Emozioni confuse time

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P.o.v. Natan

La mattina dopo vado a scuola senza fare colazione: non ho fame.
Mamma prova a scoprire il motivo della mia improvvisa depressione, ma io svio le sue domande: non ho voglia di parlare di cosa è successo ieri e non voglio che si preoccupi.
Quando arrivo noto che Eris non c'è... meglio così: ho ancora gli occhi arrosati dal pianto e dalla notte passata insonne.
Non voglio che mi veda in questo stato.
Nel mio cuore desidero ringraziarla, abbracciarla e stringerla con tutto me stesso, ma non credo che gradirebbe.
Non degno Louis e Johan di uno sguardo e varco la porta con passo spedito: non ho voglia di conversare neanche con loro.
Ho il cuore spezzato, ho perso il mio imprinting, sono sicuro di aver perso il mio imprinting ed è solo colpa mia... circa...
Trattengo a stento altre lacrime.
-Ciao- mi saluta Kate seria.
La ignoro e continuo a camminare.
Lei mi blocca prendendomi per un braccio.
Tento di liberarmi, senza grandi risultati.
-Ehi, lasciami...- inizio a dirle con tono brusco, ma lei mi interrompe senza lasciarmi il tempo di finire la frase.
-Seguimi-
Prima che possa ribattere la licantropa mi trascina verso il giardino sul retro.
Una volta arrivati mi indica una bellissima Delta 7 Arantix allucchettata ad un albero.
-È per te: di solito venivi in bicicletta, ma negli ultimi giorni sei arrivato a piedi-
Mi sforzo di sorriderle.
-Grazie, è perfetta-
-Mi dispiace di aver causato problemi tra te e la tua fidanzata-
Sbianco.
-Non è la mia fidanzata-
A causa mia non lo sarà mai.
Credo di avere un aspetto da "sono un povero licantropo aggredito dai sensi di colpa per aver rovinato la sua unica possibilità di avere una relazione" perché Kate capisce al volo ciò che voglio sentirmi dire.
-Non darti la colpa, è inutile, non serve a niente, che poi non è neanche tua-
Le sorrido, questa volta veramente.
Kate si sistema la coda.
-Deve tenere veramente a te quella ragazza- commenta -La capisco: tu sei gentile e altruista, mi hai difeso quando avevo la colpa e ora non sei qui a picchiarmi-
-Beh... ho fatto solo quello che ritenevo giusto...- ammetto arrossendo leggermente.
Ho sbagliato a ignorare gli altri: parlare con qualcuno mi sta facendo bene.
-Perché hai scommesso? L'hai fatto con delle tue amiche?-
-L'ho fatto per soldi, scontato no? E io non ho amici, faccio finta di averli-
Sono ancora distrutto per Eris, ma ho capito che non posso far ricadere questa mia depressione sugli altri: non è corretto.
Le prendo la mano.
-Se vuoi io posso essere tuo amico-
Le sorrido, ma il suo sguardo rimane impassibile.
-Le mie qualità sono fingere e "osservare" gli altri per dedurre il loro carattere e come si comporteranno- mi informa seria.
-Sono delle ottime qualità-
-Sì, per un ladro, un assassino, un malvivente-
-Beh, io avrei detto per una ragazza intelligente che vuole rendersi utile-
Kate arrossisce.
-Uhm... grazie... nessuno mi aveva mai fatto un complimento... e... e... ti assicuro che ora non sto recitando-
-Allora, posso essere il tuo primo amico?-
Lei annuisce e senza aggiungere altro se ne va.

Suona la campanella e io mi dirigo in classe pronto per scusarmi con Louis, ma risulta assente.
La prof. mi chiede dove possa essere e io mento dicendo che è ammalato.
Durante la lezione ripenso ad Eris: probabilmente oggi è rimasta a casa.
Le devo la vita... ma sono ancora arrabbiato: vorrei che si scusasse con Kate.
Dentro di me infuria una tempesta di emozioni.
A ricreazione non trovo neanche Johan (anche a lui devo delle scuse).
Cosa cavolo succede?!
Perché spariscono tutti?!
Visto che i miei amici sono misteriosamente scomparsi decido di passare un po' di tempo con Kate per conoscerla meglio.
Scopro che sua madre è morta e lei ora vive da sola con il padre che lavora per un agenzia che produce scope, ma che, probabilmente, tra qualche giorno, ritornerà ad essere disoccupato e ad alcolizzarsi.
Mi dispiace per lei: deve sentirsi molto sola.
Vorrei aiutarla in qualche modo: vorrei riuscire a scalfire il muro che si è costruita intorno.
Tra la tristezza e la rabbia di oggi c'è almeno una buona notizia: casualmente, per il volere del destino, mi sto avvicinando alla formazione di un branco.

Death's daughter is my mate Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora