Le scommesse fanno male, molto male

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P.o.v. Natan

Sono felice, molto felice, anche se devo andare a scuola a piedi.
Tutto quello che vedo lo trovo stupendo: le foglie secche, i vecchietti che passeggiano, gli schitti di piccione...
Respiro a pieni polmoni la fredda aria autunnale e osservo gli umani che camminano ignari riguardo la mia vera natura.
Johan e Louis mi stanno aspettando impazienti al solito posto.
-Allora, com'è andata?- mi chiede il licantropo.
Li guardo pensieroso come se stessi decidendo se rivelarlo o no.
-Eddai non puoi non dirci come continua la telenovela- si lamenta lo zombie e tutti e tre scoppiamo a ridere.
-Ha detto che è stata una serata fuori dall'ordinario!-
Simulano un applauso.
-Quindi non è andata male come credevi- nota Johan e io sorrido.
-Bene! Prendo la Marijuana per festeggiare!- esclama Louis frugando nel suo zaino.
Il Beta lo guarda sconvolto.
-Intende la cioccolata-
-Ah-
Lo zombie ci dà una barretta di cioccolato svizzero a testa e noi iniziamo a mangiarla gustando ogni morso. Lunga vita alla cioccolata!
Vedo Eris arrivare e la saluto con un cenno della mano.
È fantastica come al solito anche con il vento che le scompiglia i capelli di fuoco spettinandola. Indossa un top grigio a mezze maniche che lascia scoperta la pancia una gonna corta con un motivo a scacchi scozzesi neri e grigi che le mette in mostra le gambe.
Inizio a sbavare, ma appena me ne accorgo mi pulisco frettolosamente la bocca con la manica.
Lei ricambia sorridendo poi entra nella scuola.
-Uuuuuuh l'affascinante figlia della morte ha risposto al tuo richiamo- scherza Louis.
-Uuuuuuuh- gli fa eco Johan.
Riscoppiamo a ridere.
-Oggi pomeriggio tutti al campetto- propongo quando le risate cessano e loro accettano volentieri.
Stiamo diventando un gruppo affiatato, mi correggo, un trio.

A ricreazione una ragazza mi si avvicina mentre sto riponendo i libri che utilizzerò anche domani nel mio armadietto.
Louis e Johan mi stanno aspettando in giardino.
-Ehi ciao- mi saluta -Sono Kate... sempre del secondo anno... altra sezione-
Sorride imbarazzata.
-Nate- rispondo sempre sorridendo.
Lei mi mostra i suoi veri occhi: quelli gialli, quelli di un Beta.
-Licantropo- spiega facendoli tornare color azzurro cielo -Ho sentito che hai affrontato Blake-
Perfetto, il suo branco ha sparso la voce, magnifico (sono sarcastico: non creiamo equivoci!)
-Già-
-È stato coraggioso, molto coraggioso-
Sì arrotola una ciocca di capelli corvini sull'indice della mano destra.
-Beh... grazie... non pensavo che lo avresti considerato coraggioso-
-Ovviamente è stato anche irresponsabile, molto irresponsabile, ma principalmente coraggioso... tu sei coraggioso...- Kate arrossisce.
Sembra interessata a me... ma io non lo sono e non so proprio come farglielo capire senza ferire i suoi sentimenti.
-Sei molto carino- si complimenta avvicinandosi a me.
Le sorrido.
-Anche tu sei carina-
Sei carina ma non mi piaci!
Perché devo finire sempre in queste situazioni?
Lei assume uno sguardo seducente.
-Senti Kate...-
Improvvisamente i suoi occhi si riempiono di terrore e trattiene un ululato di dolore.
Qualcuno l'ha ferita alle spalle...
Quando capisco chi è l'aggressore sbianco.
Eris...
La figlia della morte estrae con sguardo omicida i pugnali che le aveva conficcato sulle scapole e la sbatte contro gli armadietti.
Gli studenti che camminano lungo il corridoio non sembrano notare cosa sta accadendo.
-Ehi... calma... era solo una scommessa... non...- inizia a spiegare Kate, ma la figlia della morte la interrompe -NON PROVARE PIÙ AD AVVICINARTI A LUI SE NON VUOI MORIRE IN ATROCI SOFFERENZE!-
Eris avvolge la sua mano con il fuoco pronta per tirarle un pugno.
Unica soluzione? Mettermi in mezzo.
Vengo colpito in pieno.
Ululo dal dolore per poi emettere flebili guaiti.
Guardo Eris con delusione... i miei occhi diventano gialli...
Sono rasserenato avendo la conferma che tiene a me, ma non avrebbe dovuto reagire così.
-Ma cosa ti salta in mente?! Sei impazzita?!- le sbraito contro.
Già, sono arrabbiato anche io.
Il suo sguardo prima si riempie di tristezza, poi di rancore.
Mi conficca un normale pugnale che si conficca sullo stomaco, che tolgo con facilità, e scappa via.
Quando mi giro anche Kate è sparita.
La ferita appena inflitta si sta già chiudendo mentre la bruciatura sulla faccia ci metterà un bel po' a guarire.
Copro la testa con il cappuccio della felpa in modo da nascondere il più possibile il mio volto sfregiato ed esco.
-Perché il cappuccio?- chiede Johan.
Io non ho voglia di parlare dell'accaduto e mi siedo senza rispondergli.
-E invece noi lo vogliamo sapere-
Lo zombie me lo toglie e appena vede la ferita rimane sconvolto.
-Lasciami stare Louis!- esclamo con tono scontroso e ripristinando la mia "copertura".
-Chi è stato?-
Johan è visibilmente preoccupato.
-Non è niente- rispondo secco.
-Giuro che se è stata quella Eris io... io... io le farò ingoiare il mio braccio e poi...- inizia Louis.
-Ho detto che non è niente- lo interrompo e loro decidono che è meglio non tornare sull'argomento.
Quando torno a casa appoggio la cartella per poi uscire di nuovo ignorando mia madre che vuole sapere perché sono così giù di morale: non voglio vedere nessuno, non voglio parlare con nessuno.
Ora tutto sembra così triste: le coppiette che camminano a braccetto, i cigni che nuotano nel laghetto, gli alberi tinti di rosso e giallo...
Cammino, cammino senza mai fermarmi.
Raggiungo un cantiere abbandonato e mi siedo su dei tubi.
È notte fonda.
Improvvisamente il padre di Eris compare di fronte a me.
-Ciao ragazzino- mi saluta riservandomi uno sguardo che farebbe scappare anche un fantasma.
Si mette male: dovrei scappare, ma sono troppo depresso per farlo e sicuramente mi prenderebbe perciò mi limito a fissarlo con aria indifferente come se fosse un venditore ambulante che tenta di persuadermi sul fatto che i suoi tappeti sono i migliori del mondo. Per mia sfortuna il padre della mia mate non è venuto per fare affari... il che sarebbe stato decisamente positivo, una cosa del tipo "Ehi, hai fatto soffrire mia figlia? Compra il nuovo scaldabagno 2.0 e facciamo finta che non sia successo niente". Che poi non è neanche stata colpa mia: ho agito nel modo che ritenevo più giusto.
Il demone mi colpisce con una raffica d'aria che mi fa fare un volo di qualche metro.
Cado rovinosamente: molto probabilmente mi si è fratturata una scapola e qualche costola si è rotta.
Digrigno i denti.
Prima che possa rialzarmi il re mi è già addosso e inizia a tempestarmi il petto con pugni infuocati.
Ululo dal dolore, ma non oso provare a chiamare il mio Alpha: mia madre.
-COME HAI OSATO FAR SOFFRIRE MIA FIGLIA!-
Ehi, ehi, calmo, anche io ho sofferto.
Mi divincolo tentando di scappare senza alcun risultato.
L'assalitore mi appoggia le mani incandescenti sulle braccia e stringe.
Ululo dal dolore al contatto, poi inizio a guaire.
Non voglio piangere, non voglio dimostrarmi così debole.
Dopo qualche minuto il demone si alza e fa qualche passo indietro.
Si sta preparando per qualcosa... qualcosa di molto brutto.
Punta il braccio verso di me e mi scaglia contro un fulmine.
Improvvisamente compare Eris che mi fa scudo con il suo corpo subendo il colpo.
Lei... lei mi ha salvato...
La ragazza cade a terra svenuta e scossa da tremiti.
Il padre mi guarda con aria omicida poi prende in braccio la figlia preoccupato e ferito da ciò che ha appena fatto e scompare.

Io torno a casa a fatica.
Evito le domande che mi pongono i miei familiari con risposte vaghe -Sto bene- -Una semplice rissa...-
Vado in camera mia e chiudo la porta a chiave.
Mi butto sul letto e scoppio a piangere.
Piango perché la ragazza che amo mi ha deluso, piango perché è stata ferita, piango perché io l'ho ferita, piango perché forse l'ho persa per sempre.

Death's daughter is my mate Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora