In questi casi la scaramanzia, se pur minima, si fa sentire.
Quindi mi ritrovai a ripetere gli identici movimenti della mattina.
Non ossessivamente, ma con un buon metodo.
Stessa panca negli spogliatoi, stessa doccia, stessa posizione della borsa sugli spalti, stessa corsia di riscaldamento.
Vabbè stessi esercizi di tecnica, ma quelli sarebbero stati ugualmente identici.
Immancabili senza scaramanzie invece, gli occhi ben chiusi, non strizzati, ma rilassati come Martina mi aveva insegnato.
Continuai anche dopo il riscaldamento, mi asciugai, indossai la tuta e l'accappatoio su di essa, con il cappuccio ben in testa, cassettina del Pearl Jam e di nuovo sdraiato in un bel pisolino pre-gara qualche gradino più in alto sulla tribuna.
Questa volta nessuna visualizzazione agonistica, ma solo, buona musica.
Sognai come fossi ad un concerto rock dove cantante chitarrista e batterista davano il meglio di se per regalarmi emozioni spensierate.
Passò del tempo, non so quanto e sentii ancora le labbra di Martina sulle mie.
Probabilmente era anche la sua scaramanzia nel volermi svegliare così.
Questa volta ancor più spregiudicata, con pochi millimetri di morbida calda umida lingua.
Non sorpreso questa volta, mi godevo quel bacio, mentre con tutta calma tornavo dal mondo dei sogni.
Ancora ad occhi chiusi mi chiesi però, di come mai Martina avesse messo un rossetto al lampone nel bel mezzo delle gare?
Proprio strano pensai, lo stesso gusto preferito di Alice.
Aprii gli occhi con calma appena le sue labbra si staccarono dalle mie.
"Aliceeee???"
Tentavo goffamente di nascondere il mio stupore.
"Ciao amore mio"
Pronunciò come se fosse normalissimo che lei fosse lì.
Sgranai gli occhi, dopo essermeli strizzati per bene.
Era proprio Alice.
Ed io ero incredulo e discretamente imbarazzato, in più sotto gli occhi di Martina che non smetteva di fissarla.
In un imbarazzo cosmico rimasi seduto a colloquiare con Alice, raccontandole prima del mio stupore poi dello svolgimento delle gare, mettendola a suo agio il più possibile.
Tant'è che la presentai al resto della squadra compresa Martina, ma solo il coach si sporse verso di noi per stringerle la mano.
Tutti gli altri si limitarono ad un semplicissimo "ciao".
Era in corso la finale dei 200 rana femminili e Sasha stava davvero andando forte.
Dalla nostra posizione leggermente più in alto potevamo vedere tutta la squadra ad urlare a squarciagola incitando il nostro piccolo scricciolo, mentre io rimanevo al fianco di Alice mano per la mano per spiegarle ciò che stava accadendo.
Quarta al suo esordio negli assoluti era davvero un gran risultato per la piccola del gruppo.
Martina si diresse verso di lei ad abbracciarla appena uscita dall'acqua nella gioia incontenibile che meritava.
Tornarono insieme verso di noi mentre tutta la squadra festosa l'attendeva come una vincitrice.
Bastò uno sguardo d'intesa con la mia Padrona, nessuna parola e scesi ad abbracciarla anch'io.
Con lei era così, in pochi mesi ci capivamo senza aprir bocca, come se domande e risposte viaggiassero nell'etere, in quella simbiosi che sentivo solo con lei.
Arrivò poi il turno di Martina, avviarsi per la sua finale, ma effettivamente non mi sembrava avesse la solita grinta.
Potevo immaginare la sua delusione nello scoprire così che io fossi già impegnato.
Ma non potevo farci nulla se non dispiacermi in cuor mio.
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SWIM SWITCH amori pericolosi
RomanceDal diario di Lucky, nuotatore ventenne impegnato nella sua realizzazione sportiva e di vita, distratto dai suoi dirompenti amori pericolosi a sfondo sadomaso. È il racconto, in prima persona, del sogno di un ragazzo comune, sfondare nel suo sport. ...