Capitolo 54

12 1 0
                                    

Capitolo 54.

Ero sicuro che Alice avesse voluto sottopormi a quell'ultima prova umiliante, proprio sapendo di dover attendere un'altra settimana, prima di tornare a giocare insieme.
Passammo il resto della domenica molto silenziosi, senza molte parole, quasi attendendo che il tempo scorresse più velocemente possibile.
Alice sembrava non veder l'ora che io partissi, ma nell'intento di volermi di ritorno il prima possibile.
Il mio stupore fu tanto, nel svegliarmi il lunedì mattino e non trovarla nel suo letto, ma già in piedi.
Mi recai in cucina incredulo nel vederla versare il latte già caldo, dal pentolino alla mia tazza, sul tavolo imbandito di tutti i biscotti della dispensa.
"Com'è questa novità?"
Dissi sinceramente stupito.
"Perché... ti sembra strano che la donna che ti ama ti prepari la colazione?"
Rispose controbattendo.
"Beh da una donna normale no... ma da te ammetto... è una bellissima sorpresa"
Provai a farle capire tutto il mio piacere inaspettato.
Facemmo colazione insieme per la prima volta da quando convivevamo.
Potevo leggere nella sua espressione, tutto il dispiacere che provava, anche scorgendo una corposa, lacrimuccia scenderle giù per una guancia.
In quel momento tutto sembrava tranne che la sadica Padrona che dimostrava di essere nei suoi momenti migliori.
Non resistetti dallo stringerla forte a me, esterrefatto nel conoscere quel nuovo aspetto vulnerabile di lei, quasi da non volerla lasciare più.
Quella donna riusciva a scatenarmi gioia e dolore, estasi e pene, dolcezza e odio in perfette parti uguali.
Resistetti a stento nel lasciarmi andare in qualche lacrima anch'io, perché volevo lasciarle, a tutti costi, un'immagine forte di me.
Presi la porta di casa con un nodo alla gola sentendomi i suoi occhi tristi sulle mie spalle.
Altre volte ci eravamo allontanati ma, non so perché, quella volta sembrava essere così triste e dura.
Non aver detto ad Alice della presenza di Martina al ritiro di Roma, in quel momento ammetto, mi pesava nel cuore e non poco, dopo aver visto la mia Padrona sciogliersi teneramente per la mia partenza, sentivo nuovamente un gran senso di colpa.
Non so perché, ma scendendo le scale avevo una voglia matta di tornare da lei ed implorarla di frustarmi, perché le avevo omesso ancora qualcosa, ma non lo feci, aumentando il mio senso di colpa. La immaginavo a sparecchiare il tavolo da sola ma soprattutto in lacrime, cosa che non avrei mai creduto conoscendola.
Nel suo cedimento intravedevo tutto il suo amore finalmente.
Mi avviai in auto verso casa di Mattia non riuscendo a levarmi la sua immagine triste per la mia partenza, almeno fino a casa di Martina, dove ci attendeva insieme a Sasha.
Le ragazze salirono in auto come dovessimo andare alla gita più bella della loro vita.
"A che ora abbiamo il treno?"
Esordì la curiosa Sasha.
"Alle 8 e un quarto"
Rispose puntualmente Mattia. Mentre io speravo solo di esser stato abbastanza chiaro con Martina nei giorni precedenti, non avendo nessuna voglia di far ancora torti alla mia Signora e Padrona.

SWIM SWITCH amori pericolosiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora