Era solo un'illusione

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P.o.v. Kate

È tardo pomeriggio e mio padre è già uscito di casa da parecchie ore.
"Vedrai che troverò un lavoro fisso" aveva tentato di illudermi ancora una volta, ma io ormai sono grande e ho capito come funziona: viene licenziato, non riesce a farsi assumere, si alcolizza.
È come ritrovarsi in un vortice, un loop continuo da cui non si può fuggire.
Sono felice di aver incontrato degli amici che mi vogliono bene con cui condividere le mie esperienze, belle e brutte: è la cosa più bella che mi sia successa da quando mia madre è morta.
Appoggio i gomiti sul davanzale della finestra e osservo il mondo attorno a me che continua inesorabilmente ad andare avanti.
O stai al passo o sei finito.
Ad un tratto scorgo qualcosa, o meglio, qualcuno che sta lentamente planando davanti a casa mia.
Dylan...
Quasi quasi fingo di stare ancora dormendo, voglio dire, chi avrebbe voglia di parlare con quello là?
L'unico fattore che mi induce ad aspettare che bussi alla finestra per aprirgli è che potrebbe aver trovato qualche idea per creare l'antidoto per il Gradvis, anche se, non mi sembra dotato di questa grande intelligenza.
A scuola io e gli altri ci stiamo a poco a poco preparando per il fatidico giorno.
Johan è più terrorizzato del solito quando ci pensa, ma sostiene che l'antidoto sarà pronto a breve.
Louis, invece, continua a saltare fuori con teorie del tipo "Il killer vuole uccidere tutti noi per popolare la terra di alieni!" oppure "Il killer è un alieno che vuole tornare a casa!"
Insomma, se non ci sono gli alieni non è soddisfatto.
Io, invece, credo di sapere quali siano le vere intenzioni del killer, ma non voglio saltare a conclusioni affrettate.
Jack, quell'inutile rotolo di carta igienica, qualche volte salta fuori con qualche novità più inutile di lui.
Per la cronaca, prendo in giro Jack solo perché gli voglio bene.
Strano? Nah, è il nostro rapporto.
Riguardo a Nate, beh, abbiamo deciso di lasciarlo con "l'affascinate figlia della morte" (o almeno così si ostina a chiamarla Louis) senza creargli altri problemi di cui preoccuparsi.
"Finalmente" Dylan bussa alla finestra (per un attimo ho temuto che potesse perdersi nel giardino che non ho) e io gli apro immediatamente.
-Dimmi, sei venuto qui per riferirmi qualcosa che vale la pena di ascoltare?- chiedo acida.
-Sì- risponde lui entrando -E poi tutto quello che dico io vale la pena ascoltarlo- aggiunge esibendo un sorriso da figo.
Ah, quando fa così mi ricorda Jack, però ogni volta che l'angelo sorride è... come dire... diverso...
Beh, l'istinto di tirargli un pugno in faccia è sempre presente, ma è diverso... me ne sono accorta dalla prima volta che l'ho incontrato...
No, non posso sciogliermi davanti al sorriso di un egocentrico esibizionista: devo mantenere la mia superiorità femminile.
-Parla e spera che ciò che hai detto sia vero- lo minaccio sedendomi sul letto.
Il suo sorriso si allarga mentre si avvicina al letto.
Poi, quando è distante pochi centimetri da me, si accuccia e mi guarda negli occhi.
Mmmmmm è troppo vicino...
Mi sento a disagio...
Però... è un disagio piacevole...
No, devo rimanere concentrata.
Ad un tratto il suo sorriso si spegne e il suo sguardo diventa serio.
E ora cosa gli prende?
-Ascolta. Eris non voleva dire quelle cose... era distrutta... vedere il suo compagno quasi morto è stato un duro colpo per lei e non devi giudicarla per quello che ha fatto o detto in quel momento perché era arrabbiata, con se stessa per nn essere arrivata prima e con voi perché nn avete cercato di fermarlo... se Natan morisse una parte di lei morirebbe con lui-
Uf che tragico, non avrei mai permesso che Nate morisse: è il mio Alpha ed il mio secondo migliore amico.
Io avvicino il mio volto al suo finché non sono a pochi millimetri di distanza.
-Beh, ci pensava due volte prima di dire certe cose-
Detto ciò lo spingo a tradimento facendolo cadere a terra e un sorriso soddisfatto si delinea sul mio volto. Lui però allunga il braccio e affermandomi il polso mi strattona trascinandomi con sé.
-È questo il punto: lei non pensava-
Il suo viso è a pochi centimetri dal mio e sta fissando i suoi occhi blu elettrico nei miei occhi azzurro cielo...
Fulmini e cielo...
Ma cosa vado a pensare?!
-E la principessa non poteva scomodarsi e venire a dirmelo di persona?- commento con una nota di disprezzo nella voce alzandomi e tentando di allontanare quelle strane fantasie che iniziavano a nascere nella mia testa.
Dylan mi fissa serio -Non credo che si sposterà presto da quella casa. Deve restare con Natan adesso ed è per questo che sono qui: so che le dispiace ma anche che non può venire a scusarsi di persona-
Mi avvicino alla finestra e osservo le foglie che cadono dagli alberi.
Non ho intenzione di accettare le sue scuse in questo modo: se ci tiene veramente verrà da me e poi...
-Come faccio a sapere che tu non abbia preso iniziativa di tua spontanea volontà?- noto pensierosa.
-Infatti è così: lei non sa che sono qui. Sarebbe voluta venire con me se glielo avessi chiesto e non deve, Natan ha bisogno di lei in questo momento tanto quanto lei ha bisogno di lui-
Beccato!
Finché Eris non verrà a scusarsi di persona io non la perdonerò, quindi ora dovrò fingere di farlo.
Se sono una persona orribile? Nah, calcolo solo tutte le possibilità e "l'affascinate figlia della morte" potrebbe anche non voler scusarsi con me.
Mi avvicino a Dylan con una nota di tristezza nello sguardo.
-Quindi... nessuno mi assicura che lei voglia veramente scusarsi...-
Sono veramente dispiaciuta?
Ovvio che no!
Sto solo fingendo per ingannare questo inetto.
Dylan alza un sopracciglio -Se la conosci almeno un po' saprai che lei è dispiaciuta e che per quanto tu l'abbia trattata male in passato lei ti vuole bene. So per certo che non aveva mai evocato un'anima prima d'ora perché le prosciuga tutte le energie ma nonostante tutto l'ha fatto per renderti felice. Non dovresti avere dubbi su di lei-
Ci tiene veramente ad Eris...
Perché questo mi dà così fastidio?
Lui non... forse...
Vabbè: l'importante è che questa storia finisca.
Abbasso lo sguardo.
-Sì, hai ragione per una volta...-
-Non serve che fingi Kate... apprezzo molto di più la sincerità. Quindi dimmi perché quello che dico non ti convince-
Sbuffo: ma quanto sa essere rompiscatole se si impegna.
-Non mi fido delle persone tutto qui- spiego alzando le spalle.
-Non tutte le persone hanno cattive intenzioni- ribatte esibendo uno dei suoi sorrisi.
Ah, iniziano a piacermi sempre di più i suoi sorrisi....
-Allora, ficcatelo bene in quella testolina, io accetterò le sue scuse solo se sarà lei a farmele-
-Beh allora dovrai aspettare... nel frattempo ti va di fare qualcosa insieme?- propone.
Io alzo un sopracciglio.
-Cos'è? Un appuntamento-
-No tranquilla... è che mi annoio a stare da solo nella villa... quindi magari potresti passare un po' di tempo con me... vedo che anche tu sei a casa da sola-
Che peccato... credo che mi sarebbe piaciuto se fosse stato un appuntamento...
Il modo in cui si comporta sta lanciando chiari segnali che in verità è solo una scusa, ma ho ricevuto troppe delusioni dalla vita e non voglio soffrire ancora... specialmente a causa sua...
Ok ok, lo ammetto, non posso negare l'evidenza, forse provo qualcosa per Dylan, ma non voglio saltare a conclusioni affrettate.
-Non saprei...- dico arrivando a pochi centimetri da lui e appoggiando una mano sul suo petto.
-Mi farai divertire?- sussurro.
Quanto adoro fare la parte della maliziosa, soprattutto se il ragazzo in questione forse mi piace, ma non fatevi strane idee: per divertire intendo proprio "divertire" nel senso letterale della parola.
Lui fa un sorriso sghembo.
-Mm... non lo so... io pensavo solo di passare un po' di tempo assieme ma se tu vuoi di più mi va bene comunque-
Io lo guardo negli occhi... i suoi bellissimi occhi...
-Beh... non saprei...- dico facendo scorrere la mano fimo alla sua spalla.
Dylan sorride e scuote la testa.
-Andiamo...-
Sto per ribattere, ma l'angelo senza preavviso mi prende in braccio e uscendo dalla finestra spicca il volo.
Sale...
In alto...
Veloce...
Amo l'adrenalina... mi rende viva, mi fa sentire impavida.
Mi stringo di più a lui, non perché ho paura, ma perché voglio godermi al 100% questo momento.
Lui fa un leggero sorriso e aumenta la velocità.
-È fantastico!- esclamo con il vento che mi scompiglia i capelli.
-Lo so... adoro volare...- concorda sorridendo.
Dopo poco atterriamo al limitare della finestra.
-Cosa ci facciamo qui?- chiedo curiosa rimanendo abbracciata a lui.
-Ti va un po' di moto cross?-
Propone esibendo un sorriso sghembo e indicando due moto parcheggiate vicino agli alberi.
-Avevi già preparato tutto eh?-
Lo stuzzico io.
-Non è la prima volta che vengo qui...- spiega.
Che peccato... sarebbe stato carino se avesse portato le due moto lì apposta per noi.
Dylan sale su una moto ed io mi affretto a fare lo stesso.
-Non sono sicura che riuscirai a starmi dietro- commento con un sorriso provocatorio stampato sul volto.
-Vedremo- ribatte lui mettendo in moto e partendo a tutta velocità.
Io lo seguo a ruota.
È davvero bravo... però io lo sono di più.
Ci dilettiamo in trick su grossi massi, slalom tra gli alberi, accelerazioni, superamenti.
Dopo un po' mi stufo di starmene tutta sola così usando le abilità da licantropo salto dalla mia moto sul sedile della sua e gli cingo la vita con le braccia.
Dylan usa un masso come rampa e fa un giro della morte, poi si gira leggermente verso di me.
-Allora... come sto andando?-
-Mmmmmm... nella norma...-
Appoggio la testa contro la sua spalla.
Lui ridacchia, con uno scatto veloce si gira e mi abbraccia.
Non ho il tempo di dire "la moto..." che in pochi secondi dopo ci troviamo diversi metri sopra la foresta e il mezzo di trasporto si schianta addosso ad un masso distruggendosi.
-L'hai distrutta...- sussurro stringendomi a lui.
Se sto vicina a lui mi sento... come dire... protetta...
-Già... ma ne ho molte altre tranquilla...- sussurra a sua volta.
Lo guardo negli occhi e mi perdo in quell'insieme di fulmini blu elettrico... quel bellissimo blu elettrico...
Rimango ad osservarlo, con la bocca semiaperta ed uno sguardo incantato, come se fosse qualcosa di meraviglioso, di magico, di speciale... e forse... forse credo che lo sia...
Anche lui mi sta guardando negli occhi...
Avvicina lentamente il suo volto al mio, ma con sicurezza.
Riesco solo a pensare che sia il ragazzo più bello del mondo...
Mi bacia...
