Capitolo 65.
Con Mattia alla guida, ci dirigemmo verso casa di Martina.
Ero un po' dolorante ma molto felice di quella nuova sistemazione.
Non ero mai salito in casa sua, ma questo m'incitava alla voglia di cambiamento.
Una resurrezione da compiere il prima possibile e quello era davvero un ottimo inizio.
Ero imbarazzato nel vederli entrambi con i miei scatoloni in mano, salire le scale nella palazzina abitata da Martina.
Li osservavo ammirato, amici nella buona e cattiva sorte, ricordandomi che non avevano accennato al minimo rimprovero nonostante fossero al corrente delle cause del mio infortunio.
Erano davvero grandi e sinceri amici prima di tutto, prima del nuoto, prima delle disavventure.
Solo in quel momento mi accorgevo di quanto potessero volermi bene entrambi, guardandoli portare tutta la mia roba in camera di Martina.
Sotto gli occhi stupiti di Erica e Paola sue coinquiline oltre che nostre compagne di squadra, non resistetti dall'ascoltarle bisbigliare la loro felice sorpresa nel vedermi sistemarmi proprio lì.
Una volta soli io e lei, chiusa la porta, guardai il suo letto ad una piazza e mezza nel centro della stanza.
"E tu vuoi dividere quel letto insieme?"
La domanda era più che legittima.
"No mio Signore, prenderò un materasso e dormirò qui in terra"
La monella scherzando parafrasava i racconti che le avevo confessato.
"Scordatelo... staremo stretti allora... ma non ti faccio dormire in terra!"
Non resistetti a baciarla, tentando di stupirla io questa volta.
Non so se ci riuscii, ma di certo la bimba innamorata si sciolse finalmente tentando di mantenere la calma.
Finimmo sul letto, immediatamente vogliosi ma con la mia difficoltà di movimento a limitarmi.
Martina indossò immediatamente i panni della geisha aiutandomi delicatissimamente a sbottonarmi la camicia servile come prometteva già da un po'.
Cominciò a baciarmi il torace, come volendosi accertare che fosse tutto in ordine dopo l'incidente.
La sua delicatezza era esemplare e degna della schiavetta che voleva esser per deliziarmi. Imbarazzante per me che dopo aver servito la mia ex padrona, ritrovarmi la monella felina ad accarezzarmi le cosce, tanto vogliosa di me da slacciarmi il bottone dei jeans solo con l'uso della bocca.
La guardavo estasiato al limite dell'imbambolato, era di gran lunga il miglior benvenuto che potessi ricevere.
Mi chiedevo davvero se meritassi tanta attenzione.
Mi sdraiai rilassato sul suo letto lasciandole carta bianca, nel girovagare in lungo e largo per il mio corpo baciando ogni angolo di me.
Ero stanco, frastornato ma in piena estasi delle sue attenzioni.
La monella mordeva canina i miei slip volendoli dilaniare nel tentativo di sfilarmeli.
Non avevo ancora molte forze quindi decisi di subire tutto ciò che aveva in mente, ben accomodata sulla mia pelle.
Collegati dai nostri sessi, oramai la vedevo ballare sinuosa una musica silenziosa sopra di me, una melodia ben chiara nella sua testa.
Era lei che mi faceva sentire al sicuro, era con lei che avevo la sensazione di poter andare lontano.
La tirai a me fermandola nell'intento assurdo di non terminare mai quell'istante perfetto.
Non volevo l'orgasmo, non volevo altro che rimanere immobile dentro di lei, la volevo per sempre.
"Siamo insieme allora?"
Le sussurrai.
"Lo siamo sempre stati!"
La sua pronta risposta, come l'avesse preparata chissà da quanto tempo.
Lei monella e caparbia tentò di ricominciare il suo danzare sopra di me, ma la fermai con le poche forze che avevo stringendole i fianchi tra le mie braccia.
Una lotta birichina la nostra, lei nel tentativo di strofinarsi, io nell'intento di tenerla immobile, creavamo eccitanti vibrazioni inaspettate.
"Mi lasci godere di lei mio Signore la prego!"
Implorò dolcissima.
Risposi con il solo accenno del capo a negargli la soddisfazione, certo della sua imminente ribellione.
Tentava di liberarsi con capricciosa voglia di me, stando sempre attenta a non farmi male alla spalla dolorante.
Ogni schiavetta nasconde della sana ribellione dentro ed io volevo vedere concretamente la sua.
La presi per la nuca tirandola a me, costringendola a baciarmi mentre il mio corpo le dava via libera.
Volevo sentirla esplodere di piacere più vicina possibile.
Le sue labbra incollate alle mie tremavano sempre più, provocando il piacere incontenibile di entrambi giunti alla meta.
Eravamo innamorati di certo l'un dell'altra, potendo condividere tutto dal sesso al nuoto, consapevoli che quello era solo l'inizio di un periodo duro da affrontare insieme.
C'erano gli europei di nuoto ed io avevo solo tre mesi per rimettere tutto a posto.
Non avevo alternative se non quella di riuscire nel mio pieno recupero o tornare a casa per lavorare nel panificio di famiglia, cosa che non doveva assolutamente accadere proprio ora che avevo Martina con me.
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SWIM SWITCH amori pericolosi
RomanceDal diario di Lucky, nuotatore ventenne impegnato nella sua realizzazione sportiva e di vita, distratto dai suoi dirompenti amori pericolosi a sfondo sadomaso. È il racconto, in prima persona, del sogno di un ragazzo comune, sfondare nel suo sport. ...