Grigio

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P.o.v. Nate

La mattina mi sveglio di buon umore: mi sono riconciliato con Eris e oggi la vedrò per poterla stringere forte tra le mie braccia e baciarla, cosa ci può essere di più bello?
Ieri sono andato a comprare una scatola a forma di cuore piena di cioccolatini di vari gusti: al latte, fondente, bianco, con il pistacchio ecc.
Oggi gliela regalerò per farmi perdonare ulteriormente.
Sono sicuro che la farò felice... e lei... lei mi bacerà...
Sbavo al pensiero e esulto interiormente.
Non potrei vivere senza i suoi baci.
Inoltre, da quando è venuta Kate, Noah e Lily non mi hanno fatto più scherzi il che ha migliorato di molto la mia vita.
Anche Logan ora mi tratta meglio, anzi, ha deciso che mi insegnerà ad andare in moto così la prossima volta che andrò con Eris da qualche parte sarò io a guidare... e lei potrà stringersi forte a me...
Sbavo un altro po'.
Direi che la mia vita si è proprio trasformata da così a così e senza usare le gocciole!
È tutto così fantastico!

Appena raggiungo gli altri al solito posto Eris mi sorride e mi abbraccia. Io sorrido a mia volta e la stringo forte.
Il mio cervello però sta andando in "Allarme Coso".
Cosa ci fa lui qui?!
Questo è il nostro posto!
Lui non dovrebbe essere qui!
Gli scocco un'occhiataccia e lui ridacchia.
Ridi pure finché ne hai l'occasione piccione!
-Io vado a parlare con i ragazzi della mia età... ci vediamo dopo bambola- annuncia dando un bacio sulla fronte a Eris.
Ma come si permette?!
Come ha osato semplicemente sfiorarla?!
I miei occhi diventano rossi d'istinto e trattengo un basso ringhio.
-Oh oh qui abbiamo un fidanzato geloso- commenta Louis divertito.
Eris ridacchia e mi bacia.
Ok... questo ci voleva proprio...
Io mi calmo, rilasso le spalle e faccio tornare i miei occhi normali.
Devo concentrarmi sul regalo: missione di oggi rendere Eris felice, beh, del resto è la missione di ogni giorno. Le sorrido.
-Eris vieni- la invito avviandomi verso un luogo appartato e lei mi segue con uno sguardo interrogativo stampato in volto.
È così carina quando è confusa... ok, lo ammetto, è sempre carina, contenti?
Ad un tratto mi fermo e le do il pacchetto regalo contenente i cioccolatini.
Arrossisco.
-Ehm... ecco... è per te... spero ti piaccia- le dico balbettando. Lei lo apre subito con sguardo curioso e appena lo finisce di scartare i suoi occhi si illuminano.
Il mio cuore si riempie di gioia: come ho già detto renderla felice per me è il traguardo più importante di ogni giorno.
-Grazie! Adoro il cioccolato!- esclama per poi baciarmi.
Oh, sì, ho ottenuto quello che volevo... sono davvero fortunato ad avere lei come compagna. Io sorrido e la ribacio -Prego-

Quando finisce scuola decido di andare a casa di Louis: è da tanto che non passiamo del tempo insieme da soli come hai vecchi tempi.
Visto che ci sono io a tutelarlo sua madre l'ha risparmiato e non lo è venuta a prendere.
-Allora come va con Eris?-
Mi chiede mentre camminiamo.
-Alla grande! Abbiamo avuto qualche divergenza... certo... ma alla fine si è tutto risolto-
Sorrido e lui fa altrettanto.
-Cosa mi dici di Dylan invece?-
-Il Coso?- Sottolineo la parola "Coso" con la voce -Beh, lui non può competere con me: non avrebbe la minima speranza di vincere e poi ho già stabilito la mia supremazia... lui non deve toccare Eris-
Louis scoppia a ridere.
-Vuoi dire non dovrebbe: lo fa! Ah ah ah ah, sei così buffo quando sei geloso-
Gli tiro un pugno amichevole sulla spalla.
Improvvisamente sento un dolore tremendo allo stomaco e all'intestino.
Mi appoggio ad un palo iniziando a respirare affannosamente.
-Ehi, tutto ok?-
Non ho il tempo di rispondere allo zombie che inizio a vomitare.
-Oh oh amico non dovresti più mangiare i tramezzini della macchinetta: chissà cosa ci mettono dentro- commenta Louis.
Qualche secondo dopo mi sento già meglio. Spero che Eris non stia soffrendo e che sia effettivamente a causa di qualcosa che ho mangiato.
-Ok, ci sono-
Louis mi guarda poco convinto, poi però sorride.
-Beh, se ti dovesse rivenire da vomitare dimmelo: potremmo colpire qualcuno-
Ridacchio.

I genitori di Louis sono fuori casa, questo vuol dire casa libera, questo vuol dire... che nessuno ci disturberà.
-Allora... Call of Duty?- propone una volta entrati.
Io annuisco e iniziamo a giocare.
-Chissà se la tua Eris è più brava di me a giocare- dice mentre colpisce in pieno un avversario.
-Beh, tu sei il campione, giochi tutto il giorno tutti i giorni-
Louis si morde il labbro inferiore in segno di concentrazione.
-Dovresti farglielo provare... sarebbe una cosa romantica- commenta.
-Romantico? Sei sicuro di sapere cosa significa?-
Lui ridacchia e mi colpisce con il joystick sulla gamba.
-Ehi!-
-Cioè, lei è una quasi assassina credo che le piacciano queste cose- spiega continuando a ridacchiare.
-Sì, forse hai ragione-
Mi immagino Eris davanti allo schermo che insulta gli altri giocatori perché non sono al suo livello mentre li uccide.
Sarebbe così buffo e carino.
Arrossisco.
-Oh oh, vedo che l'idea ti piace, beh, se vuoi posso fare io Eris-
Louis si avvicina a me con sguardo accattivante.
Lo allontano spingendolo con la mano.
-Mi dispiace, ma rifiuto l'offerta, l'affascinante figlia della morte deve rimanere la campionessa imbattuta-
Scoppiamo a ridere.
Ad un tratto provo un dolore allucinante.
Mollo il joystick all'improvviso lasciandolo cadere per terra.
Sbianco.
Cazzo, che male.
Urlo dal dolore.
Louis mi guarda preoccupato.
-Nate, cosa succede?-
-E-Eris...- balbetto mentre le lacrime iniziano a solcare le mie guance.
La sofferenza è troppo forte, non riesco a sopportarla...
Devo stare calmo... non devo lasciami prendere dal panico... devo andare da Eris...
Mi alzo a fatica e mi avvio barcollando verso la porta d'entrata.
-Nate... credo che sia controproducente muoverti in queste condizioni...-
Le parole di Louis mi suonano distanti... troppo dolore... troppo...
Chissà Eris come starà soffrendo: devo assolutamente andare da lei...
Urto un tavolino con il fianco facendo cadere a terra alcuni animaletti di vetro appoggiati sopra ad esso.
Sento le gambe cedere.
Sto per cadere, ma riesco a mantenere l'equilibrio...
Sono quasi arrivato alla porta...
Qualcosa di pesante mi colpisce la testa.
Svengo.

Death's daughter is my mate Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora