Visita a sorpresa

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P.o.v. Eris

Apro gli occhi con una fatica immensa ma li richiudo subito a causa della luce che illumina quella che riconosco come la mia stanza. Provo ad alzarmi ma un dolore fortissimo mi fa restare senza fiato. -Devi restare a letto... i tuoi organi interni non si sono ancora rigenerati completamente- mi informa mio padre, ha uno sguardo triste ma non ho la forza per restare sconvolta, probabilmente si sente in colpa per avermi colpita (non lo aveva mai fatto prima) -Papà... non... non è colpa tua... avrei potuto non mettermi in mezzo... è stata una mia scelta...- mi interrompo a causa di un violento attacco di tosse -Okay, va bene, ma non parlare, mi dispiace- mi dice mantenendo la sua solita compostezza regale. Annuisco, guardo l'ora e scopro che sono le undici... ho saltato scuola... fantastico! Mio padre deve essere rimasto sempre accanto a me perché non ha un bell'aspetto: profonde occhiaie scure solcano i suoi occhi azzurri ed è molto pallido. Non deve aver mai chiuso occhio e questo mi fa sentire un po' in colpa. Non aveva mai fatto nulla di simile per me. -Puoi andare papà... hai fatto anche troppo- gli dico e lui non se lo fa ripetere due volte lasciandomi sola. Non riesco proprio a capirlo e probabilmente non lo capirò mai. Ad un certo punto nella mia mente compare l'immagine di due ragazzi che si stanno avvicinando alla villa... più precisamente alla finestra della mia camera... mi sembra di averli già visti. Sef mette a fuoco i due ragazzi e li riconosco: sono i due amici di Nate. Sef è il lupo guardiano della casa, è immortale e finché ci sarà, la barriera protettiva che circonda la casa non potrà essere infranta. Nessun essere dall'anima oscura può oltrepassarla. Lui comunica mentalmente con noi e attraverso delle immagini ci mostra ciò che vede. Con fatica mi metto seduta sul letto cercando di ignorare il dolore che mi provoca fare anche il più piccolo movimento. La finestra è già aperta, non mi resta che aspettare che entrino. Ad un tratto sul davanzale della finestra compare un braccio... e poco dopo compaiono i due. -Tu, tizia, non provare mai più a far soffrire Natan!- esclama lo zombie mentre slega dal braccio (che ha appena usato come arpione) la corda e se lo riattacca, io lo guardo con superiorità e gli punto contro la calibro 45 che tengo sul comodino -Allora, prima di tutto, non chiamarmi tizia perché ho un nome e soprattutto non credo che tu sia nella condizione di poter minacciare qualcuno- gli dico guardandolo malissimo. Ho male dappertutto ma non per questo sono indifesa. Il licantropo inizia a ringhiare.
-Calmo Joahn, ti ricordo che siamo venuti in pace, ora se tu potessi mettere via quell'aggeggio mi sentirei più tranquillo... comunque sono Louis, zombie, lui è Johan, licantropo- io per tutta risposta punto un'altra pistola anche a Johan -Quindi... siete venuti qui per minacciarmi? Lo sapete perché non sono venuta a scuola oggi?- gli chiedo seria in volto e con tono tagliente. -Ehm... noi siamo qui... per... per... parlare- balbetta il licantropo improvvisamente privo di sicurezza -E no, non... non... sappiamo perché sei rimasta a casa da scuola...- ma quanto sono patetici... mi chiedo come fa Natan a stare insieme a dei tipi come loro... -Perché io ieri sera ho salvato la vita del vostro amico. Mi sono fatta colpire da più di novantanovemila volt al posto suo... dovreste ringraziarmi non minacciarmi- gli rispondo con rabbia. -E sai perché noi siamo qui al posto di essere a scuola oltre che per saltare chimica?! Perché oggi Natan è arrivato con gli occhi arrosati dal pianto e non ci ha nemmeno rivolto la parola! E io non voglio che soffra perché tu hai fatto non so cosa!- sbraita Louis furibondo.
Johan annuisce risoluto per far capire che concorda con lui. Io li guardo con odio -Quindi pensate che solo lui soffra?? Secondo voi se io non ci tenessi a lui mi sarei presa quel fulmine al posto suo?? Lui sarebbe morto... io invece sto soffrendo come mai in vita mia... ma non mi sto lamentando... quindi ora se non avente nient'altro di stupido da dire potete anche andarvene.- concludo furiosa. Ma come osano dire una cosa del genere?! Anch'io sento come se mi avessero pugnalata più volte e senza pietà al cuore... ho pianto per la prima volta dopo anni... e loro vengono qui a rompermi le scatole solo perché il loro amichetto non gli parla e ha gli occhi arrossati dal pianto?! Ma che vadano a farsi fottere! -Quello che Louis voleva dire è che tu gli piaci e molto: sei il suo imprinting e non so perché avete discusso ma lui come te ci è rimasto male... ehm... grazie per avergli salvato la vita...- dice Johan con tono più pacato. Il mio sguardo passa da arrabbiato a confuso -Io sono cosa?- gli chiedo prima di mettere via le pistole: questi due sono inoffensivi. -Chi è che gli voleva tirare un fulmine eh? Tuo padre?!- chiede lo zombie ancora furioso, ma Johan gli tappa la bocca -Sei il suo imprinting- ripete. Io roteo gli occhi irritata dall'infantile comportamento di Louis -Sì mio padre, il re... che cos'è l'imprinting?- gli chiedo cercando di mettermi in una posizione più comoda ma il mio corpo non ne vuole sapere. -L'imprinting è... mmmmh... come spiegarlo... è in poche parole l'anima gemella per i lupi mannari, una sensazione, io non l'ho mai provato... quindi non ti so spiegare bene... ma tu sei importante per Natan, la persona più importante tra tutte- Okay... credo che in questo momento la mia espressione sia indecifrabile. -Domani... tornerò a scuola e... e gli parlerò... ora per favore potreste andarvene?... Non mi sento molto bene...- gli chiedo con tono stanco. Il licantropo annuisce, sorride e butta giù dalla finestra il suo amico, poi salta anche lui. Sono la sua anima gemella... sono la persona più importante per lui...
Queste sono le parole che sono rimaste impresse nella mia mente. È tutta colpa mia... se io non avessi fatto del male a quella ragazza tutto questo non sarebbe successo. Scoppio a piangere ancora una volta e dopo poco mi riaddormento.

Riapro gli occhi svegliandomi di colpo urlando e ansimando. Mi tocco una guancia con la mano e mi accorgo di stare ancora piangendo. Mi asciugo le lacrime con la manica del pigiama e prendo un respiro profondo. Sospiro e mi ridistendo sul letto. Ho sognato di venire abbandonata da Natan... è stato orribile e se ci ripenso mi viene da piangere. Ora so che non posso perderlo... è troppo importante... adesso che l'ho conosciuto non posso fare a meno di pensare a lui... è lui che da un senso alla mia vita... senza di Nate non posso vivere... è questo l'imprinting, ne sono certa. Dal momento in cui ho incrociato il suo sguardo un legame ha cominciato a formarsi tra di noi e sta aspettando solamente di essere sigillato spezzato per sempre. Domani andrò a parlargli e chiarirò ogni cosa. Mi riaddormento felice mentre penso a lui... al licantropo che mi ha rubato il cuore.

Death's daughter is my mate Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora