Capitolo 52

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Capitolo 52.

Tutto tornò veramente alla normalità, dal pomeriggio stesso, dopo aver riordinato personalmente la cucina, ci mettemmo tutti e due sui nostri libri.
Sia Alice che me eravamo ovviamente ben sovvenzionati dalle nostre famiglie, a patto del nostro massimo impegno universitario.
Alice era iscritta alla facoltà d'ingegneria, avendo suo padre titolare di uno studio affine al suo impegno, nella lontana Puglia.
Per me era diverso, studiavo giusto per garantirmi la permanenza nella metropoli lombarda, puntando tutto sul nuoto e tenendo gli studi come riserva, difatti ero sui libri tanto per attendere le 18, l'orario del secondo allenamento della giornata.
Avevo quella cadenza giornaliera oramai registrata nel mio bioritmo.
Tant'è che giunta l'ora raccolsi nuovamente costume e accappatoio stesi ad asciugare sul piccolo terrazzo di casa, rinfilai tutto nella borsa, diedi un bel caldo bacio alla mia amata e ripartii per il secondo allenamento di giornata.
Tutto come sempre, fino alla nausea, dallo stop sotto casa di Mattia all'allenamento stesso e così nei giorni successivi.
L'unica nuova variante era il passaggio che concedevo a Martina al mattino, per andare in facoltà.
I giorni scorrevano normalmente tra studio, allenamenti fuori casa e il nostro particolarissimo rapporto casalingo e intimo decisamente fuori dal comune.
Arrivò anche il sabato e la buona occasione di uscire a cena con i nostri amici. Sabrina e Walter erano i nostri principali conoscenti con cui avevamo piacere di passare delle serate alla scoperta di nuovi ristorantini Milanesi, presentandoci come coppia consona, tenendo assai per noi le nostre stranezze.
Quel sabato infatti, ci avevano invitato in un nuovo ristorante messicano poco fuori città e tra tortillas e peperoncini ero felice di sentire, proprio la mia Alice, raccontare ai nostri amici a cena, la gara della settimana passata, condendola di bellissimi aggettivi nei miei confronti, orgogliosa come non mai.
Ero stupito di sentirla parlare di sport per la prima volta. Lo fece con tanta di quella passione da coinvolgere i nostri amici, fino a fargli venire la voglia di entrare in una piscina.
Ci piaceva comportarci come una coppia normalissima, perché era quello che eravamo sinceramente fuori dalla nostra vita intima. Insomma una seratina ben lontana da frustini e manette, parlando convivialmente rilassati da perfetti fidanzati, senza porci alcun problema del giudizio altrui.
Noi eravamo questo e adoravamo separare bene i nostri gusti sessuali dalla vita pubblica come qualsiasi coppia. Il nostro personalissimo contratto non prevedeva assolutamente di far capire a chi, fuori dal mondo sadomaso, quel che intimamente amavamo essere.
Un accordo scritto era ben conservato da Alice e firmato con una goccia del mio sangue, come era ovvio, non avendo nessun valore giuridico ma un patto indelebile nei nostri cuori, finché tutto funzionasse alla perfezione ed io non desideravo davvero altro, vivendomi la mia storia con lei.

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