Rimasi tutta la notte senza chiudere occhio e non era proprio l'ottima premessa per una giornata così importante per le sorti del mio futuro.
Quei 200 delfino con molta probabilità erano l'ultima occasione per poter dimostrare il mio valore come nuotatore, ed invece avevo la testa completamente in confusione.
L'una, le due, le tre e gli occhi sbarrati imperterriti mi facevano odiare la mia labirintica coscienza.
Forse dovevo rassegnarmi agli eventi e ammettere di non essere all'altezza delle aspettative o forse il dovevo solo sgombrare la testa.
A poche ore dal mio ultimo appuntamento con il destino, provai a concentrarmi sul profumo del cloro con cui ero cresciuto. Il mio amore per l'acqua era forse la mia unica certezza.
Erano le quattro quando decisi di alzarmi silenziosamente, stando molto attento a non svegliare i ragazzi in camera con me.
Indossai il costume e i soli pantaloni della tuta, presi gli occhialini ed uscii in ciabatte ricordandomi della piscina dell'hotel.
Certo era una piscinetta di pochi metri e neanche profonda, ma sentivo la necessità e l'attrazione verso quell'acqua calma.
Mi tuffai liberandomi in un attimo della tuta, penso addirittura di esser riuscito ad indossare gli occhialini quasi in volo, da quanto sentissi quel gesto naturale.
Ruppi il pelo liscio dell'acqua dapprima con le dita scivolandoci dentro quasi dispiaciuto nel rovinare quella piattissima perfezione, ma avevo estremamente bisogno di quell'umido abbraccio.
Non sentivo il bisogno di nuotare ma solo effettivamente di isolarmi dal resto del mondo.
Mi misi praticamente a sedere sul fondo per nascondermi dal mondo intero.
Con le spalle sul bordo ed il sedere sul fondo, osservavo per intero la piccola piscina.
Solo li ritrovai la calma che mi apparteneva e che adoravo così tanto.
Li non c'era Alice, non c'era Martina, ma solo io ed il mio sentirmi a mio agio nel completo silenzio subacqueo.
Chiusi gli occhi ad un certo punto, quasi addormentandomi finalmente, dimenticandomi addirittura anche di respirare in quel rigenerante liquido per me amniotico.
Passarono infiniti istanti, prima di sentir quella leggera sensazione di bisogno di ossigeno.
Riaprii gli occhi lentamente guardando il pelo dell'acqua, a meno di un metro sopra la mia testa.
Avvicinai le labbra al pelo dell'acqua facendo fuoriuscire solo la bocca.
Volevo riempirmi i polmoni d'aria senza uscire dalla mia ritrovata leggerezza d'animo.
Presi un'altra bella boccata di ossigeno e tornai a sedere sul fondo.
Impossibile da spiegare ma stavo effettivamente dormendo tra una boccata e l'altra.
Solo lì sotto sentivo la mia pace.
Ripetei questo mio nuovo gioco un'infinità di volte e solo alla trentesima o quarantesima apnea, intravidi da sotto il pelo dell'acqua, il riverbero dell'addetto alle pulizie che gironzolava intorno alla vasca lavorando con il suo scopettone gommato. Con tutta probabilità, pensai, si era fatta mattina.
Uscii dall'acqua probabilmente con troppa foga, per l'intuizione dell’aver fatto tardi, provocando il soprassalto nel povero inserviente intento a sistemare il piccolo piano vasca.
Poverino pensai, non poteva di certo immaginare che fossi lì sotto.
Uscii dalla vasca chiedendo scusa al malcapitato che vacillava ancora sulle gambe tenendosi il petto e ansimando dalla paura.
Scappai correndo verso la camera contrito del aver potuto provocare una piccola sincope nei nervi del giovane lavoratore.
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SWIM SWITCH amori pericolosi
RomanceDal diario di Lucky, nuotatore ventenne impegnato nella sua realizzazione sportiva e di vita, distratto dai suoi dirompenti amori pericolosi a sfondo sadomaso. È il racconto, in prima persona, del sogno di un ragazzo comune, sfondare nel suo sport. ...