Mi bacia con dolcezza...
Mi bacia con passione...
Ora mi sento leggera, felice, libera, protetta, sento di aver trovato qualcuno che mi apprezzi veramente per quello che sono, qualcuno che mi ama... è qualcosa di magico, di indescrivibile...
O almeno lo era prima che arrivasse la mia parte razionale a rovinare tutto capendo cosa stava effettivamente succedendo.
Spalanco gli occhi di colpo.
Se potessi correrei via, ma purtroppo siamo parecchio in alto.
Così gli tiro uno schiaffo.
Non voglio che mi abbia così facilmente, ammesso che mi voglia e che non sia tutto uno stupido scherzo.
-Maniaco pervertito...- sussurro con un misto di provocazione, aria da innamorata persa e acidità.
Dylan scoppia a ridere.
-Oh su non fare così... so che ti è piaciuto... forse tanto quanto a me...- sussurra mantenendo quel suo sorriso dannatamente perfetto.
Io in risposta gli tiro un altro schiaffo e lo guardo in stile "pulcino arrabbiato".
-Non provarci mai più- sibilo, ma dentro di me una vocina lo sta supplicando di rifarlo, ancora ancora e ancora.
L'angelo fa un sorriso sghembo e mi dà un veloce bacio a stampo.
-Bastardo...- borbotto, anche se in verità non mi è dispiaciuto affatto.
Dylan ridacchia.
-Sei dolcissima lupacchiotta...- sussurra con dolcezza.
Awwww, lupacchiotta, che tenero... no, devo ricordarmi che non posso rendergli le cose facili, non voglio rimanerci male se poi capisce come sono veramente e cambia il modo di comportarsi con me.
-Non chiamarmi lupachiotta- ribatto stizzita.
Lui mi dà un altro bacio a stampo e sorride.
Lo colpisco con un pugno sul petto.
-Smettila o ti dilanio- lo minaccio.
Dylan mi guarda malizioso -E se io facessi questo?-
Non ho neanche il tempo di guardarlo con aria interrogativa che fa scivolare una mano dietro alla mia nuca e mi bacia con lentezza e passione, anche più della prima volta, ma ad un tratto si stacca, mi fa l'occhiolino e mi lascia cadere nel vuoto.
Io non riesco a metabolizzare quello che è successo e l'unica cosa che riesco a fare è urlare come una che si sta per spiaccicare a terra, aspettate, io mi sto per spiaccicare a terra!
Poco prima di raggiungere terra però vengo afferrata da due braccia forti che mi riportano in alto nel cielo.
Gli tiro uno schiaffo talmente forte da fargli girare la testa di lato.
-Bastardo!- gli urlo contro per poi esibire tutto il mio repertorio di insulti.
Lui fa un sorriso sghembo e alza un sopracciglio -Non avrai mica creduto che ti avrei lasciata spiaccicare a terra vero? Non ti fidi di me Kate?- mi chiede con un falso tono offeso.
Io lo guardo con gli occhi a fessura.
-Ora dovrai farti perdonare- sibilo.
Dylan sorride e mi bacia con dolcezza.
Se continua a fare così credo proprio che cederò e gli lascerò via libera... oppure gli farò perdere la testa a suon di schiaffi.
-Smettila di baciarmi!-
-Sei sicura?- sussurra per poi ribaciarmi.
Ok, ora sta veramente esagerando.
-Fammi scendere.-
Se sono a terra posso picchiarti meglio...
-Ma si sta così bene quassù... e poi non mi pare tu abbia apprezzato quando prima ti ho fatta scendere-
Sbuffo.
Non lo posso "battere" in cielo: qui la mia vita dipende da lui, sono nelle sue mani, per "vincere" devo giocare in casa.
-Ora ti porto in un posto- dico in tono superiore ignorando il suo commento.
-E dove vuoi portarmi sentiamo- chiede.
-Segui le mie indicazioni e lo scoprirai-

Death's daughter is my mate Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora