Capitolo 75

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Capitolo 75.

Con la mia solita auto tramutata in pulmino riaccompagnammo tutti a casa.
In particolare Mattia a casa sua e Paola ed Erika invece sotto casa di Sasha e dei gemelli.
Finalmente soli soletti ci riavviammo verso le nostre fantasie più nascoste.
Superati tutti i problemi, rilassati come non accadeva da tantissimo tempo, avevamo una notte e un giorno intero per viverci senza fretta nient'altro che noi.
Guidavo per quei pochi chilometri che ci riportavano a casa con Martina comodamente adagiata con la testa sulle mie gambe. Niente di malizioso, addirittura sembrava dormire anche solo per qualche istante.
Probabilmente la sua voglia di contatto fisico era identica alla mia. Salimmo le scale di casa con molta calma, mano per mano, praticamente in silenzio.
Forse ci pervadeva anche un goccio di inspiegabile imbarazzo.
Ci richiudemmo la porta alle spalle e una volta al sicuro dal mondo nel silenzio assoluto dell'appartamento intrecciammo subito un abbraccio fortissimo e naturale. Io stringevo lei, quanto lei stringesse me, occhi negli occhi finalmente soli.
Provai a baciarla con tutta la voglia che avessi di lei ma si ritrasse.
Con un dito sulle mie labbra mi disse.
"Ora vai in bagno dammi cinque minuti e vieni in camera"
La sua sicurezza non faceva trasparire minimamente le sue dichiarate intenzioni di sottomettersi anzi, quella monella sembrava sapere da sempre come prendersi tutto ciò che volesse ed io non feci altro che obbedire.
Ero abituato alla tensione delle gare, ero stato abituato a sessioni sadomaso disumane ma non so perché ero visibilmente imbarazzato, come se non conoscessi da sempre quella monella, ma con lei era così.
Martina da sempre era una sorpresa continua fino a far diventare anche il nostro far l'amore ogni volta la primissima volta.
Andai in bagno come fosse una normale sera, facendo le mie cose con molta più calma rispettando il suo volere, quando proprio vicino ai 5 minuti trascorsi, udii un colpo di tosse molto chiaro provenire dalla camera.
Probabilmente era il suo segnale per avvertirmi di esser pronta. Imboccai il corto corridoio verso la porta appena socchiusa della nostra camera.
Potevo solo intuire dalla luce soffusa che passava dallo spiraglio cosa mi attendesse.
Mi fermai un istante proprio di fronte a quella porta e presi fiato riempendo bene i polmoni prima di spalancarla.
Difronte a me si materializzò lo spettacolo più bello che potessi immaginare.
Martina a capo chino completamente nuda inginocchiata fino a sedere sui suoi stessi talloni che a palmi aperti mi porgeva delle corde.

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