Mi viene un leggero mal di schiena

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P.o.v. Natan

La mattina mi sveglio con Eris tra le braccia.
Sorrido e accarezzo i suoi morbidi capelli rossi.
Sembra una dea quando dorme, perfino più bella più di Afrodite.
Abbracciandola mi sento in grado di proteggerla, anche se so benissimo che non ha alcun bisogno di una guardia del corpo.
Non voglio svegliarla così mi sposto facendo attenzione a non fare movimenti bruschi.
Lei mugola contrariata.
Anche se è ancora nel mondo dei sogni non riesco a rimanere fermo a guardarla, così la bacio facendola sorridere.
La prendo in braccio e la appoggio delicatamente sul letto.
Mi siedo sulla sedia della mia scrivania e rimango lì, ad osservarla, stregato dalla sua bellezza.
Si sveglia stiracchiandosi e quando mi vede sorride.
Inaspettatamente scatta verso di me e mi salta in braccio per poi baciarmi.
Il mio cuore si riempie di gioia: quanto vorrei che ogni mattina fosse così.
-Buon giorno lupetto-
Io la ribacio.
-Sai, credo che dovrò trovarti un soprannome-
Lei ridacchia e mi bacia.
Il mio sguardo improvvisamente diventa serio.
-Eris, ieri cos'è successo? Chi ti ha fatto del male?-
-Nessuno... è stata colpa mia... ho fatto una cosa stupida...-
Abbassa lo sguardo.
Le tiro uno schiaffo e prima che possa dire qualcosa la bacio.
-Mi hai fatto preoccupare da morire!-
La bacio ancora.
-Scusami... non ci ho pensato... e scusami anche per aver distrutto la moto...-
-Ah, chissene frega della moto, l'importante è che tu stia bene-
La bacio di nuovo e lei sorride.
Si sente bussare alla porta.
-Nate sei sveglio?-
Merda, mia madre.
Certo, lei è felicissima che abbia una fidanzata, ma credo che mi ucciderebbe se la vedesse in camera mia... seduta sopra di me...
Nel tentativo di alzarmi cado dalla sedia e trascino con me Eris. Arrossisco.
-Ehm... uhm... ehm...-
Lei sta per mettersi a ridere così le metto una mano sulla bocca.
-Sì mamma, ora arrivo-
Prima di andarsene la figlia della morte mi bacia.
-Ci vediamo a scuola lupetto-
Esce appena in tempo: mia madre entra qualche secondo dopo spalancando la porta.
-È tutto ok?- chiede sospettando qualcosa.
-Sì sì ora mi vesto-
Lei sorride ed esce.
Tiro un sospiro di sollievo: per fortuna non l'ha vista.

-Ho scoperto qualcosa- annuncia Kate appena arrivo.
-E a quanto pare sono l'unica- aggiunge guardando male Louis e Johan.
-Abbiamo avuto altri impegni- si scusano loro.
-Allora- riprende la parola la licantropa -Grazie a delle scommesse ho scoperto che il killer sta organizzando qualcosa di grosso, grosso e pericoloso-
-Come fanno le persone che non hanno ancora letto il giornale a sapere che è fuggito? E come fanno a sapere che sta organizzando qualcosa?!- chiedo stupito.
-Bah- risponde lei -Nei quartieri bassi della città è pieno di gente strana-

Finita la scuola ho voglia di camminare, camminare pensando ad Eris, camminare pensando all'avventura che ho deciso di intraprendere, così mi addentro nel bosco. L'odore di resina, di rugiada e di muschio mi riempie i polmoni.
Mi sono sempre sentito in sintonia con la natura: mi tranquillizza, mi rilassa. I pini si proiettano verso il cielo alternandosi alle maestose querce che ospitano i vivaci scoiattoli.
Ne vedo uno correre sul tronco di un albero portando in bocca una scorta di ghiande: si sta preparando per il letargo. Gli uccellini cantano motivetti melodiosi mentre un picchio fa da "percussioni". Un pigro riccio mi passa davanti con a seguito la sua famiglia. Le formiche operaie conducono la loro frenetica vita intorno ai propri formicai sollevando i pezzi di castagne caduti.
Come si dice: l'unione fa la forza.
Avete presente quando tutto vi sembra così perfetto e magico come in una fiaba e nel momento esatto in cui lo pensate accade qualcosa? Ecco.
Scorgo qualcuno muoversi.
Mi nascondo dietro un cespuglio e lo osservo attentamente.
È il killer: lo riconosco ricordandomi la foto presente sul giornale.
Lo seguo silenzioso come un'ombra.
Non sembra accorgersi di me.
Improvvisamente qualcuno mi salta addosso.
Senza darmi il tempo di reagire un uomo con i capelli quasi del tutto rasati e lo sguardo freddo, sadico e omicida afferrandomi le spalle con tutte e due le mani mi sbatte contro il tronco di un albero impedendomi di spostarmi.
Ringhio.
-Non mi fai paura licantropo- dice lui con tono sprezzante.
-Ti ho visto sai? Stavi inseguendo la mia preda. Sei veramente sciocco ragazzino: ti sei messo in mezzo tra un assassino e il suo lavoro ed ora ti insegnerò che è una cosa che non bisogna mai fare.- continua.
-Beh, non mi fai paura neppure tu- ribatto continuando a ringhiare.
Lui sospira, molla la presa e mi spara sulla gamba.
Ululo dal dolore: il proiettile è d'argento.
-Così spavaldi e ingenui i giovani d'oggi- commenta.
Non posso competere contro di lui: morirei.
Mi guardo intorno: del killer non c'è nessuna traccia.
Lo so che è una persona pericolosa ma non voglio che muoia: nessuno merita di morire.
Mi alzo a fatica e mi volto pronto per scappare.
-Oh, non così in fretta ragazzino-
L'assassino con tre lame d'argento ricoperte di strozzalupo tenute su una mano mi procura tre lunghi e profondi tagli sulla schiena che partono dalla spalla sinistra vanno in obliquo fino al bacino.
Ululo dal dolore, questa volta più forte, poi inizio a guaire.
Cado in ginocchio.
-La... la... tua preda?...- riesco a sussurrare -Mi... mi dispiace... c-credo sia già... prenotata-
Perfetto!
Ma come mi è saltato in mente di dire una cosa del genere?!
L'uomo mi afferra per la maglietta e mi sbatte di schiena contro il tronco dell'albero.
Le schegge entrano nella ferita.
Il dolore è allucinante, oltre il limite della sopportazione.
Continuo a guaire e le lacrime iniziano a solcare le mie guance.
-Spero che tu abbia imparato la lezione- sussurra in tono tagliente per poi colpirmi con la pistola alla testa.
Svengo.

