71

360 9 17
                                    

Arrivammo davanti alla scuola che di notte dava completamente un diverso spettacolo, era buia e cupa ma il brusio affollato di studenti era ben udibile anche da dentro la macchina con i finestrini chiusi, sorrisi notando quanto era buffo il destino, esattamente qualche ora fa stavo ridendo guardando gli altri dare di matto per il ballo e ora mi ci trovavo a qualche passo con Antoine al mio fianco, nessuno poteva prevedere come da un secondo all'altro le vicende potevano prendere una piega del tutto diversa.
"Dammi la mano Kate", mi chiese Antoine dopo che scesi dalla macchina assieme a lui, io lo guardai e gli porsi la mano con il cuore che voleva uscire fuori dal petto e andare a sbattere contro il suo per sentire la piacevole sensazione di non essere l'unico che era in misere condizioni.
Lui mi mise al polso un bellissimo corpetto di rose nere che combinava perfettamente con il mio vestito ed era assolutamente incantevole, "È bellissimo", commentai portandomi il polso vicino agli occhi mentre il naso annusava il buon profumo che proveniva dalle rose fresche.
"So che ami le rose", rispose lui sorridendo e io lo guardai dolcemente, mi conosceva alla perfezione.
Poi si spostò da me, aprì la portiera del passeggero della macchina e tirò fuori la sua giacca da mettere sopra alla camicia blu senza colletto, la giacca era nera e sotto la luce delle lampade gialle del parcheggio della scuola, luccicava.
"Tieni, sai cosa fare vero?", chiese poi dandomi una rosa nera da mettere alla sua giacca come segno che eravamo entrambi impegnati e mostrare che eravamo una coppia, al prom si faceva così.
Io annuì sorridendo e presi la rosa dalle sue mani per poi metterlo nel lato sinistro della sua giacca, lui seguì i miei movimenti con lo sguardo e quando dopo aver finito feci per spostarmi, mi prese per la vita e fece incrociare i nostri occhi, nero nel blu, blu nel nero.
Avvicinò lentamente il suo volto al mio mantenendo lo sguardo fisso sui miei occhi, se dovevo essere sincera, non ero agitata e non stavo andando in iperventilazione, ero tranquilla per il suo avvicinamento e lo desideravo tanto, sentire il suo caldo respiro su di me mi faceva sentire a casa e il suo profumo aveva lo stesso sapore della prima volta, nulla era cambiato tra di noi, eravamo solo cresciuti un po', con lui sembrava che la prima volta fosse infinita, non avevamo ancora messo un punto al gusto della prima volta.
Le sue morbidi e dolci labbra sfiorarono le mie e io chiusi gli occhi per godermi tutto il momento del suo delicato bacio, mi strinse a lui aumentando la presa sulla mia vita e io dovetti agrapparmi alla sua giacca per non perdere l'equilibrio, lui mi faceva girare la testa, ero schiava delle emozioni che mi faceva provare, lui sapeva controllarmi, sapeva farmi perdere completamente la testa con solo uno sguardo e ciò mi faceva paura, ero troppo dipendente da lui, era come la cocaina per me, se avessi diminuito la dose sarei impazzita, ne volevo sempre di più, ormai si era mescolato al mio sangue e non si sarebbe separato da me con una semplice riduzione, per pulirmi del tutto avevo bisogno di un nuovo tipo di polvere.
Lui posò le labbra sulle mie in un modo così soffice che non sentì nemmeno l'inizio del bacio, le sue labbra erano leggere come i petali delle rose, rosse come il colore del peccato, dolci come il liquore, gustose come le fragole e amare come il sapore del tabacco, le mie labbra erano state disegnate per le sue, essi si posizionavano perfettamente, si muovevano in sintonia l'uno con l'altro, si attiravano come dei magneti e si conoscevano, si erano studiati a lungo, non avevano avuto bisogno di parole per comprendere la passione che contenevano e volevano condividere con l'uno con l'altro, ogni volta si cercavano e quando si trovavano sospiravano di piacere perché finalmente erano in buona compagna, le nostre labbra chiedevano scuse mai chieste, raccontavano parole mai dette ed esprimevano amore mai dimostrato.
"Mi sei mancata", disse Antoine dopo aver concluso un bacio aspettato a lungo impazientemente.
"Anche tu, tanto", risposi io sorridendo e ancora con la mente che elaborava il bellissimo bacio.
Lui ricambiò il sorriso dolcemente e mi portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio prima di acarezzarmi la guancia con le dita e guardarmi con uno sguardo diverso rispetto al solito, era uno sguardo che scattava foto di me al momento, archiviava tutti i minimi dettagli del mio volto e memorizzava i bei ricordi, era nostalgico e distante, non riuscì a penetrare dentro ai quei suoi occhi azzurri per analizzargli e studiargli meglio perché lui gli distolse subito dai miei e mi prese per mano per iniziare ad avviarci verso la scuola che ci stava aspettando a braccia aperte.

Beyond EverythingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora