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Inverno.

Sydney.

Faceva freddo, fuori il vento gelido strisciava contro le finestre, tamburellando le tapparelle in un movimento sinuoso, le piccole gocce di pioggia sbattevano sul vetro e facevano gocciolare piccoli spuntini dacqua lasciando indietro una scia di bagnato per tutto il suo tragitto, mentre alcune foglie svolazzavano, creando unimmagine degna di essere dipinta.
Il mio sguardo si posò per qualche secondo alla vista davanti, sentì un brivido di tranquillità invadermi mentre la coperta calda attorno alle spalle mi faceva compagnia, e il libro posato in grembo chiedeva di nuovo i miei occhi su di lei, ma io ero così incantata dal dolce paesaggio davanti che mi dimenticai di essere dentro a una stanza con il calorifero sotto le gambe.
Le note di Welcome to My Life dei Simple Plan mi risuonarono in testa e iniziai a canticchiarla, mentre distoglievo lo sguardo da quella vista ipnotizzante della pioggia e ritornavo nel mondo di Jo March, impressionandomi in lei, era così diversa da me eppure così simile, le sue avventure riempivano quel vuoto che mi portavo dentro ogni singolo giorno.
Era sabato tardo pomeriggio e le vacanze invernali di fine trimestre erano iniziate da una settimana, la scuola rimaneva sempre chiusa durante i due mesi di luglio ed agosto, il troppo freddo e la congelante neve rendeva difficile il trasporto da casa a scuola e tanti studenti non si presentavano in orario, oppure si assentavano; perciò, la scuola decideva di chiudere e rimanere aperta durante lestate.
L'Australia era sempre stata un paese diversa dalle altre, era come dire, allincontrario rispetto al resto del mondo, ed era per questo che mi piaceva, era unica, quando nel resto del mondo era estate da noi era inverno, e quando tutto il mondo festeggiava il Natale sotto la morbida neve bianca, noi la passavamo in spiaggia con il sole scottante sulla pelle.

Tra due mesi esatti avrei iniziato lultimo anno della High School e sarebbe stato il mio ultimo anno a Sydney, nella città in cui abitavo, con la quale avevo un rapporto di amore e odio, alcuni aspetti di questa città mi facevano sentire a casa e per certi aspetti non vedevo lora di lasciarla e scappare il più lontano possibile.
Amavo lambiente di Sydney, i suoi bellissimi luoghi, la favolosa spiaggia, la sua accogliente clima, la sua natura ma, nutrivo emozioni contrastanti riguardo alla scuola che frequentavo.
L'istruzione nella mia scuola non era uno dei migliori, e anche se tutti gli studenti erano molto amichevoli e non scorreva alcun cattivo sangue tra di noi, io non mi trovavo bene, dentro al mio petto cera sempre quella costante sensazione di trovarmi fuori luogo.
Da un lato ero contenta di dover lasciare Sydeny tra un anno per trasferirmi allUniversità di Melbourne ma da un lato questo significava lasciare la mia adorata famiglia, volevo bene i miei genitori.
Non potevo confermare che erano sempre stati dei genitori perfetti ma ne erano stati nel gran parte del tempo, casa mia è sempre stato un ambiente caloroso e protetto, dove io ritornavo ogni sera per sentirmi amata e me stessa. Quando tutto il mondo fuori dalla porta rideva di me, questa casa mi riportava il sorriso e per nulla al mondo avrebbe lasciato che una mia lacrima cadesse per terra, lavrebbe sempre raccolta e mi avrebbe dato più coraggio di prima per affrontare il giorno seguente.
Avevo anche un fratello, era più grande di me di qualche mese, ed era una cosa che non riuscivo ancora a capire nei miei 18 anni di vita, mi ero chiesta più volte la ragione per la quale lui era mio fratello biologico, ma non mio gemello.
Avevo provato a chiedere spiegazioni ai genitori ma non erano mai stati chiari sulla questione, facevano sempre un sacco di giri di parole e mi confondevano più di prima, io e Dylan avevamo anche cercato di ricavare qualche informazione dallesterno ma tutto ci portava in un salto nel buio, ritornavamo sempre alla domanda iniziale senza alcuna risposta.
Perciò al compimento dei miei 13 anni avevo lasciato perdere, mi piaceva la stabilità e non volevo scoprire qualcosa che avrebbe catapultato la mia vita e messo sottosopra ogni cosa, il caos mi spaventava.
Dylan era la mia roccia, era la persona a cui avevo dato il mio cuore per proteggerla e custodirla senza che si facesse male.
Lui mi aveva promesso che si sarebbe preso cura di quel mio danneggiato cuore, e le avrebbe dato il calore che necessitava per rimanere viva.
Il mio rapporto con mio fratello Dylan era qualcosa di inspiegabile, non riuscivamo mai a descrivere il perché ci volevamo così tanto bene, perché ci conoscevamo così tanto fino in fondo.
Certe volte io lo conoscevo più di sé stesso e lui riusciva a interpretare i miei pensieri prima che io potessi elaborarli, avevamo un legame intrecciato, ci urlavamo contro e poi due secondi dopo scoppiavamo a ridere.
Dylan era la mia coperta preferita, le sue braccia formavano sempre un abbraccio caloroso attorno al mio corpo, e quando tutto mi sembrava sul punto di crollare, quando tutto andava male, lui mi prendeva per mano, mi aiutava a stare in piedi e diceva di camminare a testa alta.
Nessuno sarebbe mai stato in grado di coprire quel suo posto riservato nel mio cuore, o forse, nessuno era ancora riuscito a oltrepassare quel suo amarmi, il suo era un amore fraterno, e non avevo ancora provato altro amore nella mia vita.
Ma un singolo battito del mio cuore mi fece tremare la mente e mi fece provare una strana sensazione al petto, come se un nuovo lato dellamore stesse vagando verso la strada del mio cuore e due paia di occhi stessero solo aspettando di incrociare i miei.
Sbattei velocemente gli occhi quando il libro mi cadde dal grembo e toccò il morbido tappeto, non capivo che mi era appena successo, e non riuscì a decifrare il perché della nascita di questa nuova sensazione dentro di me.
Chi mi stava aspettando?
Di chi erano quegli occhi che volevano impazientemente posare sui miei?
Chi mi stava facendo provare questa nuova versione di amore a me non nota?
Chi era lui?
Non lo conoscevo, non sapevo chi fosse, non lo avevo mai visto, non lavevo mai immaginato, ma i miei pensieri lo avevano appena creato nella mia mente confusionaria e il mio cuore era pronto per accoglierlo.
Era davvero incredibile come un sentimento avesse così tanto potere e potesse creare la visione sfocata di una nuova figura che avrebbe cambiato tutta la mia esistenza.

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