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"Kate sveglia!", mi urlò qualcuno all'orecchio. Non sopporto coloro che mi svegliano la mattina gridando.
Aprì gli occhi a malavoglia solo per vedere la faccia del disgraziato la mattina presto.
Appena accorsi che si trattava di Emma, presi tutta la forza del mondo per prendere un cuscino e lanciarle adosso con violenza.
"Ahia Kate, sei proprio dolce la mattina", rispose lei lamentandosi e massaggiandosi il braccio.
"Essendo mia migliore amica dovresti sapere che mi danno fastidio le persone che mi svegliano come mi hai svegliato tu", le spiegai sistemandomi meglio il cuscino per ritornare a dormire.
"Dai Kate svegliati ti prego", insistò lei balzando sopra il letto e tirandomi giù le coperte e infastedendomi di più.
"Sì può sapere perché tu la mattina sei pieno di positività e voglia di vivere?", le chiesi guardandola infuriata.
"No, non sempre, almeno quando devo andare a scuola no. Ma ieri c'era la festa sai", rispose lei abbassando la voce e imbarazzandosi leggermente mentre diceva l'ultima frase.
Io spalancai gli occhi e mi svegliai pienamente.
"Non...dirmi...che..che...l'avete fatto?", chiesi balbettando.
"No ma che pervertita che sei Kate! Ma ti pare!", rispose lei come se fosse schifata dalla mia domanda e mi lanciò un cuscino in faccia.
"Ok scusa ma nel modo in cui dicevi 'ieri c'era la festa' ", dissi imitandola e aggiunsi, "Mi sembrava l'unica cosa palese che avreste fatto".
"Sai che non lo farei così presto, mi conosci", disse lei.
"Va bene ma ora dimmi cosa avete fatto allora?", chiesi sbadigliando.
"È stata la serata più bella della mia vita", disse e mi raccontò di quanto hanno ballato e si sono divertiti insieme e che Dylan è un ragazzo dolcissimo.
Quando finì la guardai perplessa.
"È per dire queste cose zucchero miele tu mi hai svegliata?", chiesi socchiudendo gli occhi.
Lei sembrò offesa e mise il broncio come una bambina prima di tirarmi cuscini in continuazione finché non caddì dal letto.
"Ok ok mi arrendo", le dissi ridendo e prendendo fiato.
"Bene, dai vai a lavarti i denti che dobbiamo uscire e fare un sacco di cose per Sabato", mi ordinò tirandomi su da terra ma io mi piantai davanti a lei con le braccia incrociate al petto.
"A proposito di Sabato, tu sapevi tutto e non mi hai detto niente?", le chiesi.
Lei sospirò come se aspettasse solo che io facessi quella domanda.
"Kate non posso e ti prego non fare altre domande", mi rispose.
Era la prima volta che Emma mi rispondeva così sicura e quasi ordinandomi qualcosa perciò non opposi resistenza ed entrai in bagno a rinfrescarmi e prepararmi.
Ho dormito in camera di Emma a casa sua perché ieri sera non avevo alcuna forza di guidare fino a casa e nessuno dei ragazzi riusciva.
Infatti eravamo morti dal sonno dopo aver guardato un film soltanto, il fatto era che eravamo stanchi tutti e tre e nessuno ormai tra noi riusciva a reggere una notte pieno di divertimento.
Ebbene sì stavamo invecchiando.
Finì di prepararmi e con Emma scesi in salotto, tutti i ragazzi e compreso Dylan che si era fermato a causa mia perché mi aveva trovata che stavo dormendo e non voleva svegliarmi, stavano ancora dormendo.
Io sbuffai provando invidia per loro che dormivano beatamente e non avevano un amica eccentrica come Emma già piena di energia di prima mattina senza neanche aver fatto colazione.
Andai in cucina e lì aprì un barattolo pieno di biscotti, me ne presi alcuni e riscaldai il latte per berlo.
Ormai la casa di Emma era diventata la mia seconda casa, facevo quello che volevo e suo padre era presente raramente, perché viaggiava tanto per lavoro, come questa settimana era a Rio de Janeiro.
Ma anche se ci fosse, mi trattava come sua figlia ed è veramente un uomo sempre disponibile e simpatico.
Non trovavo il latte in frigo e quindi chiamai Emma ma non trovai nessuna risposta indietro, perciò andai a vedere dove si era persa.
La vidi ancora in salotto a sorridere, mi avvicinai a lei e scorsi che stava fissando Dylan dormire come un bambino, mi venne da sorridere anche a me perciò non le dissi niente e ritornai in cucina.
Mi preparai del tè al posto del latte e mi sedetti a fare colazione mentre pensavo al fatto che Emma era molto innamorata di Dylan.
Ma Dylan ricambiava appieno il suo amore o l'amava quanto Tom?
"Kate vuoi caffè?", chiese Emma entrando in cucina e sorridendo ancora come un ebete.
"Emma lo sai bene che io odio il caffè", risposi non ricambiando il suo sguardo e mangiando un biscotto.
"Ah giusto, il caffè piace a...", lei non riuscì a finire la frase che io l'avantaggiai, "A Dylan, lo so", dissi alzandomi e mettendo il bicchiere del tè nel lavandino e guardandola sorridendo.
Lei ricambiò il sorriso e iniziò a preparare la colazione per gli altri.
Mi apoggiai di schiena sul tavolo e incrociai le braccia al petto guardandola.
"Emma, posso farti una domanda?", le chiesi e lei annuì sempre concentrata a preparare i pumpcake. "Se un giorno Dylan ti lasciasse, chi sarebbe la prima persona dal quale andresti per comforto? Fai finta che io non ci sia", le chiesi guardandola. Lei smise ad un tratto di preparare i pumpcake e si perse a pensare alla risposta analizzando bene la mia domanda. Passarono vari minuti e lei stava ancora contemplando mentre io stavo letteralmente perdendo la mia pazienza, perciò dissi, "Emma non è una domanda di vita o morte, devi solo dire un nome, a me poi, alla tua migliore amica, dai". Lei si riprese e mi guardò per poi sospirare e tornare al suo lavoro sussurrandomi un leggero Tom. Io feci finta di non aver sentito perciò le chiesi di ripetere. "Ho detto Tom, e non so perché perciò non chiedermelo. E andrò da lui solo e solamente se tu non ci fossi", mi rispose abbastanza annoiata. Io sorrisi sotto i baffi e sinceramente sospirai felice dentro di me, sapevo che non era giusto nei confronti di mio fratello e di Emma ma capivo la tristezza e il dolore di Tom e io lo avrei sopportato sempre come lui ha fatto per me. Tom mi ha aiutato sempre, mi ha salvato la vita più di una volta e io lo ricambierò ogni qualvolta fosse possibile.
"Ok non ti chiederò il perché e farò finta di aver dimenticato tutto ciò che mi hai detto, però devo dirti che mi hai sorpresa", le sorrisi e dicendo ciò uscì dalla cucina per andare a svegliare i maschi. Andai in salotto e i ragazzi stavano ancora dormendo quindi decisi di svegliarli in un dolce modo. Siccome dormivano tutti a torso nudo, e fidatemi che non capirò mai il perché, presi un bottiglia d'acqua e con l'aiuto di Emma versammo l'acqua su tutti che subito di colpo si sveglairono di sopprassalto. Qualcuno si mise immediatamente seduto e chi si lamentò come un bambino. Emma gli ordinò di svegliarsi come fa una madre e io mi divertì a vedere le loro reazioni. Avevano proprio creato un gran casino in salotto con cuscini e coperte che passarci attraverso diventava un impresa, e per ciò si beccarono anche una sgridata dalla cara Emma. Diciamo, che godevo che il loro risveglio sia stato rovinato da una rimproverata, dovevo ammetterlo mi stavo divertendo parecchio a vedere le loro facce.

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