XXI. - Troppe attenzioni

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Dopo tutto quello che era successo il giorno prima con Riccardo e Orlando la mia testa era così affollata dai pensieri da non riuscire a concentrarmi su altro. Allo stesso tempo, se liberavo anche solo per un attimo la mia mente, riuscivo ad avvertire una sensazione di felicità che provavo già da qualche tempo, ma che fino ad allora non avevo mai realizzato del tutto.

Allenarmi con quel gruppo era stressante: non ero in grado di resistere alla durezza degli esercizi, di tirare colpi potenti e angolati come i miei compagni, ma ogni giorno imparavo qualcosa di nuovo. Non provavo da tempo quella sensazione, e mai con quella intensità: avevo sempre desiderato di entrare nel gruppo A per quello e adesso che ero lì, ero convinta che né le parole di Riccardo, né l'odio di Orlando nei miei confronti avrebbero potuto farmi cambiare idea.

Forse avevo davvero trovato il mio posto, come mi aveva detto Giulia. Ogni tanto ripensavo a ciò che mi aveva raccontato nella radura, la teoria sulle origini della lotta tra Fenice e TCI. Era pazzesco che ci credesse, ma i motivi che la spingevano a farlo no. Trovare le debolezze del TCI per poi affrontarlo era la cosa giusta da fare e volevo aiutarla.

- Becs... Svegliati! –

La gomitata di Marina mi fece saltare dal banco e fu un vero miracolo non aver destato l'attenzione della professoressa. Erano appena le nove. 

Il giorno prima non avevo solo perso sangue dopo una caduta, urlato e accusato gente: avevo anche inaugurato il primo set di allenamento contro Claudia, perdendo con un secco 6 – 0 in venticinque minuti e siglando ben quattordici doppi falli. Tornata a casa mi ero letteralmente buttata sui compiti, nel senso che mi ci ero addormentata sopra. Allenarsi così tanto non portava solo effetti positivi.

- Scusami... - mi tirai su, attenta a non sforzare le braccia e mantenendo ferme le gambe sulla sedia per non sentire quel dolore lancinante.

- Come sta la caviglia? – al suono di quelle parole cambiai subito espressione.

- Non posso crederci, Alessandro aveva ragione... Cos'hanno scritto? Dove l'hai letto? –

- Calma, superstar! Un ragazzo del gruppo D fa palestra con me allo Sporting ed era lì quando è successo. Da quando siamo convinte di essere al centro dell'attenzione? – disse con un sorrisetto.

- Sto andando fuori di testa. Ieri sera quelle persone appostate davanti a casa mia, poi questo... –

Mostrai l'articolo che avevo letto in auto quella mattina, mentre andavo a scuola dopo l'allenamento.

- "Primi allenamenti per Beatrice nel gruppo A". Non capisco cosa ci sia di sconvolgente! –

Le indicai la foto che mi era stata scattata il giorno prima, mentre abbracciavo Lucrezia.

– "Beatrice è già circondata da fan". Ci credo, appena saputo il tuo nome sono fioccati milioni di gruppi in rete. Qual è il problema? La ragazza nella foto? - il mio sguardo rese inutili i commenti. 

Angela si unì: - Becs, i giornalisti scrivono qualsiasi cosa pur di fare notizia. El si lamenta continuamente per alcune recensioni alle sue sfilate, ma non va mica in giro a prendersela con la gente! –

- Primo, tua madre è nella moda da anni. Secondo, qui non parliamo di me, ma di lei, che è stata scambiata per una fan. Come credete che ci rimarrà quando lo scoprirà? –

- Capirà. A parte che nessuno legge questi articoli con attenzione, e poi se mi sono accorta io che era del B1 dalla sua tuta, anche gli altri lo noteranno – replicò Marina.

- ... E nessuno crede a Showbiz, pubblica un sacco di schifezze. Per una volta prendi il lato positivo: è un'ottima pubblicità per te – chiuse Angela.

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