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"Comunque l'aria di Los Angeles ti sta facendo diventare più sentimentale", commentò Dylan e io feci due passi indietro da lui, ponendo una leggera distanza tra di noi, e lo guardai aggrottando le sopracciglia.
"Cosa intendi dire?", chiesi incrociando le braccia al petto.
"Insomma da quando siamo atterrati, hai abbracciato tre persone, hai chiesto a me e sottolineo a me di abbracciarti e poi mi hai detto che mi vuoi bene in lacrime. Oggi il compleanno è tuo cara Kate ma i regali li sto ricevendo io", disse lui con un espressione divertita.
Dylan aveva attivato il suo interruttore di spensieratezza e io ne ero così grata e così contenta, odiavo vederlo giù di morale, lui era lo spicco di sole nel mio nuvoloso cielo e se scompariva anche quella poca luce, a me sarebbe rimasto solo il buio più completo e io non volevo ciò al momento, il sorriso di Dylan portava a me il mio sorriso.
"Non ho abbracciato Matt", puntualizzai non riuscendo a controbattere le altre sue affermazioni e Dylan fece per rispondere ma la voce di Matt venne fuori da portone della villa.
"Ho sentito il mio nome! Mi avete chiamato?", chiese avvicinandosi a noi, io e Dylan ci scambiammo uno sguardo sospetto, non volevamo assolutamente nessuno che ascoltasse le nostre conversazioni private.
"Ci stavi spiando?", chiese Dylan direttamente e io gli diedi una gomitata.
"No no! Assolutamente no!", disse frettolosamente Matt in sua difesa e parve parecchio sincero, infatti poi aggiunse, "Stavo venendo a vedere se eravate ancora qui o no, perché sennò vi portavo a fare un giro della città presumo che vi farebbe bene un po' di tempo lontano da qui", disse indicando la villa.
In effetti Matt non aveva torto, qualunque luogo sembrava ottimo che questa casa perciò io e Dylan annuimmo, "E comunque volevo solo dire che Kate io sono dalla tua parte per qualsiasi cosa", disse Matt grattandosi la nuca.
Non eravamo in una guerra contro gli adulti O'Brien e Waston ma mi faceva piacere lo stesso avere il supporto di Matt per qualsiasi mia scelta, infondo lui era il mio vero fratello, avevamo lo stesso sangue, e dovevo cercare di conoscerlo meglio, lui sembrava così contento ed entusiasta di avermi ritrovata.
"Grazie Matt, lo apprezzo molto", risposi sorridendo e lui ricambiò, anche se era il mio vero fratello il suo modo di guardarmi non era per niente uguale a quello di Dylan, lui aveva degli occhi solo per me, per leggermi la mente e il cuore e per darmi protezione con quelle sue iridi scure.
"Bene, allora che ne dite di andare a fare una passeggiata per la spiaggia?", chiese Matt e noi accettammo, la spiaggia suonava così bene per calmare il cuore.

Iniziammo a camminare lentamente e le strade di Los Angeles erano una meraviglia, le palme lungo i bordi del marciapiede, le eleganti case, il cielo azzurro e le persone con il sorriso stampato sul volto davano una spinta di energia, positività ed eliminavano ogni questione fuori luogo.
Era tutto così allegro, e io ne ero semplicemente incantata, un senso di pace e tranquillità si stava penetrando dentro di me, l'aria calda che sfiorava la pelle nuda delle mie braccia e il rumore melodioso delle onde che sbattevano contro la scogliera mi stavano dando una visione della serenità.
Ero nata per vivere in un luogo tranquillo e in mezzo alla natura ma la sensazione di piacere e spensieratezza che mi stava dando questo luogo mi stavano facendo ricredere, mi stavo sentendo veramente bene e il mio umore sembrava migliorarsi pian piano sempre di più.
"Eccoci, ehi ragazzi!", chiamò Matt alcuni suoi amici una volta arrivati alla spiaggia.
Guardai nella sua direzione e vidi un gruppetto di ragazzi seduti su un prato che separava la sabbia della spiaggia dal marciapiede, e l'odore dell'erba estiva dava la sensazione che era stata tagliata da poco, il piccolo prato era circondato da cespugli ed era pieno di ragazzi che leggevano, chiacchieravano o giocavano a carte ascoltando musica, la leggerezza estiva era tutta rinchiusa qui dentro.
Gli amici di Matt lo salutarono con un alzata di mano e fecero cenno di avvicinarsi a loro, "Ciao tu devi essere Kate, e tu Dylan", disse uno con capelli scuri e occhi dello stesso colore, quando li andammo incontro.
Io e Dylan ci presentammo a loro volta stringendo la mano a tutti i presenti, entrambi avevamo un sorriso debole ed era la prima volta che Dylan non aveva quella luce di ironia e sarcasmo negli occhi, era preoccupato per me, infatti mi guardò e incrociai i suoi occhi, "Vuoi che ce ne andiamo in giro per conto nostro?", mi chiese sussurrando.
Dylan era a conoscenza del fatto che io non adoravo il fatto di essere in mezzo a tante persone e soprattutto a dei ragazzi della mia età quando ero in balia a tante emozioni, volevo solo starmene da sola, o con lui a parlare e camminare per mettere in pausa la mia mente da tutto e da tutti.
Ma questa volta rifiutai la sua proposta, "No tranquillo va tutto bene", risposi, non volevo scappare via, lo facevo sempre e qui eravamo a Los Angeles, non a Sydney, qui nessuno mi conosceva, nessuno sapeva di me, avrei potuto affrontare queste mie ansie sociali senza dare all'occhio, volevo provare a resistere, almeno per un po'.
"Va bene, ma appena vuoi andartene me lo dici subito, chiaro?", disse Dylan e io annuì sorridendo, la sua premura verso di me era il mio gesto preferito.
"Matt non passava giornate senza parlare di voi", disse ad un punto Nash ridacchiando.
"Ti stava aspettando da tanto Kate", aggiunse Hayes sorridendo, era il fratello di Nash e i loro occhi azzurri come il cristallo li distinguevano particolarmente.
Tutti risero, e io sorrisi guardando Matt che ricambiò il mio sguardo sorridendo ma lo distolse subito arrossendo leggermente, non avrei capito questo ragazzo presto, era complicato, aveva un carattere che sbalzava da un particolare all'altro nel giro di pochi minuti.
Poi i ragazzi iniziarono a parlare tra di loro e io e Dylan ne approfittammo per sederci in disparte e ammirare la bellezza della spiaggia di Los Angeles, da quel punto del prato la vista delle onde era qualcosa di spettacolare, la luce del sole era tutta rivolta verso la sabbia facendola risplendere come dei diamanti, mentre l'acqua la bagnava scivolando ai suoi piedi di tanto in tanto.
Ma la nostra pace nell'ammirare la bellezza della natura si rovinò nel giro di pochi minuti, quando delle ragazze si avvicinarono a noi per volerci conoscerci e ovviamente sapevano chi eravamo io e Dylan, perciò non dovetti parlare molto, il che mi piacque, ma una domanda mi sorse spontanea: Matt aveva parlato di me e Dylan a tutta California?
Dylan iniziò a chiacchierare con gli amici di Matt riguardo a delle partite di basket e io ad un tratto mi bloccai in mezzo a tutte quelle persone, le loro voci alte, le risate e le parole con accenti marcati mi incasinarono la mente, non riuscivo a focalizzare la mia attenzione su un argomento solo, parlavano tutti assieme e noi non riuscì più a starli dietro, perciò mi isolai, misi in muto tutti e mi rinchiusi nel mio mondo, composto da me stessa e il paesaggio circostante.

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