Mi risveglio sul mio letto.
La ferita sulla schiena mi fa ancora male. La figlia della morte è inginocchiata accanto a me e ha la testa appoggiata sul mio addome.
Sta piangendo.
Appena si accorge che mi sono svegliato mi guarda incredula e quando realizza che sono veramente sveglio mi bacia poi il suo sguardo si indurisce e mi tira uno schiaffo molto molto forte.
-Stupido! Mi hai fatto preoccupare da morire!-
Mi ribacia senza aspettare che risponda.
Lo schiaffo sommato allo sparo sulla gamba, sommato ai graffi sulla schiena e sommato alla ferita sulla testa mi fa fare una smorfia di dolore.
Accenno un debole sorriso.
-Cosa... cos'è successo?-
-Sei un'idiota Nate! Perché ti sei messo contro un assassino?! Cosa credevi di fare?? Potevi morire!... Sappi che non ti picchio solo perché stai già male...-
-Stavo inseguendo il killer...- spiego -Poi è... è... subentrato l'assassino... come ci sono arrivato qui?-
Altra smorfia di dolore.
-Logan... come scusa ha detto ai tuoi genitori che ti ha fatto uno scherzo con il sonnifero- sussurra.
Ha uno sguardo sconvolto.
Riprovo a sorridere.
In quel momento mio fratello maggiore spalanca la porta per poi richiuderla a chiave.
-Nate!- esclama quando mi vede sveglio indeciso se abbracciarmi o buttarmi giù dalla finestra.
-Sei stato un irresponsabile! No! Non m'interessa quello che stavi facendo! Mi hai fatto preoccupare! E per fortuna che avevo deciso di andare a correre!-
-Allora... vedo... che non sono la... la palla al piede di cui parli sempre...-
Ridacchio.
Logan borbotta e per sviare la conversazione si rivolge a Eris.
-Perché non mi hai chiamato appena si è svegliato?!-
-Vuoi morire?-
Eris lo guarda malissimo.
-No, ma se la prossima volta, che non ci sarà (sottolinea 'che non ci sarà' con la voce) non mi chiami subito sarai tu a morire- ribatte.
La figlia della morte scoppia a ridere.
-Per quanto tempo... sono rimasto... svenuto?- chiedo interrompendo la loro discussione.
-Sei giorni- mi risponde Eris con uno sguardo che è un misto tra il triste e il severo.
Sbianco.
-Il mio branco... dovete chiamare i miei amici...-
-Dovresti farlo tu-
La figlia della morte mi dà il mio cellulare.
Mando un messaggio e dopo pochi minuti sono già arrivati (ovviamente entrano dalla finestra).
Mio fratello sentendosi assalito da un gruppo di ragazzini decide di andarsene.
-Nate!- esclama Louis per poi abbracciarmi.
-No... asp-
Guaisco per il dolore e lui molla subito la presa.
-Scusa non ci ho pensato-
-Tu non pensi mai- lo rimprovera Kate in tono scherzoso.
-Ho... ho inseguito il killer... era nel bosco...- spiego nuovamente.
-Ed è stato quel coglione a feriti?!-
Louis è furibondo.
-No- rispondo -Un assassino-
Kate guarda Eris alzando le sopracciglia aspettando che dica qualcosa.
-Kate... ne abbiamo già parlato...- dico, ma lei continua ad osservarla.
La figlia della morte la guarda impassibile.
Sto troppo male: non ho le forze per mettermi a litigare.
Per fortuna Louis cambia discorso.
-Appena Nate si sarà ripreso dobbiamo andare ad indagare!-
Johan è a dir poco terrorizzato.
-Non dovremmo lasciare perdere? Ci sono gli assassini...-
-Questo è un motivo in più per catturarlo, non vedo l'ora di mettere i bastoni fra le ruote a qualche pallone gonfiato- ribatte Kate.
-Ha... ragione- concordo.
-Dobbiamo... trovarlo e catturarlo... io non permetterò che muoia.-

Death's daughter is my mate Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora