Capitolo 68

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Capitolo 68.

Era giunto il momento di tentare qualche bracciata anche quel giorno e sembrava quasi un piccolo miracolo.
Riuscivo a girare la spalla senza apparenti dolori finalmente.
Sentivo il mio braccio destro stanco e senza forze, ma per la prima volta privo di male.
Ero sicurissimo che far l'amore con Martina mi giovava fino a farmi ritrovare me stesso nella cosa che sapevo fare meglio, cioè nuotare.
Martina era puntualmente al mio fianco a scortarmi per tutte le vasche che in quel preciso giorno volevo non finissero mai, come per far l'amore con lei qualche minuto prima.
Nuotavo ad occhi chiusi come lei stessa mi aveva insegnato, senza mai aver l'impressione di esser solo, sentivo Martina spostare l'acqua perfettamente al mio fianco dividendo la stessa corsia.
Con lei era come far l'amore in ogni istante sia che fossimo nudi o che nuotassimo, come quando eravamo a letto o a cucinare rigorosamente insieme.
Mi accorgevo ogni giorno che passava che non avevo bisogno di una donna apparentemente forte al mio fianco, ma una concretamente affidabile come lei. I giorni scorrevano veloci concentrato nel recupero più completo che stava avvenendo ora dopo ora, minuto dopo minuto, dall'allenamento mattutino alle sedute di palestra fino alle nuotate clandestine nella piccola piscina del nostro amico.
Alice non era più nei miei pensieri, sognavo l'europeo di nuoto in Inghilterra insieme a Martina, sognavo di sfondare con lei nello sport e ci stavo mettendo tutto l'impegno che potessi affinché si potesse avverare.
Ogni giorno miglioravo miracolosamente ed ero convintissimo che fosse soprattutto merito di Martina con tutte le sue premurose attenzioni verso di me.
Finché una mattina presentandoci al primo allenamento, il coach ci prese da parte fuori dalla piscina, per comunicarci qualcosa di estremamente importante.
"La federazione era al corrente da subito del tuo infortunio Lucky"
Esordì il coach con aria preoccupata.
"Stasera viene il direttore tecnico in persona da Roma per valutare se portarti agli europei o no"
Sentenziò sconsolato l'allenatore. "Non preoccuparti coach Lucky ce l'ha fa!"
Martina mi difendeva a spada tratta con l'orgoglio di una leonessa.
"Certo che ce la fa!"
Sbucò dal nulla anche Sasha che evidentemente origliava nascosta dietro qualche angolo.
"Coach andiamo in acqua e non perdiamo più tempo"
Ci tenevo a rassicurare tutti immediatamente, mettendo la borsa in spalla e avviandomi per primo negli spogliatoi.
Apparentemente appena entrato in acqua non sentivo né dolori né fastidi e questo mi rassicurava, ma a lungo andare non sopportavo il lavoro prolungato, perché effettivamente la forma era scesa nella mia convalescenza.
Nuotavo ad occhi chiusi come sempre oramai, cercando di utilizzare muscoli che prima non usavo.
Cercavo addirittura la spinta dalle dita dei piedi pur di alleggerire la fatica della mia spalla.
Alternavo momenti di gioia nel risentire le forze tornare e altri di disperata depressione nel sopportare le tremende fitte che la spalla infortunata mi provocava, ma faceva tutto parte del sacrificio che ero disposto a superare pur di cancellare tutto e presentarmi ai blocchi di partenza dell'europeo.
Uscendo dall'acqua vidi in particolare l'attenzione di Mattia su di me.
"Certo Lucky che come ti cacci nei guai tu, per poi tirartene fuori con le tue stesse mani, sei davvero un fenomeno"
Era il più bel complimento che da amico potesse farmi.
Rientrammo tutti negli spogliatoi e mi godevo l'attenzione di tutti i compagni di squadra entusiasti nel vedermi in una ripresa così veloce.
Addirittura il coach nascondeva un sorrisetto sotto i suoi baffi rossi mentre, seduto sulla sua panca appuntava tempi e parziali dell'allenamento sui suoi preziosi fogli.
Stavo facendo di tutto per dimenticare i giorni passati, immerso in tutto e per tutto nel realizzare quel sogno che da sempre avevo nel cuore e la vicinanza di Martina a farmi da geisha mi aiutava a concentrarmi solo su quell'obbiettivo.
La accompagnai all'università come tutte le mattine prima di andare dal mio fisioterapista per l'appuntamento quotidiano per la terapia alla spalla.
Vedevo serena anche lei nel riuscire insieme a metter a posto tutti i tasselli delle nostre vite.
"Ti aspetto qui tra due ore e torniamo a nuotare"
Sottolineò Martina aggredendomi con un caldissimo, ennesimo bacio, prima di scendere dall'auto, sparendo dentro il gran portone della nostra facoltà.
Le guardavo quel bel culetto tondo e muscoloso sotto i jeans ancora incredulo che fosse tutto mio.
Ripartii per la mia nuova meta, quando una figura familiare mi si parò di fronte all'auto.
Spaventato dalla mia stessa repentina frenata, misi meglio a fuoco la persona che impediva la prosecuzione della mia marcia.
"Alice? ...che fai? ...Sei impazzita? ... Ti stavo investendo!"

SWIM SWITCH amori pericolosiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora