capitolo 13

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Aprii la camera dell'albergo con Mattia al mio fianco, mentre Yuri e Ivan si azzuffavano nel corridoio.

"Chissà per quale futile motivo questa volta?"

Pensai. Forse solo per scaricarsi a vicenda di tutta l'adrenalina della giornata.

Buttai la borsa ai piedi del primo letto incontrato e mi abbandonai sdraiato su di esso.

Ero più stanco dei miei complicati pensieri che dei dolori ancora presenti nelle mie braccia.

Quasi per spirito di emulazione, i miei compagni in successione copiarono il mio gesto nei loro rispettivi letti in quella camera da 4.

"Dieci minuti di silenzio vi prego, poi scendiamo per la cena"

Ero da sempre di poche parole ma, è divino quando vengono ascoltate alla lettera.

Finalmente silenzio religioso fu per concessione dei miei compagni.

Finalmente ero solo con i miei pensieri anche se solo per qualche istante.

Concentrato nel mio training autogeno rilassavo ogni muscolo cercando di far sparire il dolore con la sola forza mentale.

Tutto si assopì in pochi minuti regalandomi un primo sonno leggero, tranne per un minuscolo pungente dolorino al lato della natica destra.

Mi riportò immediatamente il pensiero del personalissimo dono della Padrona del mio cuore.

Il suo marchio su di me.

In un istante caddi nel profondo dei miei pensieri intimi con Alice.

In particolare proprio la sublime sensazione di essere suo indelebilmente.

Erano passati 4 mesi da quel folle atto.

Andammo insieme dal miglior tatuatore della città, inizialmente solo per chiedergli un appuntamento.

Volevo avere almeno un suo segno sulla mia pelle.

Attendendo insieme nel laboratorio di tatuaggi, tra le tante foto appese alla parete dietro al bancone, notammo insieme uno strano dettaglio.

Uno strano segno sulla pelle di una modella.

Un tatuaggio apparentemente in rilievo.

Quando venne fuori il titolare ancora in guanti sterili, chiedemmo che strano tatuaggio fosse quello.

La smorfia dell'energumeno tatuato diceva già tutto.

"Ah quello non è un tatuaggio!"

Esordì.

"Quella è una marchiatura a fuoco"

Cademmo entrambi dalle nuvole.

Non immaginavamo minimamente che qualcuno potesse fare una cosa simile.

"Ed è molto dolorosa"

Sentenziò.

Incuriositi ci facemmo spiegare per filo e per segno in cosa consistesse.

Una buona ora di chiacchiere sulla tecnica di marchiatura, rubata effettivamente ai mandriani per segnare i bovini, come nel miglior film sul vecchio west.

Ci spiegò che una volta trovato il disegno da fare, cosa che avevamo già, tempo una settimana avrebbe preparato il ferro per marchiare.

Giustamente, il titolare del laboratorio avrebbe voluto una bella firma per scaricarsi dalle responsabilità e tutto si sarebbe fatto.

Ci lasciò soli per qualche minuto a riflettere bene.

Alice ed io quella volta ci guardammo negli occhi con un'intensità mai provata prima.

Nel Suo sguardo c'era tutta la sua voglia di chiedermelo ma anche tutto il suo timore.

Rompendo ogni indugio mi venne in mente di dirle solo.

"Si lo voglio!"

Senza batter ciglio.

Ero convintissimo nel farlo e nelle mie parole volevo trasmetterle tutta la mia sicurezza.

Uno stupido anello non sarebbe di certo bastato per consolidare la nostra folle relazione.

Ci accordammo con l'energumeno e da lì a una settimana tornammo da lui per quella follia.

Mi ritrovai praticamente legato ad un cavalletto di cuoio, porgendo la mia natica destra a quel ferro arroventato con l'ideogramma giapponese antico che citava.

"Proprietà di Alice".

Non avevo alcun dubbio ne esitazione, lo volevo, sia come marchio che come prova di dolore verso l'amore che provavo.

Pronto e in posizione il tatuatore mi accostò una bottiglia di Whisky per una sorsata ma rifiutai.

Prese uno spessore di cuoio, che poteva assomigliare ad un lembo di cinta ripiegata più volte.

Mi fece il gesto di aprire la bocca dicendo.

"Questo stringilo bene, ho visto denti saltare per la pressione della mandibola per il dolore"

Accettai quel consiglio senza fiatare.

Poi prese il braciere acceso contenente il ferro e lo porse ad Alice, anche se titubante.

Non comprendeva, come una normalissima ragazza come lei, potesse riuscire in un gesto simile, ma questa fu la nostra inderogabile richiesta.

Doveva essere Lei a marchiarmi.

SWIM SWITCH amori pericolosiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora