Tenebre

1.6K 118 9
                                    

P.o.v. Eris

Come ogni mattina Dylan mi viene a svegliare e dopo aver fatto colazione andiamo in garage a prendere la moto. Abbiamo deciso che facciamo un giorno per ciascuno... e oggi tocca a me guidare! Parto a tutta velocità verso la scuola accelerando ad ogni curva. Quando arriviamo Dylan è un po' pallido -Stai bene?- gli chiedo osservandolo -Tu non guidi più- sussurra guardandomi terrorizzato. Scoppio a ridere e lui mi guarda male -Scusa... ma la tua faccia... era fantastica...- gli spiego continuando a ridere -Ah ah ah. Molto divertente. Ma chi ti ha dato la patente? Un barbone ubriaco?!- mi chiede incredulo, io ho le lacrime agli occhi per il troppo ridere -Io... ahahahah... non ho... ahahahah... la patente... ahahahah- gli dico tra le risate. Lo vedo sgranare gli occhi e sbiancare ancora di più -Questo spiega ogni cosa...- sussurra. Quando finalmente smetto di ridere lo porto dal branco di Natan. Mi avvicino a loro sorridendo -Ehi ciao ragazzi... per chi ancora non lo sa lui è Dylan... Dy loro sono Johan, Louis e Kate- gli spiego brevemente lui annuisce semplicemente riassumendo l'aria da cattivo ragazzo che aveva anche con me prima che ci conoscessimo bene. Johan si allontana un po', Louis sorride -Posso tiragli un pugno?- mi chiede Kate -L'hai già fatto ricordi?- gli risponde lui strafottente -Ah ah ah, che simpatico- gli risponde lei sarcastica -Non litigate- li ammonisco io. In quel momento arriva Nate e mi bacia. Io gli sorrido e lo abbraccio. Lui intanto scocca un'occhiataccia a Dylan che ridacchia -Io vado a parlare con i ragazzi della mia età... ci vediamo dopo bambola- mi dice dandomi un bacio sulla fronte. Gli occhi di Nate diventano rossi d'istinto -Oh oh qui abbiamo un fidanzato geloso- commenta Louis. Io ridacchio e do un bacio a Nate per calmarlo e subito i suoi occhi tornano normali. Mi sorride -Eris vieni- Io lo seguo con uno sguardo interrogativo stampato sul volto. Nate mi porta in un luogo appartato poi mi dà un pacchetto regalo e arrossisce. -Ehm... ecco... è per te... spero ti piaccia- mi dice balbettando. È così dolce. Non poteva capitarmi un compagno migliore. Curiosa come sono lo apro subito e trovo una scatola a forma di cuore con dentro dei cioccolatini. I miei occhi si illuminano -Grazie! Adoro il cioccolato!- esclamo per poi baciarlo, lui sorride e mi ribacia -Prego-

Le prime tre ore passano velocemente e a ricreazione decido di assaggiare i cioccolatini che mi ha regalato il mio compagno. Sono buonissimi. Il ripieno è di cioccolato liquido e nocciole. Ne mangio un altro e un altro... e un altro ancora. Alla fine ne ho mangiati più della metà. Poi suona la campanella e mi dirigo alla prossima lezione.

Quando finalmente finisce la scuola vado alla mia moto dove mi sta già aspettando Dylan che appena mi vede mi mostra il palmo della mano. Ci metto un po' a capire che vuole le chiavi. Sospiro e gliele porgo. Lui sorride e mette in moto. Io salgo dietro di lui. A metà strada comincio a sentirmi strana. Una fitta allo stomaco mi fa piegare in due dal dolore. Reprimo a fatica un conato di vomito. -Dylan... per favore... accosta...- gli chiedo con un filo di voce. Lui esegue e appena la moto si ferma scendo e mi accascio a terra cominciando a vomitare anche l'anima. Dylan mi si avvicina subito e mi tiene sollevati i capelli per evitare che si sporchino. Quando il mio stomaco si è completamente svuotato mi rialzo barcollando leggermente. -Che ti succede piccola?- mi chiede preoccupato -... non lo so... all'improvviso mi sono sentita male...- gli rispondo ancora dolorante -Beh non credo sia normale che tu abbia vomitato sangue- commenta lui con gli occhi colmi di preoccupazione. Abbasso lo sguardo e noto un enorme pozza di sangue. Nemmeno io credo che sia normale ma non ho nessuna voglia di far preoccupare Steve e mio padre. Barcollando mi risiedo sulla moto, Dylan mi imita, mi lancia un'ultima occhiata per assicurarsi che stia "bene" e parte. Quando arriviamo a casa non ho per niente fame così vado in camera mia mentre Dylan mangia. Sono sul letto a leggere un libro quando la vista mi si annebbia finché tutto di venta nero accompagnato da un dolore fortissimo agli occhi. Non riesco a sopportarlo... fa troppo male... lancio un urlo di dolore e in meno di cinque secondi Dylan è da me -Che succede?!?!- esclama andando nel panico. Il dolore è così forte che non riesco a rispondergli. Comincio a piangere. -Oddio...- Dylan mi si avvicina e mi prende per le spalle -Eris... stai... piangendo sangue- sussurra. Io sbianco completamente, il dolore aumenta e lancio un altro urlo. Mi sembra di avere degli spilli incandescenti infilati negli occhi. Qualcuno entra spalancando la porta. -Cosa succede?!- esclama quello che riconosco essere Steve -Non lo so... ma sembra grave- gli risponde Dylan preoccupato. Ad un tratto il dolore diminuisce e velocemente come era arrivato se ne va. Ho il respiro accelerato e mi guardo intorno ma non vedo altro che nero. Vado nel panico più totale. -Dylan... io... io non... non ci vedo...- sussurro mentre il mio respiro diventa sempre più irregolare. Dylan mi abbraccia -Eris... vedrai che scopriremo cosa ti sta succedendo ma adesso devi restare calma... a te non servono gli occhi per vedere- mi dice stringendomi forte a se. La paura e l'angoscia rimangono ma torno a pensare con lucidità. Prendo un respiro profondo e mi concentro sull'udito e sull'olfatto. -Steve... tu sai cosa mi sta succedendo?- gli chiedo facendo trasparire una nota di paura nella voce -Sì... credo proprio di sì... questi sono gli effetti tipici del vischio... letale per i demoni... hai toccato o mangiato qualcosa che ne conteneva?- mi chiede. Io ci penso su e poi mi vengono in mente i cioccolatini di Nate -Nel mio zaino ci sono dei cioccolatini... credo siano quelli che lo contengono... Steve... non voglio morire...- sussurro con voce tremante -Non morirai principessa... tra poco ti porterò l'antidoto e starai meglio... la vista purtroppo la recupererai col tempo...- mi informa uscendo dalla porta. Dylan mi sta ancora abbracciando -Stai tranquilla... tutto si sistemerà... nel frattempo io starò sempre accanto a te, okay?- mi rassicura accarezzandomi i capelli. Non voglio essere un peso per nessuno. So cavarmela da sola. Sembra strano, ma sono stata preparata anche all'eventualità di un incidente simile, anche se quando accade veramente l'allenamento non conta: sarai sempre impreparata. -Tranquillo Dy... non serve... me la cavo da sola non ti preoccupare... non voglio essere un peso- gli dico con voce sicura -Eris tu non sei un peso... e se avrai bisogno io ci sarò sempre per te non dimenticarlo- ribatte lui -Grazie Dylan- gli rispondo stringendolo forte.

Death's daughter is my mate Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora