Vengo avvelenato

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P.o.v. Natan

Eris mi sveglia con un bacio... un bacio lungo... pieno di amore...
Apro gli occhi lentamente ancora assonnato e mi lascio inghiottire dall'ammaliante nero dei suoi occhi.
Passo delicatamente una mano tra i suoi morbidi capelli.
-Ehi... cosa significa questa dolce sorpresa?- le chiedo con la voce impastata dal sonno.
-Cosa c'è bell'addormentato? Non gradisci?-
Arrossisco.
-Ehm... uhm... ehm... io...-
Eris non mi lascia "dire" altro e mi ribacia.
Che bello...
Finalmente...
È tornata a baciarmi...
Evviva!
-Mi hai perdonato?- chiedo.
-Ovvio che no- mi risponde avvicinando il suo volto al mio.
-Però, so che ora sei arrossito molto e i tuoi fantastici occhi verdi sono pieni di felicità e amore- prosegue con tono dolce.
Inizio a sbavare con uno sguardo da innamorato perso stampato sul volto.
-E ora stai sbavando- nota ridacchiando.
Che dolce...
Aspetta...
Come fa a sapere che sto sbavando...
Sente l'odore della mia saliva?
Meglio non indagare.
La guardo e sorrido.
Ogni volta che la guardo mi sento felice... amo tutto di lei... i suoi capelli rossi... la sua carnagione pallida... i suo occhi neri...
Neri...
Neri...
Neri!
Non grigi!
Le è tornata la vista!
Come ho fatto a non accorgermene prima?!
-Ti prego dimmi che non sono daltonico-
Lei mi ribacia.
-Non lo sei lupetto, sei solo un po' imbranato e questo mi piace-
Mi alzo di scatto pieno di euforia, la prendo in braccio e la faccio girare.
Lei ridacchia divertita.
-Ti amo Nate- sussurra al mio orecchio.
-Ti amo Eris- sussurro a mia volta.

Un dolore alla coda mi riporta alla realtà.
Che peccato era un sogno così bello... qualcuno deve avermela calpestata...
Guaisco producendo l'effetto "giochino di gomma che viene calpestato".
Che male...
Apro gli occhi appena in tempo per vedere Eris che si fionda fuori dalla stanza tenendo una mano sullo stomaco e una davanti alla bocca.
Sbadiglio...
Eris sta male...
ERIS STA MALE!
Mi alzo di scatto e mi affretto a seguirla.
Raggiungo la porta del bagno.
È chiusa.
Torno umano, appoggio una mano sulla maniglia, ma indugio ad aprire.
Ripenso a quello che è successo ieri... e se non avesse voglia di vedermi? E se mi odiasse? E se...
Niente "e se": Eris sta male e io la devo aiutare.
Entro nel bagno e appena vedo la mia mate piegata in due davanti al water che vomita sbianco.
Non è la prima volta che succede, ma io sono sensibile e ogni volta che la vedo in queste condizioni è come se mi pugnalassero al cuore.
Mi avvicino a lei velocemente e le alzo i capelli in modo che non si sporchino.
Forse è ancora l'effetto del vischio...
Poverina sta davvero male... se solo fossi stato più attento...
Stupido, stupido, stupido.
Non dico niente: non voglio che pensi ancora che sia appiccicoso e so che se proverei ad emettere suono incomincerei di sicuro a vomitare anch'io.
Ad un certo punto Eris si alza tremando.
È molto pallida...
Sto per abbracciarla, ma non riesco più a trattenermi e vomito di riflesso.
-Eris... cos'è successo?- le chiedo con dolcezza tentando di trattenere altri conati di vomito.
Non posso dimostrarmi così debole, se no come farà a sapere di poter contare su di me in futuro?
Una lacrima solitaria solca la guancia di Eris seguita subito da un'altra, un'altra e un'altra.
Nel suo sguardo riesco a cogliere una nota di puro terrore.
Perché piange?
Vorrei allungare una mano verso di lei per accarezzarle il viso e asciugarle le lacrime, per darle conforto, ma, vedendo che quella silenziosa paura sta crescendo ad ogni mio minimo segno di movimento, l'intenzione muore sul nascere.
-H-ho... fatto un incubo... ma sembrava così reale...-mi spiega con voce tremante.
Ora capisco...
Sua madre l'ha avvelenata, ha perso la vista, è stata male... gli incubi non l'avranno di certo risparmiata.
La abbraccio per darle conforto e per farle sentire che le sono vicino.
-Me lo vuoi raccontare?- sussurro con tono dolce questa volta senza l'effetto "mi sto sforzando di non vomitare".
Al mio tocco Eris si irrigidisce visibilmente e il suo respiro diventa irregolare.
Cosa le prende...
È stato un incubo così orribile da respingermi...?
Sciolgo l'abbraccio e la guardo con un misto di confusione e tristezza.
-Eris...-
-Scusami... io... dammi un minuto...-
Prima che possa fare domande esce velocemente dal bagno chiudendo la porta alle sue spalle.
Forse mi sta trattando così non per l'incubo... ma per come mi sono comportato ieri... io non voglio essere un peso per lei... e se lo sono le lascerò più spazio... farò tutto quello che vuole per farmi perdonare... devo assolutamente farmi perdonare.
Esco dal bagno incerto.
Eris è seduta con la schiena contro il muro.
Ha la testa tra le mani e sta facendo respiri profondi tentando di fermare e trattenere le lacrime.
Mi accuccio davanti a lei.
Alza lo sguardo.
-Senti Eris...- inizio, sperando con tutte le mie forze di non scoppiare in lacrime prima di finire la frase -Mi dispiace per ieri... io non volevo essere appiccicoso... non volevo darti fastidio... scusa...-
-Nate... non è per quello... in quel sogno...- inizia a spiegare, ma prima di continuare mi "guarda" come se non fosse sicura di volermi rivelare tutti i dettagli di ciò che il sonno le ha mostrato.
-C'eri anche tu... e... e... m-mi facevi del male...- prosegue e io rabbrividisco.
-Mi hai uccisa...- conclude in un sussurro.
C-cosa?
I-io...
U-ucciderla?
F-farle del male?
N-non potei mai!
Perché ha fatto un sogno simile... non si fida di me? Crede che potrei spezzarle il cuore?
Forse è colpa mia... forse ho sbagliato qualcosa... forse ho sbagliato tutto...
-Eris lo sai che non potrei mai fare una cosa del genere- le dico con tono rassicurante.
Vorrei abbracciarla, ma so che così facendo peggiorerei solo la situazione... deciderà lei quando ha intenzione di ristabilire il contatto fisico... non voglio spaventarla...
-Il tuo sguardo...- prosegue rabbrividendo -Facevi così paura... mi hai conficcato un pugnale sullo stomaco...-
Ora sta tremando violentemente e incontrollatamente.
U-un pugnale...
Io non lo farei mai...
Mai, mai, mai, mai...
Neanche sotto tortura...
Mai
Al diavolo il "peggiorare le cose", non riesco a vederla in questo stato.
La abbraccio di slancio e la stringo forte.
-Non farei mai una cosa del genere, era solo un incubo-
Lei appoggia la testa sulla mia spalla.
Quel semplice gesto mi fa sentire forte, è la conferma che io valgo qualcosa, perché nonostante tutto quello che è successo lei si sta affidando a me.
-V-vieni a dormire... con me...?- mi chiede con voce tremante.
Credevo che non me lo avrebbe più chiesto...
Sorrido.
-Certo-
La prendo in braccio e la porto in camera. La distendo sul letto e le rimbocco le coperte.
Mi fermo qualche secondo ad osservarla.
Io la proteggerò sempre... a modo mio...
Le accarezzo il volto, poi mi distendo accanto a lei che appena percepisce che le sono vicino si stringe contro di me e chiude gli occhi.
Io le accarezzo dolcemente la schiena.
Dormi Eris... dormi... ci sono io qui con te...

Death's daughter is my mate Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora