Strane situazioni

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P.o.v. Eris

Alla mattina mi sveglio sentendo le urla di mio padre e per poco non cado dal letto. Mi alzo di scatto e guardo l'orologio... le 8:00. Continuo a guardarlo assonnata ancora qualche secondo e poi realizzo: non ho sentito la sveglia e ora sono in un ritardo apocalittico! Mi vesto in fretta e corro giù alla velocità della luce e corro in garage. Metto il casco e salgo sulla mia Ducati nera con delle fiamme disegnate ai lati e parto a tutto gas verso la scuola. Sicuramente avrò superato tutti i limiti di velocità. Arrivo davanti alla scuola qualche minuto dopo, parcheggio e appoggio il casco sulla moto. Mi guardo attorno e noto che come al solito l'attenzione degli studenti è rivolta a me... mi fanno venire una voglia assurda di ucciderli lentamente... reprimo a fatica i miei istinti omicidi ed entro a scuola. Quando arrivo al mio armadietto per prendere i libri che mi sarebbero serviti per le lezioni di oggi noto con la coda dell'occhio che un ragazzo si sta avvicinando, percepisco la sua aura: è molto potente... deve essere un Alpha... ma questo mi lascia completamente indifferente. Mi giro appena in tempo per trovarmi davanti un paio di occhi azzurri. Il ragazzo ha un sorriso da fighetto e mi guarda maliziosamente come se io fossi una delle sue tante prede, poi mi scocca una delle sue occhiate seducenti che sicuramente avranno fatto cadere decine di ragazze ai suoi piedi. Eh no lupetto, con me non attacca. -Cosa vuoi?- gli chiedo annoiata. Lui mi guarda un po' sorpreso dal mio comportamento ma non demorde. -Mi chiamo Blake, sono un...- comincia a dire ma io lo interrompo con un gesto della mano -Sei un'Alpha, lo so, percepisco chiaramente la tua aura- gli dico usando un tono di superiorità. Lui mi sorride nuovamente e... e vorrei tanto tirargli un pugno su quel bel faccino. -Sai bambola nei tuoi occhi ci sono i mari più profondi, sono semplicemente splendidi- mi dice con voce sensuale. Ma stiamo scherzando?!?! Bambola?!?! Ma chi si crede di essere questo qui?!?! Prendo un respiro profondo per calmarmi, poi lo guardo neutra -Grazie- rispondo secca -Ehi, questo weekend organizzo un party, io e il mio branco, se vuoi puoi venire- mi chiede con tono seducente sorridendo. Ma la smette di sorridere così?! È quasi inquietante! -No grazie, devo allenarmi- gli rispondo fredda, lui mi guarda scioccato e apre la bocca per dire qualcosa ma subito la richiude. Io gli sorrido soddisfatta. A quanto pare il caro Blake non ha mai avuto un rifiuto. Beh, c'è sempre una prima volta. Chiudo l'armadietto con uno scatto che lo fa sobbalzare, queste sono le soddisfazioni della vita. In quel momento suona la campanella così mi dirigo a passo veloce verso la classe dove avrò lezione di... matematica. Guardo meglio... due ore di matematica! Non credo che sopravvivrò. Entro in classe e mi siedo in seconda fila, quasi tutti gli alunni sono già entrati e poco dopo arriva anche la prof. Inizia la lezione ma noto che quando provo a seguirla non riesco a mantenere la concentrazione e dopo un po' comincio a vedere tutto doppio e sfocato, sbatto le palpebre ma non funziona, così decido di fingere di ascoltare la lezione sperando che mi passi in fretta. Dopo un'ora di espressioni e calcoli letterari la prof. decide di chiamare qualcuno alla lavagna per vedere se ha capito la spiegazione. E ovviamente chi poteva scegliere se non io? -Signorina Black sarebbe così gentile da venire alla lavagna a risolvere questa espressione?- mi chiede la prof. guardandomi con superiorità. Io annuisco e mi alzo ma appena muovo qualche passo verso di lei ho un capogiro e sono costretta ad appoggiarmi al banco per non cadere. Prendo un respiro profondo e la vista per un momento si schiarisce permettendomi di arrivare davanti alla lavagna, ma dura poco perché subito delle macchie nere cominciano ad offuscarmi la vista. Le ginocchia mi cedono e barcollo all'indietro perdendo l'equilibrio, riesco solo a sentire la prof. chiedermi preoccupata -Si sente bene signorina?- che cado a terra mentre tutto si fa scuro e ovattato. Poi più nulla.

Mi sveglio di colpo trovandomi davanti la faccia di Natan. Lui appena vede che sono sveglia arrossisce e si allontana di scatto inciampando in uno sgabello. Io d'istinto gli salto addosso premendogli un pugnale d'argento sulla gola. Sono sicura di essere leggermente arrossita ma cerco di nasconderlo meglio che posso. -Cosa credevi di fare?!- gli urlo contro. Solo dopo mi rendo conto di essere in infermeria. -Io?... Niente... controllavo che stessi bene... scusa...- mi dice. Si certo come no. -Beh, non provarci mai più o la prossima volta ti taglio la gola chiaro?!- gli urlo contro. Lui in risposta deglutisce a vuoto e annuisce. -Cos'è successo?- gli chiedo spazientita. Ricordo solo di essere stata chiamata alla lavagna e quando mi sono svegliata Natan stava per baciarmi a tradimento. -Hai... hai... avuto un... un calo di zuccheri...- balbetta lui arrossendo ancora di più. Se fosse stato un altro lo avrei definito patetico ed infantile ma lui è solo carino. -La dottoressa ha... ha... detto che devi mangiare di più... ti ha dato il... il... permesso per uscire prima è... è... su quel tavolino... dobbiamo chiamare... i... i... tuoi genitori- mi spiega continuando a balbettare. Io non gli rispondo e mi avvicino al tavolo. Mio padre non deve sapere che sono svenuta sennò mi uccide. Così prendo il foglio e la mia mano viene avvolta dalle fiamme, poi butto a terra ciò che rimane del foglietto, cioè cenere e mi volto verso Natan che rimane a fissarmi e fortunatamente non apre bocca. -Ehm... se vuoi ho... ho... una merendina in tasca...- mi dice ma io preferisco ignorarlo per evitare che debba scusarsi balbettando ancora di più e torno in classe. Appena entro la prof. fa per chiedermi qualcosa ma io la gelo con lo sguardo. Non ho voglia di dare spiegazioni ad un'oca come lei. Mi siedo al mio posto e poco dopo entra anche Natan che si siede velocemente vicino al suo amico e comincia a parlargli. -Volete condividere la vostra conversazione con la classe?- li interrompe la prof. guardandoli male. -No prof, se avessi voluto condividere qualcosa lo avrei detto direttamente ad alta voce- scherza lo zombie amico di Natan. -Bene, allora fate silenzio e seguite la lezione- risponde la prof. irritata dal fatto di essere appena stata zittita da un suo alunno. Il resto della giornata passa velocemente e finalmente suona la campanella dell'ultima ora. Io prontamente raccolgo le mie cose e schizzo fuori dall'aula. Corro in parcheggio, mi metto il casco, salgo sulla mia moto e parto a tutta velocità verso casa. Stava per baciarmi... perché non l'ho lasciato fare? Stupidi riflessi da assassina... Chissà come sarebbe stato intenso baciarlo se solo un suo sguardo può sciogliermi come neve al sole.

Death's daughter is my mate Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora