Capitolo 46

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Marzia era un uomo o per meglio dire, era una trans ed io lo scoprì nel modo peggiore possibile, ritrovandomi tutta la sua virilità in gola.
Schifato al vomito, ascoltavo le grandi risa di Alice alle mie spalle, soddisfatta dello scherzo che aveva organizzato alla perfezione.
Solo in quell'istante mi tornava in mente la forza mascolina di Marzia nel colpirmi con la mazza da cricket, poi l'avermi anche bendato prima di spogliarsi nuda, per celare la sua vera sessualità.
Comprendevo ahimè troppo tardi, non potendo fare più nulla che subire fisicamente e psicologicamente il destino che la mia Padrona mi aveva riservato.
Sadismo senza limiti nel sentirmi anche togliere la benda da Alice, ritrovandomi la realtà spiattellata in faccia.
Avevo Marzia davanti agli occhi che si prendeva il mio ultimo risicato straccetto di orgoglio.
Tutto questo avrebbe dovuto farmi cadere nello sconforto ed invece, toccato il fondo quasi ne ridevo.
Non potevo prendermela che con me stesso e con quel maledetto giorno che firmai il contratto stilato dalla mia Padrona, che sanciva il mio essere di sua proprietà e le dava qualsiasi potere su di me.
Non so perché, quella che era la mia tortura intima e psicologica, diventò eccitazione tutta di un tratto, eppure il sapore acre di Marzia nella mia bocca mi portava al vomito.
Un'erezione inaspettata arrivò proprio figlia dell'essere lo schiavo dei capricci più sadici di Alice.
Non volevo che quello, soddisfare qualsiasi cosa avesse in mente e superato il trauma sentivo l'avvicinare dei loro orgasmi scatenando anche il mio, nascosto sotto la pancia.
Alice nell'apnea che conoscevo a memoria e Marzia in un urletto progressivo ad ogni loro affondo arrivarono alla loro piena soddisfazione simultaneamente con me nel mezzo.
Marzia fu la prima a non trattenersi, facendomi conoscere il sapore seminale maschile.
Alice interruppe la sua apnea godendo della stessa scena sadica che aveva architettato ed io non potei trattenermi nel bagnare il lenzuolo incredulo ma felice per la conclusione di quel sadico gioco.
Cosa non avrei fatto per lei? ...
Ora potevo affermare, davvero nulla.

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