P.o.v. Jack
Giro per l'ennesima volta l'assegno che mi ha regalato Kate.
"Vuoi essere la mia ragazza?"
Se avesse letto quella frase... no, non ci voglio pensare.
Era con Dylan quando me l'ha dato e questo gesto l'ha fatto arrabbiare: di sicuro è stato lui a scrivere questa pericolosa frase.
Piego il foglio di carta, lo riapro, lo giro, lo ripiego come se dovessi fare un origami.
Alzo lo sguardo: dei nuvoloni temporaleschi si stanno lentamente avvicinando e nell'aria si sente odore di pioggia.
Odio la pioggia, ma non credo che oggi il cielo ci "degnerà" dei suoi "piacevoli liquidi", il vento porterà quasi sicuramente le nuvole lontano.
Una folata per poco non mi strappa l'assegno dalle mani.
Che se lo porti via il vento, quello e la mia dannata paura di dichiararmi.
Cammino.
Ogni passo più incerto del precedente.
Mi sembra di essere in un labirinto pieno di trappole in cui ogni movimento potrebbe essere letale.
Accendo una sigaretta.
Sto per mettermela in bocca, ma ci ripenso: oggi niente fumo.
La butto a terra vicino ai sacchi di spazzatura semiaperti che costeggiano i muri delle case e la schiaccio con la punta della scarpa.
"A lui piace" ripenso.
Mi guardo a destra, poi a sinistra per assicurarmi che non ci sia nessuno.
Con delle bende mi isso a uno dei balconi che si protendono dagli alti palazzi del lato destro del vicolo verso quelli del lato sinistro.
È tutto così monotono.
"Sei un erede di Tutankhamon quell'angelo da quattro soldi non può competere con te" tento di autoconvincermi mentre, sempre aiutandomi con le bende, raggiungo il tetto piatto dell'edificio.
Mi guardo intorno e allargo le braccia lasciando che il vento faccia svolazzare l'orlo della giacca.
Quassù mi sento libero, forte, invincibile.
Certo, sarebbe meglio una bella piramide alta 139 metri come quella di Cheope, ma mi accontento di quello che ho.
"Sei uno scemo, dovresti conquistarla senza pensarci: hai perso troppo tempo e ora hai anche un rivale. Ribadisco: sei uno scemo"
Lo so, il mio subconscio è uno schifo.
Osservo le macchine che corrono veloci lungo la strada principale.
Ieri era passato proprio così: velocemente.
Non ero riuscito a pensare, a ideare un piano: leggevo e rileggevo quella frase come ipnotizzato.
"Ho un potere raro, sono divertente e anche figo: cosa vorrebbe di più?"
"Un assassino fighissimo chiamato Dylan" risponde una vocina dentro di me.
Scaccio il pensiero.
"Devi sbrigati amico"
Già, devo sbrigarmi, se la amo veramente devo avere il coraggio di fare il primo passo.
Ma come?
L'arte dell'amore è un campo a me sconosciuto non so come muovermi!
Per una volta ho paura di fallire...
Ogni idea che mi viene in mente la stropiccio e la butto nel cestino.
Faccio un respiro profondo e mi concentro sull'aria fredda che punge in modo quasi piacevole il mio volto.
Non sarà poi così difficile...
Sì lo è.
Sono a dir poco terrorizzato, preferirei di gran lunga fare a pugni con la morte altre cento volte o farmi divorare l'anima da Ammit il divoratore di anime.
Altro respiro profondo.
È il momento di fare una scommessa... una scommessa con me stesso...
Io scommetto che riuscirò a dichiararmi.
Guardo il cielo e il mio sguardo si perde tra le nuvole autunnali.
Ora devo solo vincerla...
Però avrò bisogno di un piccolo aiuto: Nate.
Voglio dire, ha conquistato Eris: avrà almeno un po' si esperienza!
Mi lascio cadere dal palazzo per poi trasformarmi in sabbia e tornare umano una volta raggiunto l'asfalto del vicolo.
Metto le mani dentro le tasche della giacca e mi in cammino verso la casa di Nate.
Ovviamente non mi scomodo a suonare il campanello e mi arrampico fino alla finestra di camera sua.
È disteso sul letto e sta studiando la piantina della villa di Eris probabilmente per decidere i nostri appostamenti.
Busso alla finestra attirando così la sua attenzione.
Lui apre la finestra e mi fa entrare.
-Amico, non lo credevo possibile, ma ho bisogno del tuo aiuto-
Nate alza un sopracciglio.
-Non lo credevi possibile eh?-
Lo zittisco con un gesto della mano.
-Ho deciso di buttarmi tra le braccia di Hathor-
L'Alpha arrotola la piantina e la chiude con un elastico per poi riporla sulla scrivania.
-Hathor?- mi chiede confuso.
Sospiro: certa ignoranza mi dà proprio fastidio.
-La dea egizia dell'amore, della...-
-Hai decido di dichiararti!- esclama interrompendomi.
Forse questa è e sarà l'unica intuizione della sua vita: fa bene a essere euforico.
-Sì- confermo accennando a un sorriso sghembo -Ma non so come-
-Beh... Kate è una ragazza...-
-Speciale? Semplice ma complicata? Disposta a sostenere in ogni caso i suoi amici? Spaventata dal fatto che il mondo la possa ancora far soffrire? La conosco da più tempo di te amico so come è fatta-
Sfoggio uno dei miei sorrisi da ragazzo figo, ma sento che dentro di me il mio cuore sta per esplodere per l'agitazione.
-Quindi io cosa dovrei fare "amico"?- mi chiede Nate.
-Dovresti aiutarmi a organizzare il mio appuntamento- spiego -Ti prego...- aggiungo.
Il licantropo sorride.
-Ti aiuterò Jack, vedrai che la faremo cadere ai tuoi piedi-
Ridacchio: è proprio un vero amico.
Nate si siede a terra e mi fa cenno di sedersi di fronte a lui.
-Esistono le sedie sai?- commento scherzoso.
-Sedie?- chiede lui retorico -Ormai le sedie sono superate-
Ridacchio nuovamente e mi siedo a gambe incrociate sul tappeto verde acqua che copre una parte del pavimento della camera di Nate.
-Allora...- inizia -La prima cosa da... aspetta, ma non eri tu l'esperto?-
-Sì, quando si tratta degli altri sono un vero asso nella manica, ma quando immagino me che mi dichiaro a Kate... le mani iniziano a sudare... il cuore mi batte forte... e il mio cervello sembra essere andato in vacanza...-
-Si chiama amore, Jack: a-mo-re-
Sospiro e penso a quanto sia bello quello che sto provando in questo momento.
Ho sempre provato ad attirare l'attenzione, ma l'unica che ho mai voluto era quella di Kate.
Batto le mani sulle ginocchia.
-Va bene Yoda: iniziamo-
Nate assume un'aria pensierosa.
-Per prima cosa bisogna scegliere il luogo...-
Ci rifletto qualche secondo cercando nella mia mente un'idea decente e ad un tratto arriva il ricordo, leggero come il vento di primavera.
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Death's daughter is my mate
WerewolfDue ragazzi, due caratteri completamente diversi, una sola anima. Eris è dolore, sangue e oscurità. Natan è dolcezza, luce e fedeltà. Lei ha un passato difficile che la perseguita ogni notte, la sua anima tormentata non ha mai trovato pace, la sua a...