Capitolo 39

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Capitolo 39.

Ero di spalle al pubblico, con le natiche paonazze in bella mostra e Alice che si aggirava divertita intorno a me battendosi quella spaventosa mazza da cricket su un palmo di mano, soddisfatta del suo resistente uomo.
Altri due o tre colpi severi e sicuri mi arrivarono su entrambe le chiappe contemporaneamente, come le precedenti, se non per l'intensità che andava scendendo.
Quella mazza pesante, agitata con quella frequenza e forza, avrebbe stancato il miglior giocatore inglese di cricket, tant'è che le braccia pur forti di Alice cominciavano a indolenzirsi dallo sforzo.
La sentii sparire per qualche attimo lontano da me, tramite il suo ticchettare sul pavimento.
Riprendevo fiato finalmente, di spalle al pubblico, scambiando lo sguardo con le due ragazze appese sopra il palco di fronte a me.
La sentii tornare in compagnia. Facile distinguere due paia di tacchi sul liscio pavimento della pista da ballo, pensai.
Alice questa volta si presentò davanti a me a mani vuote e conserte con un aspetto molto divertito.
Anche le due ragazze appese di fronte a me sembrarono attente osservatrici di ciò che mi stava accadendo ignaro, nonostante le loro posizioni torturanti.
La mazza questa volta fischiò prima di colpirmi e il fragore del colpo era quasi il doppio di quelli precedenti, per non parlare dell'avermi quasi alzato da terra per la violenza con cui mi era arrivato.
Gridai ancor più forte.
"Ventiquattrooo"
Il bruciore fu sostituito da vero intenso atroce dolore.
Il sorriso sadico di Alice era al massimo ed io penso di aver avuto la prima espressione di paura.
Arrivò un altro colpo all'altezza del primo e sembrava rimbombare per tutto il locale, mentre non tenevo più il fermo equilibrio.
"Venticinqueee"
Mi concentrai sul viso della mia amata signora, era per lei che lo facevo e dovevo resistere.
Si fece buio nella mia mente, con solo lei difronte a me eccitata come mai l'avevo vista prima.
Ancora un altro colpo ancora, ed io cominciavo a perdere l'equilibrio piegando le ginocchia.
Neanche tempo di urlare.
"Ventiseeeiii!!"
Ed arrivò su di me l'ennesima dolorosissima pacca fragorosa.
Le gambe mi tremavano e con esse la mia voce, provando a scandire la successione.
"Ventisetteee!!"
Indubbiamente, le mie vocali tremolanti fecero intuire il mio limite fisico quasi raggiunto.
Alice alzò la mano per stoppare il supplizio, al mio momentaneo carnefice.
Mi si avvicinò prendendomi per il guinzaglio con severa maestria, a sancire la sua di fronte a tutti. In contrasto con il suo gesto dominante, mi bisbigliò nell'orecchio.
"Ce la fai a continuare amore o ci fermiamo qui??"
La dolcezza e premura, cozzava terribilmente con le sue movenze da Mistress sadica.
"Certo amore mio"
Bisbigliai anch'io, ma penso più per mancanza di forze.
Alice annuendo tirò il guinzaglio verso il basso, concedendomi di continuare quella folle tortura a quattro zampe.
Si allontanò di nuovo, dando l'assenso al mio aguzzino di ricominciare.
Lo sconosciuto non si fece pregare impaziente, nel nuovo colpo, spostandomi di diversi centimetri, facendomi scivolare in avanti sulle ginocchia e palmi in terra.

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