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É Sabato.
Il giorno più atteso della settimana.
Stavo aspettando questa giornata con tanta ansia e un pizzico di curiosità.
Mi ero svegliata presto e mi ero subito preparata un bel bagno caldo per rialassare i muscoli dopo una nottata estenuante.
Infatti, non ero riuscita a dormire bene: uno, perché ero agitata per il giorno seguente. E due, ogni volta che chiudevo gli occhi, gli incubi prendevano posto nella mia vista.
Accesi l'acqua calda in attesa che si riempisse la vasca e andai verso il cassetto all'interno del quale Emma mi aveva lasciato delle maschere per il viso da applicare.
Lessi le istruzioni e seguì passo per passo, era la mia prima volta e vedendo il risultato non era male.
Sì, era abbastanza scioccante questo fatto ma io non mi sono mai curata il viso perché non ne avevo bisogno, ho avuto la fortuna di averla liscia e senza brufoli evidenti.
Tutto grazie al clima di Sidney e l'inutilizzo dei trucchi.
Infatti, è da quando sono qui a Los Angeles che applico il trucco, prima usavo solo burocacao e crema idratante per il viso.
"Ehi Kate se già svegli.....Uo!", esclamò Dylan prendendo paura per la mia faccia verde. Io ridacchiai.
"Stavo per fare un infarto", disse posando una mano sul petto e sospirando.
"Comunque sì sono già sveglia se volevi sapere", risposi io sorridendo.
"No perché Emma mi aveva praticamente ordinato ieri sera di venirti a svegliare, sennò non avevi abbastanza tempo per curarti e prepararti", mi spiegò buttandosi sul letto e chiudendo gli occhi.
"Bene hai fatto il tuo dovere, ora se vuoi puoi pure andare a dormire, io vado a fare una doccia", risposi ed entrai in bagno.
Appena finì, mi sentì più leggera che mai e il battito cardiaco rallentò.
Uscì dal bagno dopo essermi asciugata, riasciuaquato il viso togliendo la maschera e mettendomi un acchiappatoio.
Notai Dylan ancora sul mio letto ma addormentato, perciò decisi di non svegliarlo, e dopo aver messo una tuta comoda scesi giù a fare colazione.
Vidi Matt già sveglio e seduto al tavolo a mangiare un biscotto inzuppato sul latte mentre rideva guardando un video su instagram.
"Buongiorno", dissi entrando in cucina e lui alzò lo sguardo.
"Giorno Kate", rispose ancora ridacchiando per il video.
"Che guardi?", chiesi per curiosità e lui girò lo schermo del telefono per mostrami il video.
Lo guardai e scoppiai a ridere, in effetti era abbastanza buffo.
Poi presi una ciotola e misi dei cereali col latte sedendomi davanti a lui.
"Allora pronta psicologicamente per oggi pomeriggio?", mi chiese mettendo via il telefono e guardandomi divertito.
"No per niente", ripsosi mettendo una cucchiata di cereali in bocca.
"Dai, vedrai che andrà tutto bene e sono sicurissimo che sarai molto contenta di scoprire chi è questo tuo ammiratore segreto", rispose con un sorriso malizioso.
Lo guardai storto per poi spalancare gli occhi.
"Tu sai chi è!", esclamai puntando un dito contro di lui.
"Sì, me l'ha detto Emma ieri sera", rispose ridacchiando.
"Me lo dici Matt? Ti prego", chiesi pregandolo e piagnucolando.
"Neanche morto, mi ammazzeranno, soprattutto il tuo ammiratore", rispose in difesa alzando le mani al cielo e scuotando la testa.
Sbuffai e lasciai andare perché sapevo che non serviva a niente insistere. Nessuno me l'avrebbe detto.
Tanto valeva aspettare ancora qualche ora e scoprire con i miei stessi occhi questa persona misteriosa.

Ripresi a mangiare e notai Matt che apriva la bocca per chiedere qualcosa ma la richiedeva subito.
"Vuoi chiedermi qualcosa?", chiesi poi alzando un soppraciglio.
"No...beh...ecco..", iniziò quasi imbarazzato.
"Dai dimmi, non ti giudico", lo incitai.
"Questo lo so, ma, ecco...Emma..", iniziò e vidi le sue guancie arrossire.
"Emma cosa?", chiesi impaziente.
"Sta con Dylan?", chiese poi rassegnato, chiudendo gli occhi e sospirando.
Rimasi qualche secondo per capire se me lo chiedeva perché gli interessava sapere oppure voleva esserne certo, insomma era praticamente evidente che stavano insieme.
"Beh sì, credo che lo si noti da come stanno apiccicati l'uno all'altro", ripsosi col calma e bevendo un sorso d'acqua scanerezzinado ogni suo gesto e movimento.
"Ah ok", rispose solamente per poi abbassare lo sguardo e mescolare il latte nel bicchiere con il biscotto.
Se non fosse il fatto che Matt ha sempre provato disprezzo per Emma, potrei pure dire che sembrava ferito.
"È tutto ok?", chiesi scrutandolo con gli occhi e cercando il suo sguardo.
"Certo, perché me lo chiedi?", chiese poi sorridendo nervosamente e sempre con lo sguardo abbassato.
"No perché dopo la mia risposta sembra quasi che tu ci sia rimasto male", risposi ritornando a concentrarmi sui miei cereali e con finta nonchalance.
"Cosa? No mavvà", rispose con un tono poco convincente.
"Va bene, se non me lo vuoi dire, sono affari tuoi", dissi e mi alzai dalla sedia per porre sul lavandino la ciotola vuota, appena finì di mangiare.
Lui non rispose e rimase a fissare il vuoto per qualche istante, io aspettavo comunque una sua risposta ma quando vidi che non arrivò, mi avviai verso l'uscita della cucina.
A quel punto lui parlò alzandosi dalla sedia.
"Non mi aspettavo che Emma si mettesse insieme a qualcuno", disse.
Mi girai per guardarlo e incrociai il suo sguardo sincero.
"Come mai?", chiesi incrociando le braccia al petto.
"Perché è sempre stata innamorata di me", rispose diretto.
Rimasi perplessa alla sua risposta ma mi ricomposi subito.
"E tu come fai a saperlo?", chiesi la prima cosa che mi venne in mente.
"Lo so e basta", rispose distogliendo lo sguardo da me.
"No, sicuramente c'è dell'altro", dissi avanzando verso di lui mentre il mio cuore iniziava ad accelerare.
"Diciamo che l'avevo capito, la guardavo spesso e tanto", rispose ormai rosso in volto.
Sentì un colpo al petto e quasi non ebbi un giramento di testa.
Non è che era ciò che stavo pensando?
Speravo tanto di no.
"E questo cosa vuol dire?", chiesi con la gola asciutta.
"Che...lei è una bella ragazza, anzi...lo è sempre stata", rispose balbettando.
"Matt per favore vieni al punto", dissi.
Lui sospirò e prese fiato.
"Mi piace Emma", affermò e a quel punto mi pietrificai con la bocca aperta.
Non potevo credereci.
Forse stavo ancora dormendo, la mia sveglia doveva ancora suonare e svegliarmi da questo incubo.
"Kate ci sei?", mi chiamò Matt scuotando una mano davanti ai miei occhi.
Sbattì le palpebre un paio di volte prima di chiudere la bocca e iniziare di nuovo a respirare.
"No, questo dev'essere uno scherzo", dissi realizzando che stavo vivendo la realtà.
Prima Tom, ora Matt.
A quanto pare Emma piace tanto ai ex cattivi ragazzi.
Mi sembrava una cosa tanto strana quanto sorprendente.
"È vero Kate, mi è sempre piaciuta, ma non l'ho mai ammesso prima d'ora e ora che l'ho visto con Dylan, l'ho capito", mi spiegò.
"Perciò ti piace, ma non sei innamorato giusto? È come una cotta?", chiesi sperando per una risposta positiva.
Già con Tom ora diventa difficile avere una conversazione quando Emma e Dylan sono nei dintorni e se ci mette anche Matt, non saprei più cosa fare.
Non è che non vorrei che Matt o Tom non fossero innamorati di lei, anzi mi fa piacere che Emma abbia tanti pretendenti perché se lo merita, ma non proprio ora che lei è felice con Dylan.
Se lei sapesse di Tom o meglio Matt, non saprei minimamente come la prenderebbe, forse impazzirebbe e sicuramente le cose con Dylan diventerebbero difficili da gestire.
E l'ultima cosa che voglio al mondo è vedere Emma soffrire, ne ha passate tante e ora si merita solo tranquillità.
La vedo contenta e spensierata accanto a Dylan, sembra quasi innamorata e non vorrei che Tom o Matt rovinassero tutto ora.
Perciò per ora è meglio se questi due stiano calmi al loro posto.
Potevano pensarci prima di farle del male.
"No, cioè non lo so, non so bene cosa vuol dire essere innamorati", mi rispose confuso.
"Beh eri innamorato di Alissa no?", mi maledissi per aver portato a galla questo argomento delicato ma dovevo chiederglielo.
Lui mi guardò per qualche istante con una balena di emozioni contrastanti che li passarono attraverso quello sguardo.
"Alissa per me era un'ossessione, non amore", rispose deciso, come se fosse sicuro di quella risposta e sapeva bene cosa stava dicendo.
"In che senso?", chiesi frastornata.
"Volevo avere Alissa per me a tutti i costi perché lei era quella figa e famosa a scuola, volevo vincere, volevo battere gli altri ragazzi della scuola e mostrare che ero io quello che era riuscito a conquistarla. Lo volevo solo per essere riconosciuto a scuola, solo per fama. Ero già famoso a scuola ma volevo la ciliegina sulla torta. Lo so sembra una cosa da pscicopatico ma tra i maschi funziona così, almeno tra noi giocatori di football. E poi ero così accecato dalla voglia di popolarità che non avevo capito i miei sentimenti per Emma. Infatti la trattavo male perché mi dava fastidio il fatto che ogni volta che la vedevo sentivo qualcosa dentro di me che non mi piaceva e pensavo fosse sbagliato. Lei era una nerd, una sfigata e uno come me non poteva assolutamente provare emozioni strane per lei perciò non le davo importanza e la ignoravo. Solo quando Alissa è partita, ho notato Emma per bene, l'ho guardata come doveva essere guardata e ho lottato contro me stesso per capire cos'erano quei sentimenti che sentivo crescere dentro di me sempre di più. Ho provato ad accettarle una volta per tutte ed ora eccomi qua a provare invidia per Dylan", mi raccontò.
La sua storia mi lasciò di stucco e dovetti bere l'acqua per avere ossigeno perché sentivo le mie vene congelarsi.
Bene, ora che faccio e cosa gli dico?
"Matt, non saprei che dirti perché ora lei è impegnata ed è più che felice con Dylan, e io non voglio rovinare la sua felicità, come penso nemmeno tu. Perciò per ora non c'è proprio nulla che posso fare per te e mi dispiace davvero tanto perché dalle tue parole capisco che ci tieni veramente. Solo, vorrei dirti che, hai realizzato tutto troppo tardi, quando ormai lei era già nelle braccia di qualcun'altro", cercai in qualche modo di formulare delle frasi e confortarlo.
"Lo so e mi sento uno stupido, per me ora tutto ciò che conta è che lei sorrida, perché finora ha avuto troppo dolore nella sua vita", mi rispose solamente.
"Vedrai che presto diventerete amici e non esiste cosa più bella dell'amicizia, a volte è meglio dell'amore", risposi per poi abbracciarlo forte.
"Anche se non voglio essere solamente un suo amico, per ora mi basta quello, dopotutto quello che le ho fatto credo di non meritarmi nemmeno quello ma ci proverò in qualsiasi modo a farmi perdonare. Ce la metterò tutta, te lo prometto, avrò la sua fiducia e la sua amicizia", disse appoggiando la testa sulla mia spalla.
Io non risposi ma mi limitai a stringerlo forte.
"Cazzo io le piacevo, solo se anch'io lo capivo prima!", disse abbastanza irritato appena ci staccammo.
"Se è destino, accadrà, lei tornerà da te. Aspetta, abbi pazienza e vedrai che il tempo farà il suo lavoro", risposi pensando alla mia storia con Antoine.
Lui sorrise e i suoi occhi si addolcirono.
Anch'io ricambiai il suo dolce sorriso.
"Grazie di tutto, se non ci fossi tu, impazzirei", mi disse ridacchiando e facendo ridere pure me.

Dopodicchè gli arrivò una chiamata e dovette andare a rispondere mentre io salì in camera per sistemare i capelli e farli mossi.
Quando aprì la porta della camera, Dylan non c'era più.
Pensai che fosse ritornato in camera sua, perciò chiusi la porta alle mie spalle per poi accendere la musica e mettermi davanti allo specchio con la piastra.
Appena finì mi guardai bene e dovevo dire che mi piacevo.
Sorrisi all'idea che prima d'ora non sapevo nemmeno come usare una piastra per modificare l'acconciatura.
Ad un certo punto mi venne un dubbio, chi mi avrebbe accompagnato al Rose Garden?
Non potevo guidare con un vestito adosso e nessuno mi aveva accennato di dare un passaggio.
Perciò decisi di chiedere a Dylan se ne sapeva qualcosa.
Che domande! Ovvio che lui lo saprà. Sa sempre tutto.
Uscì dalla stanza e mi avviai verso la sua, una volta arrivata, bussai.
Nessuna risposta, perciò bussai di nuovo e a quel punto mi aprì la porta.
Pensavo fosse ancora addormentato perciò non mi apriva ma era tutt'altro che addormentato.
Anzi si direbbe che era abbastanza irritato.
Notai le sue mascelle serrate e il corpo teso quando andò a sedersi sul letto.
Mi preoccupava questo suo nervosismo, lo capivo anche senza che lui aprisse bocca.
"Che volevi Kate?", mi chiese non incrociando il mio sguardo e puntandolo sul pavimento.
"Ecco...stai bene Dylan?", deviai la mia domanda, prima volevo accettarmi che lui stesse bene.
"Sì perché?", chiese annoiato dalla mia domanda.
"Mi sembri parecchio arabbiato", risposi incrociando le braccia al petto.
"Sto alla grande Kate, se hai bisogno di dirmi qualcosa dimmelo, sennò vai a prepararti che sono già le 10 di mattina, devi essere al Rose Garden per le 3.30, e ci metteremo un sacco ad arrivarci siccome è lontana", mi parlò con una tonalità di voce che mi sembrò lui fosse disinteressato alla questione e impaziente che tutto ciò finisse al più presto possibile.
"Ero semplicemente venuta a chiederti come ci saremo arrivati al giardino", chiesi trascurando la mia preoccupazione sul suo umore.
Non volevo stressarlo con le mie domande, volevo lasciarlo tranquillo.
"Ma che domande sono Kate? Andremo in macchina, ti accompagno io dai", rispose finalmente guardandomi e parecchio stufo.
"Ok vedo che il tuo umore è cambiato da stamattina per qualche misteriosa ragione che non mi vuoi dire, perciò scusami se ti ho disturbato", risposi acida e feci per andarmene.
Ma prima che potessi uscire dalla sua camera, le sue braccia mi avvolsero da dietro in un abbraccio.
"Scusami tu", disse al mio orecchio.
Lo sentì sbuffare per rabbia e sospirare per calmarsi subito dopo.
"Perché?", chiesi rimanendo rigida al suo abbraccio.
"Guardami", mi disse e mi girò verso di lui senza sciogliere l'abbraccio.
"Sì tratta di Emma", disse incrociando il mio sguardo, il suo era incomprensibile.
"Ho sentito la tua conversazione con Matt", continuò e il mio cuore si fermò.

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