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"Dobbiamo assolutamente andare, vieni", mi disse Harry con un sorriso divertito sul volto.
Non ebbi tempo di chiedere spiegazioni che ci precipitammo in mezzo alle affollate strade di Los Angeles in cerca dell'obiettivo di Harry.
Eravamo a Marzo ma in California faceva già caldo e la presenza di così tante persone in giro per la città misto alla nostra corsa rendeva il tutto molto soffocante.
Ad un certo punto mi dovetti fermare per prendere fiato o sennò avrei avuto un attacco di panico.
Esattamente, dopo l'incidente ho sempre atacchi di panico tutte le volte che mi trovo in situazioni non programmate o in mezzo a troppa gente o quando sono ansiosa.
Harry se ne accorse e mi venne accanto, mi guardò per porgermi la mano per continuare a camminare e mi promise che sarebbe andato con calma; gli presi la mano e continuammo la nostra ricerca.
Arrivammo davanti a un negozio di macchine fotografiche e vidi gli occhi di Harry illuminarsi alla vista di due ragazzi davanti alla vetrina concentrati a fissare una polaroid.
Mi lasciò subito la mano per poi correre e chiamare uno dei ragazzi.
"Cole!", urlò salutandolo e quando quel ragazzo lo notò, sul suo volto si dipinse un espressione misto tra sorpresa, incredulità e felicità.
Anche Cole avanzò verso di lui e si abracciarono.
Io avanzai lentamente verso di loro lasciandoli godere il momento di riappacificazione e notai che anche l'altro ragazzo stava facendo la stessa cosa come me.
Incrociai il suo sguardo, aveva gli occhi scuri come i miei e un cespuglio di capelli ricci in testa, anche qui scuri come i miei.
Aveva la carnagione pallida e delle labbra rosse, era abbastanza alto e magro.
Sicuramente era più piccolo di me anche se fisicamente sembrava decisamente più grande.
Distolsi lo sguardo da quel ragazzo come fece pure lui solo quando Harry e Cole si staccarono e iniziarono a ridere come due amici che non si vedono da parecchio.
"Da quanto Cole! Cazzo", disse Harry ancora il sorriso stampato sul suo volto.
"Troppo! E quanto figo sei diventato eh nerd?", rispose l'altro passandosi una mano tra i capelli.
"Proprio così", rispose Harry fiero di sé stesso.
"Ehi ma quello è Finn?!", esclamò poi Harry notando il ragazzo di prima dietro a Cole.
"Sì è proprio lui", rispose Cole guardandolo.
"Cazzo ma quanto sei cresciuto?", chiese Harry mettendo una mano sulla fronte per la disperazione.
"Poco direi", rispose il ragazzo che si chiama Finn, ironico e sorridendo.
E solo in quel momento capì che aveva un sorriso pazzesco, insomma, per essere così piccolo, era davvero un bel ragazzo.
Era già tanto per la sua età.
Quello che succese in seguito mi imbarazzò non poco.
"Ehi ma tu sei Kate!", disse Cole rivolgendosi a me.
Io annuì sorridendo anche se non capivo come faceva a conoscermi.
"Ovvio, sei la ragazza della quale parlano tutti", confessò poi Cole e la mia espressione si poteva capire che era più che sconvolta.
"In che senso?", riuscì a chiedere solamente.
E ora che storia è questa?
"Sì a scuola negli ultimi mesi si parla solo di te, del tuo improvviso trasferimento a Los Angeles da Sidney, del tuo incidente, di Cameron e te e com'è finito tutto così presto, dell'odio che Alissa provava per te, del tuo distaccamento da Matt, del tuo strano rapporto con Tom e Dylan, soprattutto Dylan che non sembra solo tuo amico e di te e Antoine", spiegò Cole tutto d'un fiato.
Io spalancai gli occhi e deglutì.
"Tutto questo?", chiesi con un filo di voce ma alla fine me l'aspettavo, insomma siamo a Los Angeles e le voci si diffondono molto facilmente e velocemente e io ero la nuova arrivata, in più sorella di uno dei più famosi della scuola perciò era ovvio che tutta l'attenzione era sopra di me e che tutti aspettavano con ansia delle notizie gossip su di me.
Non sapevo se prendere il fatto di avere i riflettori puntati su di me una buona cosa o no.
"Eh già, difficile la vita Kate vero?", disse Cole e io annuì sospirando.
"Ok ok non stressiamoci di già, sono appena venuto in città e non voglio sentire già l'aria di tensione perciò prima di tutto le presentazioni", cominciò Harry e tutti noi lo guardammo quindi lui continuò, "Kate, lui è Cole, il mio migliore amico dall'infanzia e lui è Finn, fratello di un altro nostro migliore amico ma sta con Cole perché è in gamba".
Cole e Finn risero e io strinsi la mano sia a Cole che a Finn.
"Andiamo da qualche parte? Non ho voglia di rimanere qui in mezzo alla strada", si lamentò Harry.
"Andiamo a casa mia", proposi io anche perché non avevo nessuna voglia di girare per città in pomeriggio pieno.
"Non vorremmo creare problemi", intervenne Finn.
"No tranquillo, non c'è nessuno in casa, Isabelle tornerà stasera e quando arriverà Dylan farete amicizia con lui, è un tipo in gamba", cercai di convincerli.
Finn e Cole si guardarono come per intendersi e poi annuirono.
Ci avviammo verso casa Waston e subito Cole e Harry avanzarono iniziando a parlare dei loro vecchi tempi, sarà un sacco che non si vedono a quanto pare.
E io e Finn invece camminavano dietro di loro silenziosi, finché io non iniziai a parlare.
"Quindi Finn, stai sempre con Cole?", buttai una domanda a caso tanto per iniziare a conversare con lui.
"Sì perché mi piace il suo stile e lo seguo parecchio, diciamo che lo considero come mio fratello maggiore", rispose.
"E tuo vero fratello?", chiesi guardandolo.
"Fa l'università a Boston e non lo vedo mai", rispose guardando dritto.
"Capisco, oggi non sei andato a scuola?", chiesi poi.
"No, oggi Cole doveva fare delle foto per Vanity Fair e mi aveva chiesto se volevo andare con lui così ho saltato scuola", rispose sorridendo.
"Ok ora però devi togliermi una curiosità, quanti anni hai?", chiesi finalmente.
Lui mi guardò di scatto e rispose, "15, perché? Sembro più grande vero?".
"Assolutamente sì", risposi sorpesa.
Lui rise e io mi unì a lui.
Parlammo di altre varie cose e anche lui mi fece delle domande sulla mia vita privata e riuscì ad aprirmi un sacco con lui scoprendo che è un ragazzo veramente maturo, fantastico e sopratutto con un buon senso dell'umorismo.
Ridendo a causa delle battute di Finn arivammo presto a casa.

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