Rivelazioni scioccanti

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P.o.v. Eris

Vengo svegliata da un peso sulla mia schiena che mi impedisce di respirare. Mugolo qualcosa di incomprensibile e cerco di levarmelo di dosso ma sembra essere incollato. Apro gli occhi e quando realizzo che quel peso è Dylan mi alzo di scatto e lo guardo male -Perché ti sei buttato sopra di me?! Io ho sonno!- gli urlo contro furiosa -Sai... oggi avresti scuola... e anch'io... quindi se non ti dai una mossa arriveremo in ritardo- mi spiega sorridendo divertito. Sbuffo, per poi prendere dei vestiti ed andare in bagno per cambiarmi. Ho deciso di indossare dei jeans neri di pelle attillati e un top con le maniche lunghe del medesimo colore. Metto gli stivaletti poi prendo lo zaino e le chiavi della moto. Dylan mi sta già aspettando fuori. -Andiamo in moto- gli annuncio andando verso il garage e comparendo poco dopo accanto alla mia BMW lui mi guarda con gli occhi che luccicano e io ridacchio.
-Guido io- lo avviso prima che possa farsi strane idee. Il suo sguardo si spegne e lui sospira. Ma non può fare così!!! Dovrebbero essere illegali certe espressioni... -Okay... va bene... guida tu...- lo accontento rassegnata. Lui mi fa un enorme sorriso e mi dà un bacio sulla guancia. Sorrido sorpresa da quel gesto così spontaneo. Saliamo entrambi e partiamo. Quando arriviamo a scuola tutti ci guardano incuriositi. Ah giusto... lui è nuovo. Dylan non ci fa molto caso e insieme entriamo a scuola. Nate oggi non c'è quindi non devo andare dal suo branco. Andiamo in segreteria a ritirare il suo orario e scopro che abbiamo gli armadietti vicini. Bene, lo vedrò più spesso. Lui mi accompagna a prendere i libri e parliamo un po' finché non suona la campanella e siamo costretti a salutarci. Io con un sorriso e lui con un bacio sulla fronte. Adoro i suoi modi di dimostrarmi il suo affetto. Anche se fuori può sembrare un ragazzo menefreghista, sotto quella maschera da cattivo ragazzo in realtà c'è solo amore da offrire solo a chi saprà ricambiare. Sono contenta di essere riuscita in un solo giorno a conquistare la sua fiducia. Non se ne pentirà.

Alla prima ora ho storia e la prof. decide di farci fare nuovamente una ricerca a coppie. Oggi che non c'è Natan non so con chi mi metterà. Ad una tratto sento -Eris Black e Kate Reyes-
Sbianco e guardo Kate notando che non è meno scioccata di me. Oddio no. Io me ne sto zitta e non contesto la scelta della prof... non ho nessuna intenzione di finire nella sua lista nera ma questo non vuol dire che io sia d'accordo! Appena la prof. finisce di dire le coppie suona la campanella e io corro al mio armadietto dove trovo Dylan ad aspettarmi. Lui notando il mio colorito pallido e la mia espressione scioccata si preoccupa.
-Stai bene piccola?- mi chiede osservandomi attentamente. Sì, quando è preoccupato mi chiama "piccola", credo che mi consideri più una sorella minore e la cosa non potrebbe rendermi più felice: ho sempre desiderato un fratello maggiore. L'ho notato ieri quando, durante l'allenamento, è riuscito a colpirmi con un pugno sullo stomaco e io ho smesso di respirare per qualche secondo. -Sì... tranquillo...- gli rispondo cercando di sorridergli -Cos'è successo?- insiste lui. Sospiro. -La prof. mi ha messo in coppia per una ricerca con una persona che mi odia moltissimo e io non... io non riuscirò mai a passare un pomeriggio con lei senza ucciderla!- gli spiego e lui in risposta scoppia a ridere -Vedrai che ce la farai- mi rassicura lui sorridendo -Tu torni a casa a piedi. Mi serve la moto- gli annuncio mentre il suo sguardo si rabbuia -Sennò facciamo così... la prendi tu ma alle cinque vieni a prendermi okay?- lui fa un ampio segno di assenso e mi abbraccia per poi sparire. Io prendo i libri della prossima lezione e mi dirigo nella mia classe.

Alla fine della scuola aspetto Kate accanto alla sua orribile moto. È veramente brutta. Non riesco proprio a guardarla. Finalmente la vedo arrivare -Andiamo a casa tua?- le chiedo cercando di usare un tono gentile. Non voglio già partire male, infondo devo passarci un pomeriggio intero con lei... sarà il pomeriggio più lungo della mia vita. Lei mi ignora completamente, sale sulla sua moto e parte. Okay... penso che volerò. Mi alzo in volo e la seguo usando il mio potere per far credere alle persone che io sia un normalissimo corvo. Dopo parecchi minuti la vedo rallentare e fermarsi davanti ad una piccola casa. Sembra molto vecchia. Ha tutto l'intonaco scrostato e il colore dei muri è indefinito. Io atterro e senza proferire parola la seguo all'interno dell'edificio. È ancora più piccola di quello che mi sembrava da fuori. Non percepisco nessun altro. Da quello che ho capito vive col padre ma in questo momento fortunatamente non c'è. Lei mi porta in camera sua: c'è un letto, un armadio, un piccolo scaffale, una scrivania con sopra un portatile e vicino una sedia. Dal soffitto pende una lampadina, le pareti sono color bianco sporco e il pavimento è di legno con vari vestiti sparsi a terra. Lei continua ad ignorarmi e si distende sul letto. Okay ora basta. -Senti Kate io sono stanca di questa situazione e vorrei tanto sapere perché mi odi- le dico seria in volto e guardandola impassibile. Lei mi guarda con disprezzo.
-Perché tu sei la principessa.-
-E quindi?- le chiedo guardandola senza capire. Sono davvero molto molto confusa da questa affermazione. Non ha senso. -La tua vita è perfetta, puoi avere tutto quello che vuoi!- mi risponde acida. Oh oh qui abbiamo una ragazza invidiosa. A questo punto la mia espressione confusa cambia in una parecchio divertita -È questo che credi? Veramente?- questa cosa è ridicola. Lei non sa nulla. Questa è la conferma della sua sovrannaturale stupidità. Mai giudicare una persona dall'apparenza. -Sì- mi risponde seria io scoppio a ridere. È proprio scema allora! Torno seria e la osservo -Sei solo una povera scema. Tu non sai quanto vorrei che la mia vita non fosse... così...- le rispondo a denti stretti. Kate mi riguarda con disprezzo. -Quando sei a casa, c'è qualcuno che sta con te?- oh ma non fare la povera vittima! -Sì... il mio allenatore... perché?- le chiedo anche se so già la risposta.
-Io sono sempre sola.-
-I miei genitori non ci sono mai. Mia madre essendo la Morte è sempre via. Mio padre lo vedo raramente. L'unico che vedo ogni giorno è Steve ma è solo per allenarmi. Niente di più- le spiego cercando di farle capire che, per quanto Steve si impegni, tenere una conversazione che non sia a monosillabi o divertirsi con il mio allenatore è impossibile.
-Mio padre è sempre via per cercare lavoro, non lo trova e si alcolizza, si riempie di debiti e torna a casa ad orari indecenti- mi dice fredda. Io la guardo alzando entrambe le sopracciglia come per dire "tutto qui?".
-Secondo te chi è Steve?- le chiedo con tono tagliente. -Non lo so e non m'interessa- mi risponde fredda.
-Oh beh te lo dico lo stesso. Lui è un assassino. Il migliore. E sai come si addestrano gli assassini?- le chiedo sempre più arrabbiata ma provo comunque tristezza, tristezza perché lei si ostina a non capire. Kate abbassa lo sguardo. -È da quando avevo cinque anni che lui mi picchia, mi spara e mi pugnala senza pietà. È così che sono cresciuta. Ma io non lo odio per quello che mi ha fatto... per aver ucciso la mia innocenza... per essere costantemente presente nei miei incubi. Io non ho mai avuto un amico. Non ho nessuno a parte lui. Nessuno mi è mai stato vicino perché tutti hanno paura. Paura del mostro che sono. Solo Nate è riuscito a rompere il muro di ghiaccio che mi ero costruita attorno. E tu... tu mi odi senza un motivo apparente! Sono sicura che tu non vorresti essere quello che sono io.- le dico a denti stretti mentre la temperatura della stanza comincia ad abbassarsi sempre di più. -Sì, lo vorrei essere... così lei forse sarebbe ancora viva...- delle lacrime iniziano a solcarle il volto -Chi?- le chiedo insensibile -MIA MADRE È MORTA ERIS! LA PERSONA A CUI TENEVO DI PIÙ AL MONDO È MORTA! È MORTA QUANDO AVEVO SETTE ANNI! TROPPO PICCOLA PER SUPERARE IL LUTTO E TROPPO GRANDE PER NON CAPIRE QUELLO CHE STAVA SUCCEDENDO! LEI È MORTA! MORTA! E IO NON HO POTUTO FARE NIENTE! E DA QUEL GIORNO LA MIA VITA È ANDATA A ROTOLI! OGNI VOLTA CHE PASSAVO DAVANTI ALLA TUA VILLA SOGNAVO DI VIVERE LÁ DENTRO... con.... con... tutti quei soldi lei... lei... sarebbe ancora viva... ma... ma è morta... lei morta...- urla scoppiando in lacrime e prendendo a pugni il cuscino. Sfortunatamente io non provo alcuna emozione verso di lei o per quello che le è successo perché semplicemente non capisco quello che prova e continuo a guardarla impassibile. -Essere ricca non serve a niente se non hai l'amore di nessuno. Io non posso capire quello che hai passato: io non provo nulla per loro. Mio padre mi vuole bene ma non sta mai con me quindi non fa differenza per me. Cosa avresti fatto se un uomo adulto ti avesse sparato per un errore di tiro e tu fossi stata piccola e inesperta? Beh io mi sono messa a piangere e quello che ho ottenuto sono stati solo calci. Hai la minima idea di cosa voglia dire?! Io non ho avuto un'infanzia. Mentre i bambini della mia età giocavano io mi allenavo ad uccidere uomini! E sai chi ha scelto il mio destino?! Mia madre! Se lei non fosse la Morte io non sarei dovuta diventare un'assassina!- le urlo contro mentre i ricordi cominciano a riaffiorare impetuosi creandomi un mal di testa insostenibile. -Almeno tu ce l'hai ancora una madre...-
-Ma non capisci?!?! Per me è come se fosse morta!- perché è così... quel corpo mia madre non lo abita più da tempo.
-Esci da casa mia- mi ordina con tono freddo. Io ho un capogiro ma mi avvio verso la porta.
Kate continua a piangere cercando di soffocare i suoi singhiozzi con il cuscino. Ad un tratto ricordo che posso fare qualcosa per lei e colta da un improvviso ed innaturale attacco di bontà incondizionata torno in camera sua. -Io... posso... farti... parlare con lei...- le dico a fatica. Rimarrò sicuramente senza energie ma voglio vederla felice. Lo sguardo di Kate si illumina -D-davvero?- mio Dio cosa sto facendo... -Sì...- le confermo appoggiandomi alla porta per non cadere. -Fallo, fallo subito, ti prego- Annuisco, mi siedo a terra gambe incrociate e chiudo gli occhi per concentrarmi. Dopo poco una luce accecante illumina la stanza e poi viene sostituita da una donna. Mi alzo in piedi e sorrido debolmente. Kate abbraccia la madre che la stringe forte. -Kate, quanto sei cresciuta- nota sorridendo. -Mamma...- lacrime di gioia solcano le guance di Kate -Scusa... scusa se non sono riuscita a salvarti...-
Lo spirito le prende il volto tra le mani e la guarda dritta negli occhi.
-Sono sicura che tu hai fatto tutto il possibile-
Sorride.
-Sei proprio diventata una bella ragazza-
Kate sorride a sua volta.
-Sai sono diventata molto brava con le scommesse-
-Ah, davvero? Allora qui abbiamo una piccola furfante eh? Pronta a usurpare il titolo della madre-
Lo spirito sorride di nuovo.
Kate arrossisce e ridacchia.
La madre le accarezza i capelli e il suo sguardo di colpo si fa serio.
-Come sta papà?-
Kate non risponde.
-Ok, ho capito, meglio non toccare l'argomento- dice tornando a sorridere.
-La tua amica chi è?-
-Eris... la principessa...-
Lo spirito mi rivolge un sorriso riconoscente.
-Ho un nuovo branco- aggiunge Kate.
-Il mio Alpha si chiama Natan, è una persona straordinaria e altruista ed è un licantropo, poi c'è Louis che è uno zombie un po' scemo, ma è simpatico, e infine Johan un licantropo fifone cronico-
La madre ridacchia.
-Sono felice che tu ti sia fatta degli amici... ora devo andare piccola furfante... ti voglio bene-
-Anch'io ti voglio bene mamma-
Lo spirito sorride e scompare.
Quanto vorrei che mia madre avesse solo accennato ad un gesto dolce verso di me. Kate mi abbraccia di slancio.
-Grazie-
-Sono felice di averti fatto contenta... almeno tu puoi esserlo...- sussurro mentre le forze mi abbandonano e svengo.

Death's daughter is my mate Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora