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Due mesi dopo.

Era il primo giorno delle vacanze natalizie e la scuola era chiusa.
Erano passati due mesi e la mia vita era trascorsa con alti e bassi.
Mentalmente non ero stabile, passavo alcune giornate tranquille e altre in cui la mia anima piangeva.
Però non erano accaduti altri avvenimenti sconfortanti e dolorosi.
Il che era molto inquietante e strano, non passavo un tempo di tregua dai problemi da molto e mi sembrava quasi incredibile che tutto stesse andando così in modo pacato.
Ma si sapeva, dopo la calma arrivava l'uragano e io la stavo aspettando, ero sicura che sarebbe arrivato da un momento all'altro, quando meno me lo sarei aspettata.

In questi due mesi non ho avuto nessun tipo di onda che travolgesse l'acqua calma della mia vita che stavo percorrendo.
Stavo bene se si escludeva la faccenda di Antoine e tutto sembrava andare nel verso giusto, più o meno.
A scuola andava tutto nella norma, avevo buoni voti, stavo frequentando il corso di canto costantemente, durante le ore buche davo una mano alla bibliotecaria per i crediti per l'università e durante l'intervallo o nei cambi di ora stavo con Emma, Thomas, Nash e Tom.
Avevo il mio gruppetto di amici stretti e stavo sempre con loro anche fuori dal contesto scolastico.
Mi trovavo molto bene con loro e potevo essere me stessa senza essere giudicata.
Tom si era integrato bene con noi e aveva creato un bel legame con tutti noi anche se con Emma la situazione sembrva ancora tesa.
Però ero sicura che con un po' di tempo e quando Tom avrà conquistato la fiducia di Emma, sarebbero diventati grandi amici.
Mentre con altri come Cameron, con il quale avevo completamente tagliato ogni tipo di rapporto, tanto che non ci salutavamo nemmeno e Matt che non lo vedevo quasi mai siccome era sempre in giro e stavamo poco in contatto, cercavo di evitarli.
Alissa invece non si era più fatta viva per una vendetta e sinceramente questo fatto mi turbava parecchio.
Non capivo se voleva ritornare con una trappola micidiale per me oppure si era messa il cuore in pace dopo aver perso Tom e capito che non aveva senso litigare con me perché avrebbe perso comunque.
Tom non era più in contatto con lei e non la squadrava nemmeno, non voleva saperne di lei e parlarne.
Sinceramente mi insospettiva il suo comportamento ma anche quello di Alissa per il fatto che non si calcolavano più ad un tratto.
Però dovevo fidarmi di Tom, era un amico fedele, non avrebbe mai giocato con me o preso in giro la nostra amicizia, questo lo sapevo per sicuro.
A Sydney le cose stavano migliorando lentamente in mia assenza, anche se sentivo molta mancanza di Dylan.
Pure lui sentiva la mia mancanza ora che c'erano le vacanze natalizie e noi le passavamo sempre insieme con un viaggio oltreoceano.
Nell'ultimo periodo mi sentivo così giù di morale per l'assenza di Dylan che Isabelle e David mi avevano suggerito di andare a Sydney per salutarli.
Non volevo non passare il mio primo Natale con la mia nuova famiglia ma sarebbe stato la prima volta senza Dylan e non esisteva cosa più dolorosa.
Avevo preso in considerazione la proposta di andare a trovare la mia vecchia famiglia ma sapevo che una volta tornata a Sydney non sarei riuscita a lasciare Dylan e ritornare a Los Angeles.
L'amore per Dylan era più forte di me e sarebbe stato difficile per me lasciarlo di nuovo.
Dovevo avere una ragione per ritornare a Los Angeles e in questo periodo non l'avevo proprio.
Prima la mia ragione di permanenza a Los Angeles era prevalentemente per Antoine anche se non l'avevo mai ammesso pienamente nemmeno a me stessa.
Ora invece che anche Antoine pareva avermi dimenticato, siccome non avevo nessuna notizia da parte sua da due mesi e mi sembrava probabile che volesse più riallacciare i rapporti con me, non vedevo alcuna cosa al quale agrapparmi per rimanere a Los Angeles.
Sapevo che ritornando a Sydney avrei fatto del male a moltissime persone, a me prima di tutto, a Dylan, ai genitori che mi avevano adottata, alla mia vera famiglia e ai miei amici.
Ma volevo prendermi questo rischio, volevo provare a me stessa che ero abbastanza matura per prendere le mie responsabilità e cercare di sistemare tutto per il bene di tutti.
Non volevo deludere nessuno, era un viaggio di saluto e io avrei agito così, sarei ritornata a Los Angeles, dovevo ritornare.
Dovevo combattere contro le mie debolezze, non potevo rimanere a Sydney per il mio bene e la scelta che avevo fatto.
Avevo fatto una scelta e se non mantenevo la parola data, sarei passata per una codarda e io questo non lo volevo.
Avrei infranto i cuori di Isabelle e David e sarebbe stata l'ultima cosa che avrei fatto, loro in questi mesi avevano dimostrato di tenerci molto a me e tutto ciò che volevano, era vedermi sorridere.
Io amavo la città di Los Angeles e sarebbe stata perfetta con Dylan ma non tutto poteva avvenire come ci si desiderava.
Ora stavo per compiere questo viaggio per capire la mia capacità, il mio carattere e quanto forte ero.
Era come un viaggio per conoscere me stessa.
Per conoscere i miei limiti e le mie paure più grandi.
Era come un viaggio di speranza, la speranza nel ritrovare la felicità che da tempo mi aveva abbandonata.
Me la sentivo, questo viaggio mi avrebbe cambiata e avrebbe cambiato la mia vita, un altra volta.

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