Capitolo 58

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Capitolo 58.

Seminudi sotto le lenzuola subivo quasi un terzo grado da Martina, incuriosita non poco dal mondo del bondage.
Ce ne stavamo faccia a faccia parlando sottovoce nel bel mezzo della notte, rilassati dalla conclusione degli intensi sforzi della settimana, decomprimendo le pressioni sportive, con un perfetto dialogo complice.
Le mostrai anche il marchio a fuoco che avevo sulla mia natica destra, lasciandola sempre più a bocca aperta dai miei racconti, in tutto ciò che affrontavo per la mia Padrona.
Dopo il suo provarci in tutti i modi con me, finalmente potevo sentirla realmente avvicinarsi.
Il suo interesse era benzina per me, nel liberarmi di tutti i miei segreti con lei.
Le raccontai davvero tutto quella notte, osservandola interessata senza nessun cenno di giudizio da parte sua.
Le spiegai la mia attrazione verso le donne dominanti e la mia ricerca di un rapporto senza incomprensioni e litigi.
Avevo il cuore a mille percependo il suo così vicino al mio.
"Ma Lucky... tu così forte fisicamente e psicologicamente... in ginocchio di fronte a una donna pur di non litigare?"
Non si capacitava la mia dolce collega nuotatrice.
“Allora fai tu il Padrone... così non litigheresti ugualmente ma senza subire tutte quelle torture"
Provò a suggerire intelligentemente Martina.
"Striscerei io mille volte ai tuoi piedi... dalla stima che ho per te!"
Ribadì in un affermazione che mi colpì non poco.
"Ma che dici Marti... io sono un ragazzo normalissimo"
Provai a convincere lei, forse di un concetto che nemmeno io credessi molto.
"Ma che cavolo dici Lucky???...
Tu sei fortissimo sia fisicamente che mentalmente!" Insisteva.
"Mi fai venir voglia di esser io la tua schiava e fare tutto ciò che chiedi"
Cavolo non scherzava di certo.
Un fulmine arrivò a trafiggermi il cuore sotto forma di un suo nuovo caldo bacio a cui non resistetti arrendendomi al suo avanzare sinuosa e strisciante sulla mia pelle. Il suo intento di dimostrarsi servile pur di compiacermi stava dando i suoi frutti.
Avevo le sue mani ovunque sotto forma di un ubriacante massaggio e le mie indemoniate a strapparle le mutandine, questa volta non resistetti soccombendo sbronzo di lei.
Servile come una geisha viaggiava in lungo e largo con le sue calde labbra per il mio torace.
Mi fissava come una cucciola pronta ad esaudire ogni mio desiderio godurioso.
Martina schiavetta non l'avrei mai immaginata neanche nei miei sogni più spinti.
La tirai su a me, goloso nell'assaggiarle il suo piccolo seno sodo, alla ricerca del suo cuore dietro quei rigidi capezzoli.
Le sue morbide labbra di rosa che si tuffavano nelle mie, nella sua impercettibile umidità che si univa alla mia. Indietreggiavo improvvisamente per incrociare ancora il suo splendido sguardo sicuro di sé nel volermi servire e compiacere, per poi tornare da lei questa volta però con la veemenza incontenibile che frenavo impaurito da chissà quanto tempo.
La sentivo specchio dei miei gesti, con le mie mani e le sue mani, la mia lingua e la sua lingua, il mio cuore e il suo cuore, anche un secolo lì con lei sarebbe stato troppo poco, per il mio desiderio di averla mia in quel momento.
Il suo nasino schiacciato in malo modo sulla mia guancia, mi raccontava di tutta la sua voglia di me.
La sentivo respirare l'ossigeno nella mia bocca come a non voler lasciarmi neanche l'anima.
I suoi freni erano rotti e i miei divelti dalla sua irruenza.
Non capivo più nulla, dove finissi io e cominciasse lei, ma oramai era il mistero nella nostra fusione.
Staccarmi da lei era l'ultima cosa che volessi al mondo, entrambi senza parole, solo pieni del voler divorare la nostra carne.
Le sue mani fiondate su tutta la mia intimità, mi crearono un sussulto ma non per imbarazzo, ma per il suo donarmi dominio e sicurezza.
Mi stava stupendo assecondando le voglie istintive del mio sesso.
Le presi entrambi le mani e strinsi di nuovo i suoi piccoli forti polsi nella cinta dell'accappatoi rimasta sul letto.
Cingendo la sua vita con tutto il mio braccio destro, la sollevai di forza, invitandola prepotentemente a cavalcioni su di me.
Ora si fa sul serio pensai, ora si fa a modo mio.
Con entrambe le mie mani delicate sul suo collo e tutte le dita tra i capelli ad esplorarla proprio da quella testa che tanto mi aveva sconvolto.
La sentivo riabbandonarsi al mio massaggio cervicale facendomi impossessare del comando mascolino.
I suoi baci, il suo scaldarsi, lo spogliarci della pelle era un copione anche se pur già vissuto non aveva nulla di consono, perché lei in qualche modo stava condendo tutto di un modo unico e speciale.
Lei nuda molto più bella che nel suo costume natatorio, non smetteva di assecondare con la sua lasciva tenerezza la mia stessa irruenza.
Leggevo oramai nei suoi occhi, come nel suo agitarsi, un pensiero semplice che citava.
"Voglio essere Tua, come voglio che Tu sia il mio Padrone per sempre"

SWIM SWITCH amori pericolosiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora