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Era mattina e io ero sveglia da dieci minuti ad ammirare la bellezza di Antoine mentre dormiva.
Sembrava un angioletto e la sua bellezza innaturale lo rendeva divino.
Anche di prima mattina mentre dormiva sembrava perfetto.
Ma cosa avevo fatto per meritarmelo?
Scuotai la testa e sorrisi, lo amavo, ero follemente innamorata di lui.
Feci per scendere dal letto ma rimasi bloccata con la sua mano che teneva il mio polso.
Mi girai e lo vidi sorridere ancora con gli occhi chiusi, incarcai un soppraciglio e mi avvicinai a lui.
Lo rimasi a fissare senza profilare parola e lui si sgranocchiò prima di aprire gli occhi e guardarmi reggendosi la testa con le mani.
"Buongiorno Katherine", mi disse con un sorrisetto.
"Buongiorno Antoine", risposi io perplessa.
"Mi hai ammirato abbastanza o vuoi che ritorni a far finta di dormire così puoi continuare a guardarmi per ancora un po'?", mi chiese sorridendo.
Io aprì la bocca e spalancai gli occhi di stupore, era sveglio prima di me, non valeva svegliarsi prima però.
"Sei uno stupido", dissi lanciandogli un cuscino in volto.
Lui scoppiò a ridere, spostò il cuscino, e io rimasi a guardarlo ridere, aveva una risata contagiosa che fece ridere pure me.
"Da quanto sei sveglio?", chiesi quando ci calmammo dalle risate.
"Molto prima di te ma non volevo spostarmi, volevo rimanere abbracciato a te perciò ho fatto finta di dormire", mi rispose guardandomi.
"L'avevi fatto anche l'altra mattina all'hotel", dissi io spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Perché mi piace vederti mentre dormi spensierata e quanto sei bella", disse fermando la mia mano e spostando lui stesso la ciocca dietro al mio orecchio.
"Allora non sono l'unica", sussurrai ma lui mi sentì e prese il mio volto tra le sue mani prima di avvicinarsi a me.
"No, non lo sei", mi rispose e mi baciò.
Fu un bacio di buongiorno pieno di dolcezza e delicatezza.
Ci staccammo e lui mi sorrise prima di scendere dal letto, non avevo notato che si era addormentato senza maglietta e solo in boxer.
Io arrossì rendendomi conto che avevo passato tutta la notte con lui solo in boxer.
"Che c'è?", mi chiese vedendomi a disagio e con le guancie a fuoco.
"Nulla", risposi distogliendo lo sguardo da lui.
Credo che lui capì, infatti lo sentì ridacchiare e quando lo guardai, lo vidi scuotare la testa.
"Sei così genuina e pura Kate", disse dolcemente e io lo guardai confusa.
"Insomma, io dormo sempre così amore, non devi imbarazzarti di questo", mi disse e a quel punto tratenni il respiro, lui mi leggeva nella mente, anzi, sapeva cogliere ogni mio sentimento.
"Mi dovrò abituare allora", risposi più a me stessa che a lui ma lui ridacchiò comunque prima di entrare in bagno.
Io sospirai e sorrisi come un ebete prima di alzarmi dal letto e siccome Antoine aveva occupato il bagno prima di me, aprì la finestra per far entrare un po' di luce e aria fresca di prima mattina.
Ci eravamo svegliati molto presto nonostante la stanchezza di ieri sera, erano solamente le otto di mattina.
Sentì il rumore dell'acqua della doccia scendere e capì che Antoine si stava facendo una doccia, ma perché si lavava così presto la mattina?
Sarà una delle sue abitudini dell'Accademia, come svegliarsi presto ed essere sempre pulito e ordinato.
Infatti la sua parte della stanza con la sua valigia e le cose erano in perfetto ordine, al contrario del mio che era un casino totale.
Tutti i miei vestiti erano ammassati perciò nel frattempo che Antoine usciva dal bagno decisi di riordinare la stanza e fare il letto.
"Kate!", sentì ad un tratto Antoine chiamarmi dal bagno.
Il bagno non era dentro la camera, si trovava nel corridoio e solo io e Dylan la usavamo, fortunatamente lui stava ancora dormendo.
"Dimmi", risposi fuori dalla porta del bagno e bussando sopra ad essa per farmi sentire.
"Entra", mi disse e io spalancai gli occhi.
"Cosa?", finsi di aver capito male.
"Entra ti ho detto", ripeté.
"No, tu stai facendo la doccia", risposi.
"Entra, non si vede nulla", mi disse e io sentì il mio cuore battere forte.
Sapevo che era ancora sotto la doccia per via del rumore dell'acqua, allora perché mi stava dicendo di entrare?
Abbassai lentamente la maniglia e presi un bel respiro prima di entrare in bagno e chiudermi la porta dietro le spalle.
Chiusi immediatamente gli occhi una volta dentro il bagno e un ondata di calore mi invase il corpo.
"Kate puoi anche aprire gli occhi sai", lo sentì dire e io scuotai la testa.
"Kate non sono nudo davanti a te", mi disse e sentì le guancie arrossire, aprì lentamente gli occhi e ciò che vidi fu solo il vapore dell'acqua calda attorno a me.
Solo dopo aver cercato bene con lo sguardo Antoine, lo vidi dietro la vetrata che separava la doccia dall'esterno a guardarmi con i capelli bagnati e che gli ricadevano sulla fronte.
"Mi passi l'aciugamano?", mi chiese indicandomi l'aciugamano che stava affianco a me.
"Potevi prendertelo", dissi mentre prendevo l'aciugamano e avanzano verso di lui.
Gli porsi l'aciugamano stando a distanza e lui agrottò le sopracciglia.
Prese l'aciugamano ma continuò a tirarla e io non lasciai andare perché se lo lasciavo, cadeva per terra e si baganava tutta.
Tirava sempre di più e io avanzavo verso di lui, aveva uno sguardo malizioso ma confuso allo stesso momento e io non capivo che intenzioni aveva.
Ero a qualche passo da lui e la vetrata che ci separava, solo il suo volto stava fuori dalla vetrata, oltre a ciò dentro era completamente senza vestiti.
"Anto, prendi l'aciugamano", dissi con la voce tremante.
"Perché Kate?", chiese e aggiunse con la voce roca, "Ti vergogni a vedermi senza vestiti?".
"Certo", risposi con il respiro corto.
"Perciò non vorresti mai vedermi nudo?", chiese guardarmi dritto negli occhi.
"Antoine ma che domande fai!", risposi scandalizzata e scioccata con le guancie e il resto del corpo che andavano a fuoco.
"Kate sembra quasi che ti faccia schifo vedermi così", mi disse prendendo l'aciugamano e con un espressione delusa sul volto.
"Non è vero", risposi scuotando la testa.
"Sì invece, ti stai comportando come se non fossi io, non fossi il ragazzo del quale sei innamorata ad essere senza vestiti, come se fossi qualcun'altro", disse e sentì l'irritazione nella sua voce prima che ritornasse completamente dentro la doccia a chiudere l'acqua ed asciugarsi.
"Anto, sai che non è così, solo che non sono abituata a queste cose. Sono nuove per me", risposi incrociando le braccia al petto e indietreggiando di qualche passo per lasciarlo uscire dalla doccia.
Lui uscì con già i boxer adosso e non mi guardò nemmeno prima di andare verso l'asciugacapelli e accenderlo.
Io sospirai e mi avvicinai a lui, gli chiesi se potevo avere l'aciugamano e lui me la diede con un espressione neutrale.
L'accesi e gli indicai di abbassarsi siccome era alto e non arrivavo alla sua testa.
Iniziai ad accarezzare lentamente i suoi capelli mentre asciugavo con l'asciugacapelli.
Lui era seduto sul bordo della vasca da bagno mentre io in piedi accanto, mi prese per i fianchi e mi posizionò in mezzo alle sue gambe.
Sorrisi senza farlo notare e continuai ad asciugargli i capelli delicatamente.
L'avevo fatto parecchie volte a Dylan perciò ero abituata e sapevo come fare.
Finì presto perché aveva i capelli corti e riposizionai l'asciugacapelli al suo posto spegnendola.
Dopodiché posai le mani sulla sua spalla e lo guardai quando lui mi stava già fissando.
"Antoine io non provo nulla di brutto o cattivo quando ti vedo così anzi mi piace molto. Ma devo ancora adattarmi a tutto ciò, devi capire che non ho mai avuto un ragazzo e non avevo nemmeno amici maschi. Solo Dylan era l'unico ragazzo con il quale ho avuto a che fare ma lui è mio fratello perciò è diverso. Io quando ti vedo anche solo senza la maglietta vado in iperventilazione e pensa un attimo, vederti senza tutto cosa mi provoca. Insomma ho solo bisogno di tempo per metabolizzare le cose, è tutto fottutamente bello e nuovo per me", gli spiegai dolcemente.
Lui mi fece sedere sopra le sue gambe e sentì un scossa lungo tutto il corpo e rabbrividì.
"Lo so Kate, scusami se sono stato così duro con te", mi disse.
"Capita a volte, non devi scusarti, sono io quella che si fa mille problemi", risposi acarezzandoli la mascella con le dita.
"Però io non mi farò molti problemi a vederti senza vestiti, anzi credo che mi piacerà molto, non aspetto altro", disse soffocando una risata e con un sorriso malizioso sul volto.
"Sei un pedofilo!", esclamai io spalancando gli occhi e arrossendo.
Mi alzai bruscamente dalle sue gambe e uscì dal bagno accompagnato dalle sue risate.
Una volta uscito, mi tappai la bocca con la mano per contenere le mie risate e andai a sbattere contro una schiena.
Ancora ridendo alzai lo sguardo per vedere chi era e la mia risata scomparve quando gli occhi di Cameron incrociarono i miei.
Mi paralizzai all'istante e la confusione prese posto nella mia testa.
Che ci faceva lui così presto a casa nostra?
"Ehi Kate", mi chiamò Antoine e uscì fuori dal bagno ancora ridendo ma pure la sua risata scomparve quando vide la faccia di Cameron.
Lo sguardo di Cameron passò da me ad Antoine e viceversa e la sua espressione piena di stupore nel vedere noi due uscire insieme dal bagno si trasformò in rabbia, gelosia e delusione.
Nessuno di noi tre parlava e il gioco stava solo nei sguardi, alla fine quando io non riuscì più a reggere il suo sguardo, decisi di entrare in bagno a lavarmi finalmente i denti e prepararmi.
Lasciai Antoine e Cameron fuori dal bagno sperando che non si prendessero a pugni e continuai a origliare dietro la porta per sentire se stavano parlando ma l'unica cosa che sentì furono dei passi scendere le scale e altre allontanarsi.
Mi sbrigai a lavare i denti e sistemarmi, dopodicchè uscì velocemente dal bagno ed entrai direttamente in camera per togliere il pigiama e mettere altri vestiti.
Una volta entrata in camera, vidi Antoine che si stava mettendo una maglietta, io optai per un paio di pantaloni color kaki larghi a vita alta e una semplice maglietta bianca corta.
Lui uscì fuori dalla stanza e quando finì di cambiare entrò di nuovo.
Rimasi struccata perché credevo che la pelle senza trucco era meglio quando non serviva e non era essenziale per il momento.
Ormai Antoine mi aveva vista nei peggiori delle mie condizioni e non mi facevo problemi a stare senza trucco davanti a lui.
Io non mi reputavo bella struccata e c'erano molte ragazze belle naturali però ad Antoine piacevo comunque.
Anzi non ero granché in confronto alla sua bellezza però lui mi accettava comunque e non potevo che amarlo di più, anche se l'incertezza rimaneva lo stesso.
"Che ci fa lui qui a quest'ora?", mi chiese lui riferendosi a Cameron.
"Non ne ho la minima idea", risposi facendomi una coda alta.
"Beh andiamo sotto e scopriamolo", mi disse e insieme a lui uscì dalla camera.
Arivammo in salotto e vidi Cameron prepararsi del caffè in cucina.
Io e Antoine ci scambiammo uno sguardo ed entrammo in cucina.
Cameron fece finta di non accorgersi di noi e continuò a fare il caffè mentre Antoine iniziò a preparare la colazione.
Decisi di sciogliere il ghiaccio per prima siccome era casa mia e non gradivo la presenza di certi casi umani già a partire dalla mattina.
"Dove sono tutti?", chiesi rivolgendomi a Cameron.
"Boh", rispose con un alzata di spalle.
Beh almeno aveva risposto, credevo che mi avrebbe ignorata.
"Emma, tuo papà e tua zia?", chiesi precisando.
"Ma hai problemi all'udito per caso? Ti ho risposto prima con boh", puntualizzò.
Antoine si girò per guardarlo in modo minaccioso per avermi parlato senza rispetto ma io lo guardai e assicurai che era tutto apposto.
"Allora che ci fai qui tu da solo?", chiesi incrociando le braccia al petto.
"Avevo voglia di caffè", rispose.
"Esiste Starbucks o il bar del Hotel", dissi guardandolo.
"E se io volessi preparami il caffè da solo qui? Hai qualche problema?", chiese guardandomi in modo annoiato.
"È casa mia e non puoi permetterti di fare ciò che vuoi", risposi alzando leggermente il tono.
"Ehi Cameron regola il tono", intervenne Antoine guardandolo.
"Ok scusatemi", disse alzando le mani in segno di resa e poi aggiunse, "Sono tutti usciti fuori verso le 5 di mattina per fare una camminata verso le zone dei monti".
"Tutti? Chi?", chiesi confusa.
"Tutti tranne noi tre", rispose bevendo un sorso del suo caffè.
"Perché non ci hanno avvisato?", chiese Antoine porgendomi una tazza pieno di cereali e latte.
Cameron notò il dolce gesto di Antoine di prepararmi la colazione e si alzò dal tavolo.
"Volevano che prendiate del tempo per riposarvi dopo il lungo viaggio che avete fatto", mi rispose prima di uscire dalla cucina.
Io scuotai la testa, Dylan mi avrebbe avvertito o almeno chiesto se volevo andare nonostante la stanchezza, avrebbe lasciato un messaggio.
"Tu perché non ci sei andato?", chiesi seguendolo.
"Non mi andava di camminare", rispose buttandosi su una poltrona.
"Beh potevi startene all'hotel anziché occupare casa mia", risposi irritata.
"Ma che diavolo di problemi hai con me scusa?", chiese sbuffando e guardandomi.
"Molti e non gradisco la tua presenza", risposi diretta.
"Fatti i cazzi tuoi e io mi faccio i miei, così stiamo tutti in pace", mi disse accendendo la tv.
Io sospirai innervosita e ritornai in cucina, era completamente inutile parlare con lui.
Dovevo tirarlo fuori da casa mia, non volevo che la persona che mi aveva separato da Antoine e messo in grave pericolo stesse a qualche metro da me.
Mi sedetti al tavolo bruscamente e Antoine mi guardò preoccupato.
"Devo chiamare Dylan", gli dissi e presi il telefono.
Squillò parecchie volte ma Dylan non rispose e nemmeno Emma quando la chiamai.
Lanciai il telefono sul tavolo per il nervosismo e mi passai una mano tra i capelli sbuffando.
"Ehi Kate calmati", mi disse Antoine acarezzandomi le spalle.
"Come faccio a stare calma se c'è Cameron a casa mia!", risposi guardandolo.
"Non possiamo farci nulla, non potremo mica buttarlo fuori", cercò di farmi ragionare.
"Non ti da fastidio che sia qui?", chiesi guardandolo e agrottando le soppraciglia.
"Ora è qui, cerchiamo di ignorarlo e lasciamolo fare ciò che vuole, è figlio di un amico dei tuoi, non possiamo comportarci male e creare scena. Noi non siamo maleducati e stupidi come lui, agiremo da furbi e usando la testa così nessuno finisce nella merda", mi spiegò sospirando.
"Non capisco proprio come fai a stare così calmo in situazioni del genere e soprattutto a pensare a certe cose che nemmeno mi passerebbero per la testa", gli dissi alzando le sopracciglia.
"Sono un aspirante militare amore, queste sono le basi", mi disse vantandosi.
Gli feci la linguaccia e roteai gli occhi mentre lui ridacchiò.
"Che facciamo ora? Abbiamo una giornata libera a quanto pare", gli dissi buttando un occhio sul cellulare nella speranza di vedere un messaggio da Dylan ma rimasi delusa a vedere nulla sulla mia schermata.
"Non so io, non è la città in cui ho vissuto per 17 anni sai", mi disse con un sorrisetto.
Oggi Antoine era troppo ironico e sarcastico.
"Ok beh se vuoi possiamo andare a camminare un po in giro", proposi.
"Così puoi farmi vedere i luoghi che frequentavi e potrò conoscerti meglio", mi disse avvicinandosi.
"E potremo mangiare nel mio ristorante preferito perché non ho voglia di cucinare", risposi io prendendolo per i fianchi e avvicinandolo ancora di più a me.
"E poi magari potrai farmi conoscere anche i tuoi amici", disse abbassando leggermente la voce mentre il suo volto stava a qualche centimetro dal mio.
"Non ne ho tanti qui sai", dissi mentre il mio naso sfiorava il suo.
"Ah sì?", chiese sorridendo e io annuì prima di baciarlo.
"Ah Maria vergine", sentì Cameron sospirare.
Aprì immediatamente gli occhi e mi girai per vedere un Cameron che stava cercando qualcosa nei cassetti.
Io e Antoine lo stavamo fissando per qualche spiegazione e quando lui si accorse delle nostre occhiatacce, rise.
"Ragazzi calma, mi state guardando come se volete uccidermi. Ero venuto per prendere un pacchetto di patatine e vi ho visto così perciò ho preso un colpo, non pensavo foste qui", disse guardandoci e passandosi una mano tra i capelli imbarazzato.
Ma che le succede?
Sta cercando di essere un amico per caso?
E stava parlando civilmente come se non fosse geloso di Antoine.
Perché si stava comportando così?
Io non risposi ma vidi Antoine annuire serio, Cameron sorrise e uscì dalla cucina con le patatine in mano.
"Ma a che gioco sta giocando?", chiese Antoine pensieroso.
"Non ne ho la minima idea", risposi esausta.
"Vabbè dai andiamo a prepararci e usciamo", disse Antoine e annuì.
Uscì dalla cucina e vidi Cameron che guardava beato la tv e rideva per il programma comico che stava andando in onda.
Agrottai le sopracciglia e scuotai la testa, era veramente un ragazzo bipolare.
Prima mi urla e poi fa il simpaticone, non credo che mai lo capirò.
Sospirai e salì le scale, entrai in camera e mi truccai leggera per poi cambiare outfit e mettermi una gonna di pelle nera corta a vita alta che arrivava a metà coscia e una camicia a righe infilato dentro alla gonna.
Lasciai i capelli sciolti lisci e misi gli anfibi neri, presi la mia borsetta e mi ricordai di aver dimenticato il telefono in cucina.
Dissi ad Antoine che avevo finito siccome lui aspettava fuori dalla camera mentre mi cambiavo e che andavo a recuperare il cellulare, lui entrò nella stanza e si mise a cambiare.
Scesi di sotto e presi il cellulare dalla cucina e mentre stavo per ritornare in camera, Cameron mi chiamò.
"Dove state andando?", mi chiese, volevo ignorarlo ma una piccola parte buona di me voleva rispondergli.
"Fuori", risposi perciò semplicemente.
"Posso venire con voi? Mi sto annoiando da solo", disse alzandosi dal divano e guardandomi.
Io spalancai la bocca e lo guardai storto, stava scherzando vero?
"Tu mi stai prendendo in giro vero?", chiesi quasi ridendo di esasperazione.
Lui scuotò la testa in risposta intendendo un no.
