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Il caos del quale stavo parlando non era diretta a nessuno di noi presenti in questo tavolo ma eravamo coinvolti e in qualche modo ci eravamo ritrovati a far fronte a una realtà crudele, ci eravamo presi sulle spalle una responsabilità che era oltre le nostre potenzialità e che era più grande di noi, da lì a poco sarebbe successo qualcosa che ci avrebbe tormentato per il resto della nostra vita e ci avrebbe fatto avere innumerevoli incubi a riguardo, più di tutti a me siccome ero stata la più vicina alla vicenda, e questa unica faccenda avrebbe portato tanti cicatrici nelle nostre relazioni e avrebbe marchiato altre, avrebbe portato al caos più grande di quello precedente e avrebbe cambiato tutte le nostre vita un'altra volta.
"Ehi ragazzi perché non venite alla festa di Capodanno che terremo a casa mia?", chiese Cody, quella festa, la festa che avrebbe portato tutto il caos e messo i nostri cuori in casino.
"Io non saprei, voi che ne dite?", chiese Dylan e se avessi potuto tornare indietro gli avrei tappato la bocca con le mani.
"Abbiamo qualche piano per Capodanno?", chiese Cameron, dovevamo avere un piano, dovevamo organizzare qualcosa finché avevamo tempo e non fare un errore.
"Per quanto ne so io, non ancora", rispose Dylan guardandoci per capire se avevamo qualcosa in mente.
"Dai ragazzi venite, sarà bellissimo", insistette Cody e continuò a farlo per i prossimi quaranta minuti mentre noi capivamo se sarebbe stato un bene o no andare a una festa con tutti i miei ex compagni di scuola, dovevamo decidere bene, cosa che non avevamo fatto.
Io odiavo profondamente le feste ma in quel momento tutti mi stavano dicendo che sarebbe stato una grandissima opportunità per me mostrare il mio cambiamento alle persone che per anni mi avevano tormentata e alla fine io mi ero lasciata andare notando l'interesse di tutti di partecipare a quella festa, non potevo togliere il divertimento agli altri, solo Antoine era contrario e aveva detto che le feste di Capodanno non andavano mai a finire bene ma nessuno gli aveva dato ascolto e forse dovevamo farlo, non quando era troppo tardi per ritornare indietro.
"Va bene verremo alla festa", disse Dylan a nome di tutti e se avessi saputo cosa sarebbe successo a quella festa gli avrei tirato una sberla e detto di stare zitto e riprendersi tutto quello che aveva detto finora, ma non potevo farlo e dovevamo accettare le conseguenze della nostra decisone.
"Bene ci divertiremo un sacco vedrete", disse Cody contento e sì aveva ragione, lui si sarebbe divertito davvero tanto.
Dopodicchè quando notammo che si era fatto abbastanza tardi ed eravamo stanchi morti decidemmo di rientrare a casa, salutammo Cody permettendoci di rivederci a Capodanno e ci avviammo verso la direzione della casa, una volta arrivati, diedi la buonanotte a tutti e mi dirissi verso camera seguito da Antoine, avevo un sonno pazzesco ed ero stanchissima, non vedevo l'ora di buttarmi sul letto e dormire.
Entrai in camera e mi tolsi le scarpe, mi struccai mentre Antoine si cambiava e metteva i boxer per la notte, e poi io ebbi il problema di togliermi il vestito che aveva una zip dietro e non ce la facevo a togliermela da sola, prima per metterla mi aveva aiutata Emma ma ora lei era ritornata al Hotel e io avevo solo Antoine disponibile qui.
"Antoine, scusami, potresti aiutarmi per favore?, chiesi con il cuore che voleva uscirmi dal petto per l'agitazione e l'imbarazzo.
"Oh sì certo", rispose lui alzando lo sguardo su di me e lasciando il cellulare sul letto dove era disteso per controllare i suoi mail e social, quando però io gli feci vedere la zip e lui capì cosa doveva fare arrossì leggermente con un sorrisetto.
Si mise dietro di me e io spostai i capelli ad un lato mentre trattenevo il fiato, le sue dita sfiorarono tutta la mia schiena arrivando fino all'inizio della zip mentre a me veniva la pelle d'oca e iniziò ad aprire lentamente, io lasciai andare un sospiro rumoroso quando le due dita fredde toccarono la mia pelle nuda sotto il vestito, lui si fermò per qualche secondo per poi proseguire e aprire completamente la mia cerniera del vestito, non riuscendo più a sentirlo dietro di me, mi girai verso di lui ma non incrociai il suo sgaurdo, mi risultava un impresa impossibile al momento.
Misi velocemente una mano sul petto per tenere il vestito sennò sarebbe caduta davanti e l'ultima cosa che desideravo al momento era creare un momento più imbarazzante di quanto lo era già e in più in questa stanza la temperatura sembrava essersi aumentato ad un colpo, facevo addirittura fatica a respirare e a peggiorare il tutto ci fu Antoine che disse con quella sua voce sensuale e roca, "Questo vestito ti rende davvero sexy", quella frase mi fece completamente andare in iperventilazione e sentì il sangue ribollirmi dentro le vene mentre la mente mi andava a fuoco però pensai di non darglielo a vedere e al contrario giocare un po' con lui e mandarlo fuori di testa, insomma era sempre lui che metteva me ko con la sua sensualità e ora volevo vendicarmi, volevo davvero divertirmi e occasioni come queste non mi capitavano sempre.
"Ahn sì?", chiesi inclinando la testa da un lato e cercando di essere più sexy possibile guardandolo con uno sguardo accattivante e un sorrisetto malizioso, insomma era il massimo che riuscivo a fare.
I suoi occhi si spalancarono alla mia risposta e lo notai trattenere il respiro siccome il suo petto smise di andare su e giù però cercò di stare tranquillo, solo che ciò non durò molto quando io passai lo sguardo su di lui dall'alto verso il basso e viceversa e mi avvicinai lentamente camminando sempre con la mano sopra il vestito per tenerlo al mio corpo e non mostrare il mio intimo ad Antoine, non era ancora arrivato il momento; lui socchiuse le labbra quando io ero a qualche centimetro e vidi il lato sinistro del suo petto battere forte, però ciò che feci dopo lo vece quasi impazzire.
Posai una mano sul suo petto e lo buttai sul letto con forza, dovevo ammettere che ci voleva tanta forza per compiere quell'azione ma lui cadde come un cuscino sul morbido letto e mi guardò più sorpreso che mai, "Kate...amore..", iniziò a dire con la voce soffocata ma io lo zittì inchinandomi su di lui e mettendo un dito sopra le sue labbra, il che lo fece rabbrividire e guardarmi con le pupille completamente dilatate, io mi alzai e mi spostai di poco e lui si tenne su con i gomiti, dopodiché accarezzai la sua gamba con la mano libera e gattonando salì sopra di lui sedendomi a cavalcioni sopra le sue gambe e premendo con il mio petto sul suo per distenderlo sul letto.
Lui era del tutto senza parole e senza fiato, aveva i zigomi arrossati mentre il resto del volto era pallido, gli occhi diventati scuri per l'eccitazione erano spalancati e sbatteva le palpebre più volte capendo se stava sognando o era la realtà, passai una mano tra i suoi capelli, gli scompigiai leggermente e gli tirai lievemente facendolo sospirare un respiro corto e pesante da quelle labbra sottili e socchiuse da tempo che aspettavano solo un mio bacio, feci scendere la mano dai suoi capelli al volto, al collo dove le vene pulsavano ed erano ben evidenti, al petto dove sotto il mio palmo il cuore batteva senza sosta, lo stavo mandando fuori di testa.
Mi mossi lentamente sopra di lui premendo leggermente sulle sue parti intime e lo sentì gemettere leggermente mentre io mi avvicinavo alle sue labbra mettendo una mano sul suo collo e avvicinandolo a me lentamente, era davvero assurdo come io stavo controllando tutta la situazione e lui si trovava in una posizione dove non riusciva ad agire in alcun modo, o forse si era pietrificato o aveva la mente così annebbiata che non riusciva più a ragionare e usare la logica per fare qualcosa, però era la prima volta che io ero del tutto lucida e non ero agitata come le altre volte, ero molto a mio agio perché sapevo cosa stava arrivando tra poco, infatti io gli sfiorai le labbra con le mie mescolando i nostri respiri mentre gli occhi mangiavano con lo sguardo le labbra dell'altro ma il bacio tanto atteso non arrivò mai.
"Soldato Griezmann chiuda gli occhi", comandai con una voce bassa, lenta e sensuale mai usata prima e della quale Antoine non sapeva l'esistenza, assieme a un sospiro che lo fece chiudere la bocca e serrare le mascelle e stringere forte le lenzuola sotto di noi però non osò toccarmi, forse gli stava piacendo questo mio fare da comandante.
Lui seguì i miei ordini e chiuse gli occhi lentamente, io lo guardai sorridendo divertita e dopo aver accarezzato ancora un po' la sua gamba osando leggermente di andare un po' su, per poi sfiorargli con le dita il petto e facendolo sospirare di piacere lievemente, mi alzai lentamente da lui e mi coprì la bocca con la mano per non scoppiare dal ridere e facendo il minimo rumore possibile a passo felpato sulla punta dei piedi aprì la porta e uscì dalla camera e poi la rinchiusi dietro di me lasciando un Antoine in uno stato di trance e davvero pessimo, una volta fuori scoppiai a ridere e mi apoggiai alla porta con la schiena mentre da dentro la camera sentì un Antoine furioso urlare, "Kate io ti ammazzo", il che mi fece ridere ancora di più e quando sentì i suoi passi avvicinarsi sempre di più alla porta mi spostai e feci per entrare in bagno ma non volevo perdermi la sua espressione perciò aspettai qualche secondo e quando un Antoine selvatico e tutto rosso in volto uscì, gli feci la linguaccia e ridendo mi rinchiusi in bagno con lui che battè sulla porta ordinandomi di aprirla.
"Kate apri questa dannata porta", disse un Antoine arrabbiato battendo sulla porta dall'altra parte.
"No non lo farò mi fai paura", risposi io trattenendo le risate.
"Dovresti avere paura, tu piccola peste, mi hai lasciato in quel modo lì ma come diavolo hai potuto? Senza finire nulla?", disse apoggiando da quanto capì la testa sulla porta sfinito, distrutto e deluso, sperava davvero che succedesse qualcosa, poverino.
"Era quello il mio piano cucciolo", risposi sorridendo dolcemente anche se lui non poteva vedermi.
"Volevi solo provocarmi? E ora mi chiami cucciolo? Sei davvero crudele Kate", disse e io pensai che sì era stato un azione davvero cattiva nei suoi confronti, io al posto suo me la sarei presa tanto.
"Scusami Antoine volevo solo divertirmi un po' ", risposi dispiaciuta, ero stata un po' stupida, non dovevo dargli speranze e poi sparire.
"Non importa, ma ricordati che non è finita qui, quando meno te lo aspetterai io finirò ciò che tu amore mio hai iniziato perciò preparati perché un Griezmann non perde mai e ottiene sempre ciò che vuole", disse lui ed ero sicura che stesse sorridendo con quel suo mezzo sorriso diabolico.
"Non la temo signorino Griezmann", mentì io, dentro sentivo le farfalle allo stomaco, quelle sue parole mi avevano dato i brividi.
"Questo lo vedremo Katherine", disse ed era la prima volta che lui mi chiamava per il mio intero nome, il che mi sconvolse e mi fece spalancare la bocca però dovevo ammetterlo, infondo mi piacque, insomma io detestavo il mio nome intero e nessuno riusciva a procunciarlo bene ma sentirlo dire da lui suonava così melodico ed era così bello che non mi dispiaceva affatto.
"Non ti è dispiaciuto che ti ho chiamata per intero vero?", chiese poi per conferma e io sorrisi involontariamente, per quanto facesse il duro con me, non riusciva mai a esserlo, il suo lato dolce prevaleva sempre e io lo adoravo.
"No tranquillo, suona bene detto da te Anto", risposi e tutto il nostro carino batibecco finì lì riportando la nostra solita relazione fondata sul rispetto reciproco e sincerità, ed ero sicura che lui stesse sorridendo dall'altro capo, lo conoscevo a tal punto da sapere tutte le sue espressioni del volto senza nemmeno guardarlo.
"Ehi Anto puoi farmi un favore? Potresti prendermi il pigiama? Me la sono dimenticata in camera", chiesi.
"Vieni fuori a prenderlo tesoro", rispose, io sbuffai insistendo e lui acconsentì per poi prendermi il pigiama.
Me lo diede quando io aprì leggermente la porta e lui fu tentato di prendermi il polso ed entrare dentro ma io fui più veloce di lui e chiusi velocemente la porta, dopodicchè lui rientrò in camera e io mi cambiai velocemente ridacchiando e ricordandomi della vicenda accaduta poco fa per opera mia, potevo essere veramente stronza delle volte, ero riuscita a stendere un militare, diciamo che non era niente male come prima volta, il che mi diede un po' più di confidenza in me, Antoine sapeva davvero tirare fuori il meglio di me, tirava fuori la Kate che non sapevo nemmeno esistesse dentro di me, lui mi faceva scoprire me stessa ogni giorno sempre di più.
Dopo aver lavato i denti e sistemata, pronta per dormire, uscì dal bagno e mi imbattì in Dylan che mi guardava con la fronte corrugata e la mano sui fianchi, segno che era irritato e si era svegliato da un sonno profondo, "Ma che cavolo state facendo? Perché diavolo c'era tutto questo rumore?", chiese guardandomi in cagnesco, mai svegliare Dylan quando dormiva beatamente sennò diventava ingestibile e terrificante esattamente come me, "Scusa, non succederà più", mi scusai e lui dicendo 'se se certo come no', sbuffando e facendo dei movimenti strani con la mano per mandarmi a quel paese entrò in bagno chiudendo la porta, tutto ciò mi fece rimanere perplessa ma poi ridacchiai per il bizzarro comportamento di mio fratello e gli auguri la buonanotte ricevendo in cambio un verso che non capì insieme a un esplicito a quel paese, ed entrai finalmente in camera, fortunatamente i genitori avevano la camera di sotto sennò avrebbero sentito tutto pure loro e avremo svegliato tutta la casa.
Chiusi la porta della camera alle mie spalle e il mio cuore si sciolse alla vista di un dolcissimo indifeso Antoine ranocchiato in un lato del letto a dormire spensierato, si era addormentato aspettando me, mi avvicinai a lui e spensi la luce per poi mettermi sotto le coperte e coprire anche lui, dopo gli diedi un tenero bacio sulla fronte e lui si girò verso di me sempre sul sonno muogolando e posando un braccio sopra di me circondandomi la vita come se io fossi un peluche e io dopo aver sorriso gli diedi la schiena sempre abbracciata a lui e sentì la stanchezza ritornare e impossessarsi in me, esso era sparita prima quando stavo facendo lo scherzo ad Antoine però ora era ritornata più forte, così tanto che appesantì le mie palpebre e mi fece chiudere gli occhi facendomi cadere in un sonno profondo, il mio ultimo sonno profondo e tranquillo per mesi.

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