Il mio mate è un cretino

1.5K 102 19
                                    

P.o.v. Eris

Come al solito mi alzo abbastanza presto e scivolo fuori dalle coperte e dal caldo abbraccio di Nate... è stato così gentile a voler rimanere con me...
Mentre continuo a pensare al mio compagno arrivo in cucina, mi faccio un toast con la Nutella e mi riscaldo una tazza di latte. Ad un tratto mentre sto per addentare il mio toast sento Nate arrivare di corsa. -Eris!- esclama con uno strano tono di voce che non riesco ad interpretare -Ciao lupetto! Vuoi un toast con la Nutella?- gli chiedo. Lui si avvicina. -No... cioè sì... perché sei qui?- mi chiede nervoso. Ops... forse non avrei dovuto alzarmi senza dirgli nulla... è più iperprotettivo del solito ora che non ci vedo... avrà fatto un infarto non vedendomi... ma non volevo svegliarlo... è così carino quando dorme... -Sto facendo colazione... non posso?- gli domando sorridendo divertita. È così buffo quando si preoccupa! -No... cioè sì... cioè mi hai fatto preoccupare...- balbetta. Io in risposta mi alzo e gli sorrido. -Vieni qui- dico indicando la sedia su cui ero seduta esibendo uno sguardo accattivante. Anche se non posso vederlo sono sicura che è arrossito. Lui esegue, io mi siedo sulle sue gambe, mi giro verso di lui e prendendogli il viso fra le mani lo bacio. Sento il suo cuore e il mio accelerare, unirsi e diventare un unico e forte battito. Mi ribacia. In quel momento sento la porta aprirsi e un forte odore di cenere e pino mi pervade: Steve. Nate si agita e per poco non cade dalla sedia. -Ehi per...- comincio io ma Nate mi interrompe subito baciandomi e continua a farlo anche davanti a Steve che sono sicura lo starà guardando male. Quando Steve se ne va Nate stacca le sue labbra dalle mie. -Guarda che so che...- cerco di dire ma lui mi interrompe nuovamente baciandomi... anche se a dirla tutta non mi dispiace per niente essere interrotta in questo modo. -Non importa- sussurra lui -Non importa- concordo io sempre sussurrando. Potrei passare la vita tra le sue braccia. È una sensazione stupenda. Mi sento al sicuro, protetta, amata... lo amo così tanto...
Lo bacio di nuovo. -Ti amo Eris- bisbiglia spostandomi una ciocca di capelli che mi era finita sul viso. A quelle parole sorrido. Non posso farne a meno. È così bello sentirsi amati e per questo glielo confermo ancora una volta -Anch'io ti amo Nate- sussurro baciandolo. Sento la sua felicità e il suo amore per me mescolarsi con le mie emozioni che, come me, dipendono da lui.

Passiamo la giornata assieme e alle quattro sono così stanca che mi addormento. Lui è accanto a me come sempre. Dopo non so quanto tempo mi sveglio ma non sentendo più il calore di Nate comincio ad andare nel panico. Lui non se ne sarebbe mai andato senza avvertirmi. Dev'essergli successo qualcosa. Il mio respiro comincia a diventare irregolare e ad un tratto sento un dolore fortissimo attraversarmi il corpo. Nate è in pericolo. Senza pensarci due volte mi lancio dalla finestra e spicco il volo e seguendo il filo invisibile che ci unisce arrivo ad una radura dove sento la forte presenza di mia madre e capisco tutto: lei sta facendo del male a Natan. Come osa?!?! Scendo dal cielo e comincio a contrastare il suo potere con il mio. Sento Nate alle mie spalle cadere a terra svenuto. Se fossi arrivata un minuto più tardi sarebbe morto. Sento lo sguardo di mia madre trapassarmi e aumenta l'intensità. Non so per quanto resisterò. Lei è più forte, ha più esperienza e soprattutto non è stata avvelenata. Continuo ad usare il mio potere per contrastare il suo ma ad un certo punto ho un forte capogiro. Non ho più forze. Non ce la faccio più. Smetto di colpo di usare il mio potere e mia madre ne approfitta per farmi soffrire cominciando a prendermi lentamente la mia energia vitale. Comincio ad urlare dal dolore. Fino ad ora non mi ero mai resa conto di quanto veramente facesse male perché non l'avevo mai provato. Mi accascio a terra continuando ad urlare e a contorcermi dal dolore finché ad un tratto il dolore cessa lasciandomi senza fiato. Tutti i suoni sono ovattati e mi fa male la testa. Riesco a sentire dei passi pesanti accompagnati da un forte odore di sabbia. Una mummia. Ha un odore familiare ma in questo momento il mio cervello si è preso una vacanza e non ha intenzione di collaborare. Sento i due combattere finché ad un tratto non percepisco più la presenza di mia madre anche se nell'aria continua ad aleggiare un tetro presagio di morte. Avverto lo sguardo della mummia su di me e non mi sembra affatto amichevole, ma io non ho la forza di fare qualcosa: a malapena mi reggo in piedi, il mio respiro è irregolare e sto tremando. Fortunatamente sembra cambiare idea e mi lascia perdere scomparendo nella foresta. Lo stato catatonico in cui ero caduta prima sembra dissolversi in un lampo. Tutte le emozioni negative mie e di Nate mi travolgono tutte assieme di colpo lasciandomi senza fiato. Mi piego in due e vomito anche l'anima. Sento Louis trascinarsi con i gomiti e raggiungere la gamba perduta (si vede che è troppo inetto per saltellare) per poi riattaccarsela.
Arrancando si avvicina a me.
-Sei stata grande- si complimenta porgendomi una mano. Io lo "guardo" stralunata ma la afferro -Non mi pare proprio...- dico tossendo -Sì invece era tutto un più, più, più, wooooooom, bzzzzz, bzzzzzzz, bam, boom, bam- mi contraddice. Io sospiro e barcollando mi avvicino a Nate. Faccio comparire una nuvola, poi mi siedo accanto a lui e gli accarezzo la guancia con la mano. Guardo Louis e poi guardo la nuvola. Lo zombie si siede accanto a me e inaspettatamente mi appoggia una mano sulla spalla. -Starà bene: non è nel suo piano morire-
Faccio una smorfia -Un piano suicida di cui non ero informata- dico guardandolo male. Louis sbuffa.
-Sempre a lamentarti tu. Ammettilo che siamo stati bravi- mi provoca toccandomi ripetutamente la guancia con l'indice. Io in risposta faccio sollevare di colpo la nuvola e lui lancia un urlo e per poco non cade.
-Dovevi fermarlo non aiutarlo. Sei un'idiota Louis. E sono sicura che anche gli altri due l'hanno appoggiato- lo rimprovero -e non toccarmi- aggiungo con una nota di irritazione nella voce -Sono un idiota, grazie- mi risponde lui. Io non rispondo e mi trattengo dal buttarlo giù. Continuo ad accarezzare il viso di Nate come se questa fosse l'ultima volta che lo avrei visto... e probabilmente sarebbe stato così se non fossi intervenuta in tempo. Mi viene da piangere. Sapere che ha fatto tutto questo a causa mia mi logora dentro. Louis prende il cellulare e chiama qualcuno. -Ciao Kate... sì è andata bene, c'è stato solo qualche piccolo problemino... se Nate sta bene?... Uhm... direi di sì... sì è svenuto... ci vediamo a casa di Eris, ciao- conclude riattaccando e mettendo via il cellulare -Tutto bene eh? Ma cosa credevate di fare?!- esclamo sentendo la rabbia aumentare -Ehm... farla innervosire?- risponde ovvio lo zombie -Ma perché?! Stava per morire Louis! Se non fossi arrivata io...- mi interrompo sentendo che se avessi continuato sarei scoppiata a piangere -L'ha fatto per te, per... ehm... tra virgolette vendicarti- risponde. -Io non lo volevo. Se fosse morto vi avrei uccisi tutti, uno ad uno, in modi atroci- lo informo usando un tono freddo e tetro. Louis deglutisce a vuoto -Un semplice grazie non basta?- se continua così lo ammazzo -Per cosa?! È anche colpa tua!- i miei occhi tornano ad avere un colore nero pece -Calma... non avrei mai permesso che morisse... sai anche io tengo a lui- mi informa. Io mi limito a fissarlo intensamente rimanendo impassibile come se volessi leggergli l'anima... o valutare le possibilità in cui lo zombie sarebbe riuscito a salvare Nate... lanciando la sua gamba in testa alla Morte forse?
La nuvola comincia a scendere ed entra nella mia camera dissolvendosi sopra al letto. Johan e Kate sono già qui. Li guardo malissimo... per quanto possibile nelle mie condizioni. -Siete tutti vivi vedo- dice Kate -Io non voglio mai più fare una cosa del genere- annuncia Johan -Quindi era questo che intendevi? Non ti bastava avermi trascinata davanti a lei mentre lavorava? Mi ha avvelenata per quello che le hai detto! Se questo tu lo chiami aiuto allora non so che dire...- dico rivolta a Kate mentre cerco disperatamente di trattenere le lacrime -Senti Eris mi dispiace... io non pensavo che...- cerca di giustificarsi lei -Li vedi i miei occhi? È colpa tua!- le urlo contro arrabbiata. In realtà so che l'ha fatto per me ma in questo momento riesco solo a pensare che Nate stava per morire. Mi scende una lacrima. -Io pensavo...-
-Secondo te dire alla Morte che trattarmi male non è la cosa giusta da fare è una cosa intelligente?! Hai solo aumentato il suo odio verso di me. Non avrei dovuto raccontarti il mio passato. È stato un errore. Non mi fiderò più. E non è per me che parlo. Non m'interessa se non ci vedo, se ho sofferto e soffrirò ancora, quello che voglio è che lui stia bene. Dovevate fermarlo ma non lo avete fatto. Lo avete sostenuto nella sua stupida idea. Non è questo che fanno gli amici- concludo risoluta. Kate ringhia -Non osare dirci quello che dobbiamo fare con il nostro Alpha-
-Eris, senti, conosco Nate, dissuaderlo sarebbe stato impossibile quindi o lo aiutavamo o lo lasciavamo morire- mi informa lo zombie -Louis ha ragione- aggiunge Johan -Me lo dicevate e io lo avrei fermato. Ora per favore andatevene. Vorrei rimanere sola con lui se non chiedo troppo- dico con un filo di voce. Immagino che Kate ora mi stia guardando con disprezzo ma non me ne frega poi molto poi per fortuna esce seguita da Johan e Louis. Appena escono mi accascio sul letto e scoppio a piangere. Soffoco un grido nel cuscino continuando a piangere sfogando tutta la tensione e la tristezza che avevo accumulato. Quando riesco a calmarmi mi giro verso Nate. Gli appoggio una mano sulla guancia e noto che è bagnata: sta piangendo. Perché?! Non deve! Ha sofferto abbastanza per oggi. Lo abbraccio appoggiando la testa sul suo petto e prendo la sua mano tra le mie. Il suo cuore non ha un battito regolare. Sento la sua tristezza il suo dolore penetrarmi anche nelle ossa, ma non è un dolore fisico, è mentale. Non posso fare a meno di pensare a cosa potrebbe farlo piangere così nel sonno. Gli stringo la mano per fargli sapere che io ci sono, qualunque cosa stia sognando. Il suo respiro si fa più irregolare e le sue emozioni più intense. Comincio a piangere anch'io. Non so come aiutarlo. Mi scappa un singhiozzo. Sento sussurrare il mio nome, ma non ne sono molto sicura. Alzo di scatto la testa dal suo petto sperando che si sia svegliato veramente. -Nate... s-sei sveglio?... dimmi che non me lo sono immaginata...- sussurro con la voce incrinata a causa del pianto -Eris... tu mi odi?- mi chiede Nate con un filo di voce mentre allunga una mano e mi accarezza il viso. È veramente sveglio! Aspetta... cosa ha appena detto?!?! Io?! odiarlo?! Deve aver battuto la testa più forte di quello che credevo...
Io non potrei mai odiarlo e pensavo fosse chiaro... e dato che lo amo più della mia inutile vita non dovrebbe nemmeno porsi certe domande. -Io non potrei mai odiarti stupido... nemmeno dopo questo. So che l'hai fatto per me...- lo rassicuro dolcemente, poi il mio sguardo cambia da felice a incazzato nero -... ma non dovevi! Se morivi cosa avrei fatto senza di te me lo spieghi?!?! Sei un irresponsabile! E io manterrò la mia promessa. Così impari a farmi venire attacchi di panico- termino risoluta -Aspetta... quale promess- si interrompe -Eris dai, ne possiamo parlare... ehm... non potremmo fare come l'ultima volta?- tenta di convincermi -No. Questa volta hai esagerato- rispondo irremovibile. Lui guaisce e sicuramente fa una delle sue facce disperate -Lo sai benissimo che non ti vedo- gli ricordo -Ehm... sì scusa... beh come si dice, tentar non nuoce- dice provando a baciarmi ma io mi allontano. Sbuffa. -Come stanno gli altri?- mi chiede preoccupato.
-Bene- rispondo secca -Dove sono ora? Devo ved...- si interrompe -Come fai a sapere quello che è successo??- esclama -Ti avrebbe ucciso se non fossi arrivata io- lo informo con voce assente -Ora stai bene? Ti ha fatto del male? Mi perdoni? È tutta colpa mia...- dice tutto d'un fiato -Sì, mi ha fatto del male no, non ti perdono e sì, è tutta colpa tua- rispondo con tono pacato -Dovresti dirmi che mi perdoni, che non è colpa mia, di non preoccuparmi e che ci sarai sempre per me- dice con aria falsamente offesa -Infatti sono ancora qui- rispondo sospirando -Mmmmmmh, ti prometto che non lo farò più- tenta provando a ribaciarmi, io lo allontano. -No. L'avevi detto anche l'altra volta- dico risoluta. Guaisce di nuovo. -Beh allora...- interrompe la frase per poi baciarmi a tradimento. Mi stacco subito e gli tiro un forte schiaffo che gli fa girare la testa di lato, poi lo "guardo" male. Sì, mi è piaciuto ma non posso cedere così in fretta: deve imparare la lezione. Guaisce nuovamente nel tentativo di impietosirmi. -Mi sembra di averla già vissuta questa scena...- commenta borbottando. Ma perché non capisce che è una cosa seria?! Che se fosse morto io sarei morta con lui. Perché non vuole capire che tutto questo non è un gioco. Perché non pensa mai alle conseguenze o al fatto che farmi venire attacchi di panico è sbagliato? Mi alzo dal letto ed esco dalla camera. Mi sfugge una lacrima. Appena mi volto sento la presenza del suo branco. Sono ancora qui e hanno ascoltato tutto?! -Noi non stavamo origliando la vostra conversazione- tenta di giustificarsi Louis -Ti prego non farci del male- mi supplica invece Johan -Non sono riuscita a dissuaderli... Nate!- esclama Kate andando ad abbracciare Nate... che a quanto pare mi ha seguita... poi Louis e Johan fanno lo stesso. Io, approfittandone, me ne vado silenziosamente. Ad un tratto ho come un'illuminazione: la mummia che mi ha salvata aveva l'odore di Jack! Devo andare da lui, magari saprà dirmi chi era. Velocemente esco di casa e mi addentro nel bosco. In realtà non so perché lo sto facendo, so solo che è la strada giusta. Dopo poco infatti sento dei passi -Jack... sei tu?- chiedo incerta -Sì, vedo che ti sei ripresa. Nate e Louis stanno bene?- mi chiede -Sì...- rispondo soprappensiero poi capisco. Sgrano gli occhi -Aspetta... ma... la mummia... eri tu!- esclamo.
-Ehm... sì...- risponde lui come se avesse... paura... sì, ma di cosa?
-Grazie...- gli dico sincera.
-Di niente, sono fantastico lo so- risponde tornando ad usare il suo solito tono da fighetto. Assottiglio lo sguardo -Perché mi hai guardata in quel modo?- gli chiedo -Uhm... beh, sei così sicura di volerlo sapere?-
-Volevi uccidermi?- gli chiedo con naturalezza -Già- risponde con disinvoltura -Capisco... ti ha fatto male mia ma... la Morte?- mi rifiuto di chiamarla madre. -Non ho mai sofferto così tanto in vita mia- mi risponde con naturalezza -Mi dispiace tanto...- dico fissandolo come per riuscire a scorgere la ferita che gli squarcia l'anima. -Lo so- mi risponde con tono rassicurante -Ti ha minacciato vero?- dico facendo un sorriso amaro -Già, ma comunque io sono un discendente di Tutankhamon non potevo non avere una sorta di acerrimo nemico... che nel mio caso è la creatura sovrannaturale più potente tra tutte... ma dettagli-
Comincio a camminare avanti e indietro preoccupata. Devo trovare una soluzione. -Me la caverò- mi rassicura lui e io in risposta gli lancio un'occhiata di disapprovazione -Lo sai che se avesse voluto ora di te non ci sarebbe neanche il ricordo vero?- lo informo -Sono troppo figo per essere dimenticato- dice sicuramente esibendo sicuramente uno dei suoi soliti sorrisi. In un altro momento mi sarei messa a ridere ma adesso no. Sospiro -Probabilmente non ti farà nulla. Non ha tempo per queste cose e tu non sei un valido avversario... ma se dovesse provarci devi chiamarmi chiaro?- lo avviso seria -Agli ordini- risponde lui. Sorrido e mi avvicino a lui -Grazie ancora per avermi aiutata. Ci vediamo- dico dandogli un bacio sulla guancia per poi spiccare il volo -Ci vediamo- sussurra lui. Torno a casa ma invece di entrare atterro sul tetto e faccio comparire una nuvola. L'aria è fresca e c'è un leggero venticello. Regna il silenzio e posso sentire la luna e le stelle brillare sopra di me. Quanto vorrei poterle ammirare... mi scappa una lacrima di nostalgia. Per quanto non mi dia particolari problemi non avere più la vista mi manca non poter vedere i sorrisi di Natan, i suoi occhi di giada, le sue buffe espressioni... ma anche le piccole cose di cui sono innamorata... come le stelle, la luna, i fulmini... come si dice... non sai quanto tieni veramente ad una cosa finché non la perdi. Mi scende un'altra lacrima, dopodiché mi addormento sotto il cielo stellato, osservata dalla luna.

Death's daughter is my mate Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora