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Era il giorno del ballo, tutta la scuola era sottosopra, gli organizzatori correvano da una parte all'altra della scuola, gli studenti sfrecciavano per comprare gli ultimi biglietti per l'entrata al ballo, sicuramente erano coloro che avevano ricevuto un 'sì' alla proposta di accompaganmento all'ultimo momento, i freshman ammiravano il caos lamentandosi che dovevano aspettare ancora tre anni mentre i somophore e i junior si divertivano a prendere in giro i senior in preda alla crisi nervosa e assieme a loro mi divertivo anch'io seduta su una panchina del corridoio, i professori erano stranamente rilassati, e come loro anch'io ero tranquilla e l'ansia del ballo e della consegna dei diplomi non mi avevano minimamente toccata.
Quest'anno la scuola aveva avuto la geniale idea di tenere il ballo la sera prima della consegna dei diplomi, e a nessuno era passato per la testa che l'organizzazione sarebbe stata devastante, sarebbe stato difficile sistemare due dei più grandi eventi dell'anno uno subito dopo l'altro, la confusione sarebbe stata palese, ma eravamo a Los Angeles e ovviamente dovevamo essere creativi ed eccellere nelle competizioni, sulla perfezione e l'innovazione contro le altre scuole dello Stato, se ora era divertente vedere tutti in preda al panico, sarebbe stato altrettante divertente vedere i volti degli studenti distrutti e assonnati domani mattina per la consegna dei diplomi, i balli della scuola erano troppo scatenanti e nessuno sarebbe stato in grado di stare in piedi e assistere a una cerimonia la mattina seguente, però questo non era un mio problema perché io avrei dormito stanotte e non sarei andata al ballo.
Sospirai e scossi la testa sorridendo per gli studenti attorno a me che non facevano altro che parlare del famoso prom, a me il ballo non mi era mai interessato, secondo me era solo perdita di tempo e una cosa inutile, ero davvero contenta di non andarci, non avevo né un accompagnatore né un vestito, il che era ottimo, niente del ballo mi incuriosiva, avevo già pianificato tutta la serata, a casa ci sarebbe stato solo Harry, io sarei passata da Shake Shack per riempirmi di cibo e mi sarei rinchiusa in camera mia per vedere una lista di film che avevo scelto durante tutta la settimana.
Dopo quella vicenda in macchina con Harry, non ne avevamo più parlato perché volevo lasciargli spazio per riprendersi e lui non aveva intenzione di accennarmi altro, però mi aveva promesso che quando si sarebbe sentito pronto mi avrebbe raccontato tutto, ora non era il periodo più opportuno, lui era sotto sessione d'esame perciò non voleva distrazioni e voleva stare il più rilassato possibile, in più avevamo tutta l'estate davanti per parlare di questa questione perciò io avevo accettato il tutto con un grande sorriso e un caloroso abbraccio.
Questa settimana oltre a scegliere i film da guardare stasera e dare supporto morale a Harry per la sua prima sessione d'esame all'università, avevo finalmente concluso i miei ultimi test alla High School ed ero veramente contenta di essere libera, ora non aspettavo altro che la lettera di accettazione dalla Stanford e un intera estate da godermela, però un pensiero fermò la mia mente di sospirare di sollievo, e il pensiero fu Antoine, di lui non avevo avuto nessuna notizia, avevo cercato di contattarlo ma ogni volta Dylan e Harry mi beccavano e mi prendevano il cellulare, non volevano che facessi il primo passo, volevano che fosse lui a cercarmi questa volta perciò stavo aspettando impazientemente una sua chiamata o un messaggio, sapevo che sarebbe ritornato ma ci stava mettendo abbastanza e io non ne potevo più, mi sentivo vuota e sola senza di lui, mi mancava troppo e l'estate senza di lui non sarebbe stata un'estate vissuta in pieno.
A ripescarmi dai miei pensieri fu Tom, "Ehi Kate che ci fai sola seduta qui?", chiese sedendosi accanto a me.
"Ciao Tom, niente stavo solo guardando gli altri impazzire", risposi ridacchiando e mettendo via i miei pensieri in una scatola dentro la mia testa.
"Davvero non vuoi venire al ballo?", chiese guardandomi.
"No, ho passato una settimana a pianificare la serata e non voglio rovinarla", risposi con una smorfia.
"Ok non insisto anche perché penso che tutti noi ti abbiamo stressato parecchio questa settimana per farti venire al ballo, oggi ti concedo la tranquillità", rispose sospirando e appoggiandosi alla panchina con la schiena, io seguì i suoi movimenti con lo sguardo e dissi un, "Grazie", in effetti era vero, tutti i miei amici mi avevano tartassato la testa pregandomi di venire all'ultimo ballo della mia vita ma io avevo sempre gentilmente rifiutato, ero fissa sul fatto che non ci sarei andata e nessuno avrebbe potuto cambiarmi idea, o era quello che pensavo io.
"Alla fine tu ed Emma?", chiesi io e lui spalancò gli occhi.
Mi ero finalmente aggiornata su tutto, era come se la pausa di Antoine dalla mia vita mi avesse dato del tempo per porre attenzione alla vita dei miei amici, e a quanto pare, Emma e Dylan si erano sfortunatamente lasciati, Emma aveva saputo che piaceva a Matt e aveva scoperto di ricambiare i suoi sentimenti, perciò Dylan notando che Emma aveva perso interesse nei suoi confronti, aveva deciso di facilitarle il lavoro e l'aveva lasciata, per lui la cosa più importante era la felicità di Emma e voleva lasciarla andare da chi era veramente innamorata, ci era rimasto tanto male ma gli era passato presto siccome si era subito occupato di me e della mia salute, diciamo che la mia preoccupazione gli aveva impegnato la mente e non aveva dato tanto peso alla rottura con Emma, ora stava bene ed era davvero contento della relazione tra Emma e Matt che nel frattempo si erano messi insieme, e dovevo ammettere che erano veramente una coppia bellissima.
Dylan era andato avanti e stasera si sarebbe presentato da single al ballo per mostrarsi disponibile alle ragazze, una mossa molto da palyboy ma astuta e io non avevo sentito la necessità di commentare, doveva godersi la vita finché poteva, era solo un ragazzo di 18 anni e se non avrebbe fatto delle pazzie a quest'età a che età le avrebbe fatte? infondo tutta la scuola sapeva della sua rottura con Emma perciò non aveva molto da perdere, doveva curare il suo cuore infranto in qualche modo e io glielo avrei lasciato fare, ovviamente gli avrei avvertito di stare attento, gli avrei detto di non fare grandi cavolate e di usare precauzioni ma per il resto era libero di divertirsi come preferiva.
Mi sentivo davvero diversa nel pensare in questo modo, non avrei mai permesso a Dylan di fare festa liberamente fino a qualche mese fa ma dopo il litigio con Antoine, l'incontro con Louis e il crollo di Harry, sentivo il bisogno di prendere la vita alla leggera e riempirla di nuove esperienze e avventure continue, volevo alti e bassi, volevo la tempesta e la tranquillità allo stesso tempo, volevo sentirmi viva e piena di energia nell'iniziare un nuovo giorno, e la stessa cosa era successa anche ad Emma.
Lei aveva deciso di fare ciò che il suo cuore le aveva comandato di fare e di lasciarsi andare per una volta, aveva scelto Matt anche dopo tutto ciò che lui le aveva fatto ma aveva chiesto scusa e si era pentito, dichiarandosi di amarla perciò io li avevo supportati e fatto le migliori congratulazioni, d'altronde Emma doveva fare delle follie, era troppo perfetta e aveva una vita troppo pianificata, doveva squilibrare.
D'altro canto però ero triste per Tom, lui aveva perso Emma un'altra volta ma non si sarebbe arreso e la scintilla di speranza che avevo visto nei suoi occhi aveva dato forza anche a me, pensava che la relazione tra Emma e Matt sarebbe stata passeggera, era convinto che sarebbe durato pochi mesi, anche se loro erano parecchio affiatati, ma Tom sembrava sicuro e io non ero lì per smentire i suoi pensieri, io ero lì per appoggiarlo in ogni cosa, aveva deciso di aspettare Emma, l'avrebbe aspettata per sempre, e io tifavo per lui perché ero certa che lui l'avrebbe trattata come una regina e l'avrebbe resa la donna più felice al mondo, Emma doveva solo far passare la sua fase da cattivo ragazzo e trovare Tom, lui era qui che guardava l'orologio pichiettare mentre l'aspettava a braccia aperte, Emma doveva solo prendere una ricorsa e buttarsi nelle braccia della sua anima gemella, doveva ancora incontrare il suo vero amore ma avevo deciso che non mi sarei intromessa e avrei lasciato Emma divertirsi un po'.
"Te l'ho già detto, le darò tutto il tempo necessario per capire che Matt non è quello giusto per lei", rispose diventando rigido per qualche secondo per poi ritornare con le spalle rilassate.
"Lo so, ma non saprà mai di te se non glielo dirai", risposi.
"Aspetto che sia il momento giusto, è bello vederla sorridere, non vorrei rovinarle l'umore", disse guardando Emma che sorrideva accanto a Matt e i suoi amici più in là nel corridoio, un sorriso malinconico si stampò sulle labbra del biondo accanto a me.
"Diglielo al prom stasera", proposi anche se non era un ottima idea.
"Sei matta? Sarà con Matt e si divertirà tanto, non voglio toglierle una serata così importante", rispose guardandomi di scatto.
"Hai detto tu che Matt non va bene per lei ma come farà a decidere di lasciarlo se non saprà di te? E poi chi ti dice che la tua dichiarazione le rovinerà la serata? Magari può essere il contrario, non sappiamo cosa pensa di te e se prova qualcosa per te", cercai di spiegargli, volevo aiutarlo, era un mio amico importante, lui mi aveva salvato la vita una volta.
"Sembra innamorata di lui", ammise Tom abbassando lo sguardo dispiaciuto.
"Io non lo penso, lui era la sua ossessione per anni e ora che Matt le ha dato attenzione, lei si è subito messa con lui perché per anni l'ha voluto ma non perché è innamorata di lui, Matt era diventato come una sfida per lei, lo voleva conquistare, sai come diventa competitiva Emma", lo tirai su di morale.
"Può essere ma sembra stare così bene con lui al momento", rispose sempre con lo sguardo verso il basso.
"Io non posso giudicare la loro relazione, lei è la mia migliore amica e lui è mio fratello, ma tu non saprai mai la sua reazione se non le dici quello che provi", lo incoraggiai.
"Si è appena messa con lui, è troppo presto", rispose sospirando.
"Buttati Tom, la vita è troppo breve per chiudere dentro i propri sentimenti. Bisogna rischiare e azzardare", dissi acarezzandogli la spalla con la mano, lui mi guardò e annuì sorridendo leggermente.
"Ora devo andare ma tu non pensarci troppo ok?", dissi mentre mi alzavo dalla panchina.
"Certo capo, non ti preoccupare per me, me la caverò. A proposito dove vai?", chiese corrugando la fronte.
"Vado a salutare la professoressa che stava in biblioteca, ho passato molto tempo lì dentro quest'anno e ho chiacchierato tanto con lei", risposi mettendo in spalla il mio Herschel.
"Ah è vero, tu lavoravi in biblioteca per gli extra crediti per il College. A proposito hai notizie dalla Stanford?", chiese guardandomi e io scossi la testa in risposta e chiesi, "Tu quale college hai scelto alla fine?".
"Non mi piaceva molto il corso di letteratura alla Columbia, volevo un college prestigioso perciò ho accettato la Princeton", rispose.
"Sono davvero contenta, te lo meriti veramente Tom!", dissi sorridendo, sapevo quanto voleva andare in un buon college, "Thomas va alla Columbia", aggiunsi poi.
"Sì per fare giurisprudenza", disse ridacchiando, poi lo salutai velocemente dicendo che ci saremo sentiti dopo e corsi vero la biblioteca perché mancava poco al suono della campanella e delle mie ultime due lezioni alla High School in assoluto per tutta la vita, ciò mi metteva agitazione e contentezza allo stesso tempo, ero in ansia di finire un ritmo scolastico e iniziare quella universitaria, ci avrei messo del tempo per abituarmi ma ero eccitata di sapere come si sarebbe trasformata la mia vita in una completamente nuova, un'altra volta.

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