"No invece io credo che tu mi stia proprio prendendo in giro. Stai facendo finta che tu non abbia fatto un cazzo, che non abbia rovinato la mia vita e che stia andando tutto bene. Perché diavolo stai fingendo?", chiesi ormai al limite di questa storia, non ne potevo più di tenermi dentro le cose.
"Ma che stai dicendo Kate? Sei tu che ti sei allontanata da me. Io avevo pure cercato di perdonarti e andare avanti dopo che mi avevi nascosto il tuo bacio con Antoine", mi disse lui.
"Lo so, so di aver sbagliato una volta ma quello che tu avevi fatto dopo ciò è stato disumano e da stronzi, io ti consideravo un mio amico e mi hai distrutta", dissi alzando la voce.
"Ma che cazzo ho fatto? Dimmelo perché io non ne proprio la minima idea", rispose lui al mio stesso tono.
"Come non sai cosa hai fatto? Cameron ma ci sei con la testa o sei solamente un pezzo di merda?", chiesi ormai gridando e con le lacrime che premevano per uscire.
"Sì sono un pezzo di merda ma se tu mi dicessi che diavolo ho fatto almeno ti direi se lo sono veramente", disse lui cercando di calmarsi.
"Hai photoshoppato una nostra foto è fatto in modo che mostrasse che ci baciavamo e l'hai mandata ad Antoine per rovinare in mio rapporto con lui siccome eri troppo geloso!", finalmente riuscì ad affrontare questa fatidica faccenda con Cameron.
In volto di Cameron mi spezzò, aveva lo sguardo perso nel vuoto e il viso pallido mentre la bocca e gli occhi erano spalancati.
Dentro di me sentì una strana sensazione, ero arrabbiata, triste, delusa, libera perché finalmente stavo riuscendo ad affrontare la questione con lui ma qualcosa non mi convinceva.
E se lui non c'entrava nulla?
"Hai perso le parole? Ora non dici nulla vero? La verità viene sempre a galla Cameron", dissi incrociando le braccia al petto.
Lui si fece cadere sul divano sedendosi, passandosi una mano tra i capelli e scuotando la testa.
"No...n..n..non è possibile", balbettò guardandomi con le lacrime agli occhi.
"Cosa non è possibile? Che ti ho scoperto?", chiesi guardandolo.
"No Kate, io non ho fatto nulla, non so di che stai parlando", disse alzandosi dal divano.
"Sì che sei stato tu Cameron, ora non cercare di mentire per risolvere tutto e migliorare la situazione", dissi rivolgendogli uno sguardo infuocato.
"Ma chi ti ha detto che sono stato io? Perché veramente io non ne so assolutamente nulla", mi pregò lui, quasi quasi s'inginocchiava davanti a me per quanto era disperato.
"Matt mi ha mostrato una tua chat con lui dove esplicitamente c'era scritto che era opera tua", confessai, non volevo mettere dentro Matt o fare il suo nome ma era la verità ed era stato lui a confermarmi che era stato Cameron a fare tutto ciò.
"Matt? Io e lui non ci scriviamo da un sacco di tempo ormai, è impossibile Kate, ti scongiuro, fidati di me", disse e a me venne quasi da ridere malinconicamente, davvero mi stava dicendo di fidarmi di lui?
"Sarai l'ultima persona in questo mondo di cui mi fiderò", risposi con così tanto disprezzo che lui abbassò la testa intimidito.
"Ti giuro che io non ho fatto nulla per rompere il tuo rapporto con Antoine da quando ho capito che sei innamorata di lui, mi sono fatto da parte", disse poi dopo qualche secondo di silenzio, alzando il volto, e avanzando verso di me con gli occhi lucidi.
Io alzai una mano per bloccarlo e non farlo avanzare verso di me.
"Certo, l'hai capito dopo aver rovinato tutto ciò che avevo costruito con lui", dissi stanca e esausta da questa situazione, infatti aggiunsi, "Cameron basta, finiamola qui, io non voglio avere a che fare con te perciò ammetti di aver mandato quel cazzo di foto e smettiamo di parlarci come prima che era meglio".
Provavo odio nei i suoi confronti e il fatto che lui non stava ammettendo la verità, mi stava innervosendo parecchio, quasi al limite.
Lui si fermò qualche secondo a fissarmi dritto negli occhi e sentì un brivido scorrermi lungo la schiena, davvero Cameron aveva avuto il coraggio di farmi, a me, uno scherzo così orrendo? Sì a quanto pare.
"Kate, quando ha ricevuto Antoine quel messaggio con la foto?", chiese serio e con lo sguardo concentrato su di me, come se si stesse ricordando di qualcosa, beh era ora.
Feci per rispondere ma sentì Antoine scendere le scale e dopodicchè affiancarmi.
"L'ho ricevuto dopo che avevi lasciato la casa di tua madre", rispose Antoine al posto mio guardando Cameron neutro e senza espressioni sul volto.
Io mi girai confusa verso Antoine, come faceva lui a sapere che Cameron aveva lasciato la casa di sua madre?
"Ecco! Allora combacia tutto! Non sono stato io!", esultò Cameron.
"Che diavolo stai dicendo?", chiesi a Cameron con l'espressione annoiata.
"Kate, io quando me ne ero andato via dalla casa di mia madre non avevo portato il cellulare con me, lo avevo lasciato lì, infatti dopo ho dovuto prendere uno nuovo perché non sono più ritornato a casa di mia madre per motivi di sicurezza", cercò di spiegarmi Cameron.
"E quindi? Questo non prova nulla", chiesi, cosa c'entrava tutto questo con la foto?
"Già prima di lasciare la casa di mia madre, non mi sentivo più con Matt perché era cambiato e si comportava in modo distaccato con me, forse perché con te io non avevo un bel rapporto e a lui questa cosa dava fastidio, ma dopo aver preso il nuovo telefono non gli ho scritto e non aveva il mio nuovo numero perciò io e lui non ci siamo mai scritti, quella chat era falsa", disse Cameron cercando di calmare il suo respiro e il battito accelerato prendendo respiri profondi.
"Ah quindi ora è colpa di Matt? Stai dicendo che mio fratello mi ha mostrato una chat falsa per rovinare la mia felicità? Ma tu ci pensi quando parli?", chiesi a Cameron tra i denti e con aggressione mi avvicinai a lui per dargli una sberla, stava accusando Matt? Come cavolo osava farlo?
"Ehi Kate calma", mi tratenne Antoine prendendomi delicatamente le braccia con le mani e Cameron indietreggiò.
"No! Come fai tu a stare così tranquillo? Non dovresti prenderlo a pugni per aver rovinato la nostra relazione?", chiesi ora rivolgendomi ad Antoine arrabbiata e liberandomi dalla sua presa.
"Sì dovrei ma non vorrei commettere un errore picchiando la persona sbagliata", disse e io agrottai le soppraciglia.
Ma che cazzo aveva Antoine? Perché stava diffondendo Cameron?
Antoine capì la mia confusione e sospirò, dopodicchè mi prese per mano contro la mia volontà e mi fece sedere su una poltrona per poi guardarmi.
"Tira fuori il cellulare", ordinò Antoine a Cameron, il che eseguì all'istante e lo posò sul tavolino.
Antoine prese il suo cellulare e chiamò qualcuno guardando il cellulare di Cameron ma non successe nulla e poi chiamò qualcun'altro sempre con lo sguardo puntato verso il cellulare di Cameron ma non accadde nulla nemmeno questa volta.
A questo punto Antoine digitò qualcosa sul suo telefono e lo mostrò a Cameron.
"Questo è il tuo numero?", chiese Antoine a Cameron, il che leggendo lo schermo del telefono scuotò la testa.
"È quello vecchio, quello che avevo lasciato a casa di mia madre", rispose Cameron in tutta sincerità.
"E questa?", chiese Antoine mostrandogli un'altro numero.
"È questa che ho ora", ammise Cameron e Antoine provò a chiamarlo, infatti il telefono di Cameron squillò.
Antoine annuì sospirando e mise via il telefono per poi accomodarsi davanti a me e guardarmi.
In tutto ciò io ero sempre più incasinata e non ci stavo capendo più nulla.

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