Capitolo 43.
Mi risvegliai molto frastornato, con i ricordi del giorno prima che riaffioravano lentamente.
Ricordavo la serata nel locale notturno, ricordavo le mie pene e il quasi essere svenuto tornando a casa.
Pian piano tornava a galla tutto l'accaduto, fino alla concessione del regale talamo della mia Signora e il suo nuovo verginale giochino.
C'era tuttavia qualcosa che non quadrava.
Sentivo un senso di immobilità assai strano.
Riaprii gli occhi trovandomi legato polsi e caviglie alle sponde del suo letto a pancia in giù.
Alice era già sveglia al mio fianco e mi osservava chissà da quanto, con la guancia sopra il suo cuscino, in un’espressione angelica che al contrario non faceva presagire nulla di buono.
Sincerandosi che fossi ben vigile, tirò fuori da sotto il suo cuscino il suo preziosissimo fido vibratore senza lasciare il minimo dubbio sulla sua nuova idea.
Nonostante la mia chiara espressione di diniego, era più che convinta nel volersi prendere tutta la sua soddisfazione. In cuor mio l'avrei voluta pregare di non farlo ma sapevo benissimo che l'avrebbe solo incitata ancor di più, quindi mi ritrovai rassegnato alla mia nuova condanna.
Non perse di certo tempo cominciando a strofinare quel maledetto cilindretto tra le mie natiche ancora troppo stanche e martoriate della sera precedente.
Notai subito che ero già molto unto, effettivamente non aveva perso tempo avvantaggiandosi nel mio sonno.
Senza pietà provava a spingere quel corpo estraneo dentro di me, ma la mia tensione mista paura e infinito imbarazzo non le permettevano quella soddisfazione.
La vidi accennare addirittura nel volermi sculacciare, ma i segnacci che ancora portavo la fecero desistere da quell'ulteriore supplizio.
Rassegnata e doma nel non riuscire nel suo intento, si accoccolò al mio fianco in uno stranissimo dietrofront.
Prese a baciarmi quasi a chiedermi scusa, dolce come sempre in quel suo carattere altalenante che la rendeva unica nel suo genere. Il suo caldo profumato alito mi eccitò addirittura.
La vidi allungare una mano verso i nodi del legaccio intorno al mio polso, facendomi rilassare all'idea dello scampato pericolo.
Una fitta lancinante indescrivibile che partiva dal mio orifizio fino all'interno della pancia invece, mi trafisse.
Urlai rantolando di dolore vigliacco e senza preavviso. Il mio fiato corto tra dolore e paura, rimbalzava sul cuscino ritornando verso me. Alice si era presa quel mio ultimissimo angolo di orgoglio.
Stranissimo pensai la mia soglia del dolore nulla poteva contro quell'immane strazio, anzi più provavo a resistere e più dolore mi provocava.
Urlavo senza ritegno oramai quasi piangendo provocando in Alice ancor più sadico divertimento.
Cominciò a giocare con la mia violata intimità senza ritegno e attenzione alcuna spinta dalle mie urla.
La vedevo al mio fianco divertita allo spasimo in perfetto contrasto con la mia disperazione, ma tutt'altro che eccitata, sembrava una bambina con un nuovo giocattolo per le mani contenta sì, ma senza sesso nei suoi occhi e questo mi provocava ancor più frustrazione rendendo vano il mio sacrificio, facendolo diventare solo un suo capriccio.
Pian piano vidi i suoi occhi spegnersi dalla gioia, nell'evidenza che la cosa la divertisse sì, ma non la eccitava affatto, abbandonava quindi il suo spingere dentro di me quel suo giocattolo ed io speravo tanto fosse finita lì.
Mi lasciò respirare un attimo nonostante fossi perennemente trafitto da quella che a me sembrava una spada tra le mie terga.
Mi guardò ancora una volta in viso, cercandomi nella nostra silenziosa empatia, aveva in mente qualcosa ed io per la prima volta avevo paura di lei.
Neanche il tempo di pensare che magari non fosse un gioco così eccitante come immaginava, ed invece salì cavalcioni dietro di me cominciando a spingere il vibratore a colpi di pube nel ribaltamento di ruoli che probabilmente sognava ed ambiva.
I suoi urletti soddisfatti si mischiavano ai miei rantoli di dolore, provocando l'arrivo di un suo lontano orgasmo nella mia disperazione totale.
Immobilizzato e violentato nel corpo e nell'orgoglio per niente consenziente quella volta, stringevo i legacci che dai miei polsi mi assicuravano alla sponda del letto tentando di divergerla.
Mordevo la stoffa del cuscino, subivo passivamente l'esser penetrato senza ritegno dalla mia Padrona.
Mi aggrappavo al suo caldo profumato alito sul mio orecchio, come fosse la cosa più preziosa, pregando che smettesse. Provavo invano a rilassarmi, ma il dolore non mi dava tregua.
Avrei davvero preferito altri 100 colpi con la mazza da cricket che un altro secondo in quella situazione. Improvvisamente squillò il telefono nel corridoio facendo sobbalzare entrambi.
Alice accorse a rispondere per la mia immensa gioia, nonostante non mi avesse liberato dal suo nuovo ammennicolo, ringraziavo qualsiasi persona avesse mai composto il nostro numero in quel preciso istante.
"Pronto, si ciao, ho fatto come hai detto, è di là legato al letto ed è stupendo come dicevi, dai che ti aspetto"
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SWIM SWITCH amori pericolosi
RomanceDal diario di Lucky, nuotatore ventenne impegnato nella sua realizzazione sportiva e di vita, distratto dai suoi dirompenti amori pericolosi a sfondo sadomaso. È il racconto, in prima persona, del sogno di un ragazzo comune, sfondare nel suo sport. ...