici questo?", chiesi scombussolata.
"Tu hai veramente fatto questo cazzo di ragionamento sulla nostra allontananza?", chiese ora inziando ad arrabbiarsi seriamente.
"Non capisco cosa intendi Antoine", dissi.
"A te non interessa un futuro con me, ero solo io che mi facevo idee a quanto pare", disse sedendosi sul letto, avevo distrutto Antoine sia dentro che fuori.
"Penso costantemente al nostro futuro insieme Antoine", risposi con gli occhi lucidi.
"Non ti sei resa conto del fatto che io tra pochi mesi mi laurerò e vorrò passare del tempo con te finché portò?", disse guardandomi con uno sguardo che trafisse il mio cuore, finché potrà, disse queste due parole con così tanta sofferenza che ebbi la pelle d'oca, c'era qualcosa di più dietro a quelle due semplici parole, qualcosa di molto doloroso e che lo stava torturando e io lo capivo perché i suoi occhi non mi mentivano mai.
"Non dicevi che non saresti riuscita a vivere senza di me? Allora perché ora vuoi stare in un paese dove per vederti devo viaggiare per tre giorni e non per tre fottute ore? Dimmelo Kate, spiegami perché prima mi dicevi che io e te non potremo stare lontani quando ora qui a essere la egoista sei tu! Non ti è passato per la testa che io potrò venire da Colorado a Los Angeles quando vorrò ma non potrò venire fino a Sydney? Perché Kate, perché cazzo non hai pensato a tutto questo prima di perdere questo diavolo di decisione?", chiese con le vene che gli pulsavano sul collo.
Io non risposi perché lui non aveva torto, non avevo pensato a questa possibilità che lui potesse prendere un aereo militare quando desiderasse e venire a Los Angeles per stare con me, era un opzione che non mi era passato per nulla per la testa e ora mi sentivo in colpa per non aver dato molta importanza alla distanza e capito bene tutte le vie per vederci spesso, ero stata veramente egoista e stupida, perché avevo preso questa decisione senza pensare bene? Non mi succedeva mai che decidessi qualcosa senza averci pensato bene a tutto, forse vedendo il dolore di Dylan nei suoi occhi, avevo perso la testa e deciso di fare la prima cosa che mi era venuto in testa, ovvero rimanere a Sydney.
"Kate capisco che vuoi tanto bene a Dylan ma non ne vuoi alquanto a me?", chiese e non ebbi in coraggio di guardarlo negli occhi perché gli avrei mentito, io lo amavo più di Dylan ma non potevo dirglielo, se lo avessi fatto allora non sarei mai più riuscita a stare a Sydney a salvare mio fratello.
"Sì che te ne voglio Antoine", risposi con la voce spezzata.
"Faccio fatica a crederci ormai Kate", disse e a quel punto alzai di scatto lo sguardo su di lui, come poteva dire una cosa del genere?
"Tu non puoi dire così, io ti voglio bene Antoine, più di quanto immagini!", dissi alzando leggermente la voce.
"Davvero? Perché a me sembra che ti importi di tutti gli altri tranne che di me", rispose e ciò spezzò il mio cuore in mille pezzi.
"Antoine come fai a dire così? Sono rimasta a Los Angeles per te, sono corsa da te quando ho sentito che ti avevano rapito, sono venuta con te a Sydney e non ho mai lasciato il tuo fianco, dimmi perché pensi così?", chiesi con le lacrime agli occhi e lui non rispose, aveva capito di aver detto un enorme cazzata, infatti abbassò lo sguardo e io sospirai esausta.
"Cerca di capirmi, ho preso questa decisione percependo il dolore che Dylan stava provando in mia assenza, non potevo far soffrire così tanto a mio fratello quando io stavo bene e realizzavo i miei sogni a Los Angeles, mi sentivo una traditrice e una cattiva sorella che non era al suo fianco quando lui più ne aveva bisogno", cercai di spiegargli la situazione in qualche modo.
"Sì Kate lo so, ha detto anche a me che non stava bene senza di te qui", disse e io spalancai la bocca, lui lo sapeva e non mi aveva detto nulla a riguardo? Non mi aveva detto che mio fratello stava male?
"Perché non me lo hai detto?", chiesi corrugando la fronte.
"E tu perché non mi hai detto della decisone prima?", rispose con un altra domanda.
"Perché l'ho presa solo qualche minuto fa", risposi anche se non ero del tutto sincera e lui sembrò capire.
"Qualche minuto? Kate non mentirmi, dimmi la verità, quando l'hai deciso?", chiese guardandomi con uno sguardo che mi fece venire la pelle d'oca.
"Una settimana fa", risposi abbassando lo sguardo colpevole.
"Una settimana fa?! E io lo scopro solo oggi mentre tu lo dici definitivamente a Dylan! Kate cosa sono? Un gioco per te? Non credi che sia importante per te? Che le mie parole non hanno valore per te? Non potevi venire  a parlarmi prima di prendere questa scelta? Potevo aiutarti come la prima volta e potevamo trovare una soluzione! Perché non sei venuta da me?", chiese alzandosi in piedi e guardandomi.
"Io...io non lo so", balbettai con le lacrime che prelevano per uscire.
"E non è la prima volta che non mi dici cosa ti preoccupa, tieni sempre le cose per te nella tua testa e non le condividi mai con me quindi non capisco che senso abbia essere in una relazione se non ci diciamo le cose", disse e io stranamente non sentì dolore dentro di me ma rabbia, sì ero arrabbiata perché lui aveva ragione.
"Esatto hai ragione e sai perché? Perché anche tu non mi dici mai niente e mi nascondi tutto", risposi ora con la mente che mi andava a fuoco e il cuore che bruciava di rabbia e delusione.
"Io lo faccio per proteggerti te l'ho già detto, è per il tuo bene mentre tu non lo fai per qualche ragione che io non capisco!", disse alzando leggermente la voce.
"Non lo faccio perché so già che hai troppe cose da pensare e non voglio appesantirti con i miei problemi! Perciò scusami se voglio che tu stia spensierato!", dissi.
"Non dirmi le cose non mi rende spensierato anzi mi preoccupa di più!", rispose.
"Allora smetti di preoccuparti di me, non ne ho bisogno, me la sono sempre cavata da sola!", dissi con una lacrima ribelle che mi scendeva non per tristezza ma per rabbia, avevo la brutta abitudine di piangere quando mi arabbiavo troppo.
"Hai ragione, dovrei smetterla, perché a quanto pare tu non hai bisogno del mio appoggio nel prendere qualche decisione o parlarmi per sentirti meglio", rispose indietreggiando di qualche passo dopo aver visto la mia lacrima scendere.
"A volte mi chiedo se sia stato un bene per noi due incontrarci", dissi ciò che stavo pensando a voce alta senza rendermene conto e lui lo sentì.
"Non lo dici suo serio vero?", chiese con un espressione distrutta, era come vedere un Antoine al limite dell'esaurimento.
"No...cioè le nostre vite sarebbero state meno complicate non credi?", chiesi e non capivo perché non la smettevo di parlare.
"Perché dici questo Kate?", chiese con gli occhi umidi.
"Insomma io sarei ritornata a Sydney e avrei condotto la mia solita vita di sempre come tu la tua e non ci sarebbero stati tutti questi casini", risposi, davvero non riuscivo a stare zitta, forse per ciò che stava ad avvenire tra poco.
"Non posso credere che tu l'abbia detto", disse lui con un filo di voce, era come se il suo respiro si fosse bloccato e il cuore frantumato in così piccoli pezzi che sarebbe stato difficile da riparare.
"Antoine dai lo sai bene che non lo stavo pensando sul serio, era per dire", dissi la verità, lui era la cosa migliore che mi era capitato e non avrei cambiato nulla di tutto ciò che avevo passato con lui.
"Kate basta smettila, non voglio più sentirti parlare, stai a Sydeny o fai quello che vuoi non mi interessa più", rispose distogliendo lo sguardo da me e buttandosi sul letto con gli occhi chiusi.
"Antoine scusami, non volevo dire quelle cose ti giuro", cercai di scusarmi.
"Avevi ragione, è meglio se non mi dici ciò che pensi perché le parole fanno male e io preferisco vivere nella funzione che ci sia amore tra di noi", rispose con la voce tremante.
"Il nostro amore non è finzione, è vero!", dissi questa volta con le lacrime di dolore sugli occhi.
"Non ne voglio più parlare, tu hai detto ciò che pensavi, hai sempre deciso tutto da sola e hai deciso anche di restare qui senza pensare che io sarei morto senza di te, non potrei respirare senza di te ma va bene, lo fai per tuo fratello e lo capisco, almeno uno dei due deve vivere per starti vicino no?", disse le frasi con così tanto ribrezzo che andarono dritti al mio cuore.
"Mi odi ora vero?", chiesi con le lacrime che iniziarono a scendere.
"Non potrei mai odiarti perché ti amo troppo e ora mi maledico per ciò, avrei voluto amarti di meno per non provare questo dolore straziante al petto che mi sta consumando", disse e io non riuscì a reggermi in piedi, dovetti aggrapparmi alla sedia accanto per non cadere per terra.
"Non dire così per favore", dissi ormai con le lacrime che scendevano a dirotto.
"Addio Kate, pensavo sarebbe durato di più", disse e lo vidi asciugare le lacrime.
"Non puoi farmi questo solo per una decisione che non era ancora sicuro!", urlai ma lui non rispose e spense la luce della stanza chiudendo gli occhi per non far scendere altre lacrime davanti a me.
"Antoine ti prego! Io ti ho perdonato tante volte e tu non mi dai nemmeno una seconda possibilità?", urlai di nuovo.
"Io non ti ho mai mentito", rispose freddo e distaccato.
"Quando cazzo ti ho mentito?", chiesi.
"Sempre, hai detto di amarmi ma non è mai stato veramente vero", rispose.
"To ho amato ogni secondo della mia vita dal primo giorno che ti ho visto", dissi disperata ma lui non rispose e io mi lasciai cadere per terra chiamandolo e chiedendogli scusa per la mi stupidaggine.
"Antoine non puoi essere così stronzo con me! Non con la tua Kate!", gridai con il poco di energia.
"Non sei più mia", disse con la voce roca spezzata e quelle furono le ultime parole che io sentì di lui e per lui furono i miei ultimi momenti da sveglia, prima di alzarmi in piedi e uscire dalla stanza correndo.
Scesi velocemente le scale per scendere giù  e aprì la porta della casa precipitandomi in strada correndo, le parole di Antoine stavano ancora echeggiando nelle mie orecchie, non potevo credere che tutto ciò che era accaduto era reale, lui non poteva avermi lasciato, non dopo che io lo avevo pregato e detto di amarmi con tutta me stessa, perché era stato così severo con me? Perché non mi aveva dato una seconda possibilità? Perché pensava che io non lo desiderassi e lo amassi quando lui era la mia unica ragione di felicità? Perché mi aveva trattata così per una banalità del genere? Perché Antoine? Perché avevi fatto così? Troppe domande mi stavano sorgendo in testa e non riuscivo più a ragionare con la mente annebbiata dal dolore e quella strana sensazione di sofferenza interna che uccideva ogni parte dove il cuore riusciva ancora a trasmettere il suo calore, il mio cuore stava morendo e non sentivo più il suo battito dentro si me, era come se tutto il mio interno fosse morto nel momento in cui Antoine mi aveva detto che non ero più sua, quelle parole erano state come del veleno che si era mischiato con il mio sangue e mi aveva portato a una morte lenta e dolorosa mentre la morte reale fisica si stava preparando per avvenire.
Ero persa nei miei pensieri, stavo naufragrando nel dolore e non mi ero accorta di essere finita in mezzo alla strada principale dove un camion mi stava suonando e puntando la luce contro, ero così persa in Antoine che non mi ero nemmeno resa conto di essere davanti alla morte e che un camion si stesse avvicinando a una elevata velocità contro di me, stavo ancora correndo con le lacrime che mi stavano scendendo, le lacrime provocate dalla persona che amavo, erano lacrime amare come il sapore del nostro amore, alzai lo sguardo verso la provenienza della forte luce nel mezzo del buio della notte rimanendo acecata e dovetti coprirmi gli occhi con la mano pietrificata sul posto, le mie articolazioni e i muscoli non collaboravano e non si muovevano, sembravano incollate alla strada e vidi tutto sfocato per quanto la testa mi stava girando, non sapevo cosa stava succedendo o cosa stava per accadere, non capivo più nulla, non sentivo nulla e non provano assolutamente nessuna emozione o sentimento, ero del tutto vuota dentro di me, però chiusi gli occhi d'istinto e vidi il volto di Antoine prima di sentire il mio corpo scontrarsi col mezzo e farmi perdere i sensi e sopportare il dolore dell'impatto perché nessun dolore sarebbe stato abbastanza di quello che avevo provato quando Antoine mi aveva detto di andarmene, quei occhi blu furono le ultime cose che la mia mente e il mio cuore mi mostrò prima di respirare il mio ultimo respiro.
_______________________________________

Beyond EverythingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora