Capitolo 82

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Capitolo 82.

Me la riguardavo ammirando il suo stupendo pallido corpo nella mia opera di quella X perfetta ad attendere solo il mio divertimento su di lei.
Ripresi a massaggiarla con più velocità, frizionando quella pomata scaldante che dava il suo effetto immediato.
La monella legata era oramai bollente inerme sul suo letto.
Mi accucciai tra le sue cosce a guardare il suo sesso perfettamente depilato e umidiccio.
Senza sfiorarlo minimamente, lo fissavo voglioso di morderlo dall'attrazione che mi provocava.
Avvicinai la mia bocca sempre più a quel pertugio caldo e voglioso fino ad alitarci sopra.
Volevo sentisse la mia presenza lì, nel suo intimo più nascosto.
Nel suo attendere una mia qualsiasi mossa, cominciai a notare il lento strofinare del suo clitoride sui cuscini sottostanti.
La monella si stava procurando impercettibilmente del piacere da sola.
Presi immediatamente i due guanciali tirandoli qualche centimetro avanti sotto la sua pancia, affinché non avesse più quel contatto clandestino.
La voglia di punirla per quella sua iniziativa malandrina era tanta però.
Mi guardai intorno cercando invano qualcosa ma nulla faceva al mio caso.
Avrebbe fatto comodo la frusta che usava la mia ex padrona su di me, ma intorno a me non c'era nulla di appropriato.
Finché non mi guardai indosso e la mia attenzione non poteva che ricadere sulla cinta dei miei pantaloni.
Furioso me la tolsi e piegandola in due la diressi subito verso le sue chiappette sode.
Una, due belle cintate per farla sobbalzare accompagnato da un sordo vivace protestare nonostante le sue mutandine in bocca.
Potevo già scorgere i due segni evidenti sulle sue natiche.
"Prova ancora a procurarti piacere e ne riceverai almeno dieci di queste"
La mia rabbia era sfogata, l'avvertimento era stato ricevuto, per la mia massima eccitazione.
Abbandonai la cinta in terra fiondandomi con la bocca sul suo sesso.
Non mi trattenevo più, avevo voglia di mangiarla letteralmente.
Sobbalzò ancora pensando probabilmente a chissà quale supplizio.
Si calmò immediatamente sentendo la mia umidissima lingua farsi spazio dentro lei.
Il suo nuovo mugolio strozzato era la colonna sonora del mio sbavare tra le sue gambe legate.
Ero affamato e il voler tanto rallentare mi aveva sortito l'effetto opposto tuffandomi a leccarla con quella frenesia animalesca.
Volevo portarla all'orgasmo più veloce che potessi, riuscendovi, ascoltando il suo mugolare ininterrottamente.
Ero vicino, vicinissimo, potevo sentirla mancare davvero poco, secondi forse decimi, quando mi fermai allontanandomi da lei con un balzo improvviso. Il suo protestare arrivò puntuale.
Tirava tutte quattro le funi contemporaneamente sbattendo la testa sul materasso nella disperazione del mancato orgasmo, ripetendo un convulso.
"No no no no no!!!"
Ben riconoscibile nonostante le sue mutandine in bocca.
L'ammiravo contorcersi, cercando un contatto improbabile tra la sua patatina fradicia e qualsiasi cosa pur di concludere quell'orgasmo sadicamente interrotto.
Attendevo si calmasse.
Pian piano le toccò rassegnarsi, anche perché non avevo nessuna intenzione di farla godere prima dell'alba.

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