Capitolo 60

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Capitolo 60.

Ci rivestimmo contemporaneamente, lei sempre sicura di sé nella comoda tuta con cui era arrivata nella notte, io invece, nel caos più totale, perso nel mio labirinto di emozioni.
Potevo solo imitarla, seguendola nei suoi gesti e facendomi guidare sul da farsi nel proseguo della mattinata.
Con la mia borsa colma aprii la porta trovandomi subito di fronte Mattia e Sasha, a fissarci curiosi nel corridoio del residence.
Ci aspettavano con le loro borse pronte, compresa quella di Martina, tutto finemente organizzato da brave menti criminali nel ritiro azzurro.
Giusto il tempo di far colazione per salutare tutti e ci ritrovammo nuovamente alla stazione Termini per ripartire.
Respiravo pensieroso, prendendo il mio posto nel treno che mi riportava da Alice, mentre di fronte avevo Martina con occhi solo per me.
"Altre cinque ore di viaggio da riempire"
Pensai.
Questa volte a coppie invertite, Martina e me a riposare nello scompartimento e Mattia ad inseguire Sasha mai stanca nel girovagare per i vagoni.
Provai a chiudere gli occhi riconoscendo che non avevamo dormito poi molto, forse anche per niente.
Nel sonno riflettevo sul chi comandasse veramente in un rapporto sadomaso.
Come riconoscevo Martina schiava novizia affidarsi fiduciosa a me di sua spontanea volontà, così mi riconoscevo nel libero arbitrio nell'essermi inginocchiato ad Alice.
Un pensiero complesso mi pervadeva tentando di districarlo.
Una lampadina accesa poteva uscire dal mio cervello in fiamme, trovando la soluzione dei miei dilemmi.
Da sempre è il sottomesso che comanda nel rapporto con il dominante.
Come per me e Alice, io e solo io avevo sempre deciso di soddisfarla nei suoi sadici capricci e non lei ad impormeli.
Anche se legato al suo letto, potevo dire un semplice "no" e i giochi si sarebbero fermati, se così non fosse stato, si sarebbe rotto per sempre il rapporto di fiducia tra noi, non potendomi più fidare di lei.
Così ora Martina nel giocare a far la schiava prendeva il suo comando dei miei sentimenti, facendomi perdere il controllo che amavo anche se sottomesso ad Alice.
Tenevo la testa impegnata in questi nodi psicologici, proprio per non pensare al mio unico serio problema, cioè dire ad Alice cosa era accaduto o meglio, scoprire dentro di me se ero veramente innamorato di lei.
Dolce come sempre Martina mi fissava assorto nei miei pensieri, mi sosteneva fiduciosa senza aprir bocca.
Avrei voluto davvero stabilirmi all'interno dei suoi occhi verdi, dall'intenso senso di pace che mi donava il solo star dinnanzi a lei.
Avrei voluto che quel treno non arrivasse mai, facendomi vivere quel batticuore per sempre, ma la vita scorre sempre in avanti riducendo i momenti più belli in istanti, tant'è che il treno arrivò a Milano pure in orario.

SWIM SWITCH amori pericolosiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora