XCIX. - Scontro diretto

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Chiusi la porta della camera di Claudia e Giulia. Claudia aveva uno sguardo terrorizzato, e appena mi aveva visto aprire la porta aveva alzato gli occhi al cielo, chiedendosi perché ci avessi messo tanto anche se erano passati solo cinque minuti.

- Che sta succedendo?

Lei si sedette sul letto di Giulia, ma si alzò nervosamente, come se non riuscisse in nessun modo a restar ferma. Indicò lo smart appoggiato sulla scrivania.

- Questo?

- Sì, Beatrice. Lo smart.

Presi in mano lo smart. Mossi con una leggera pressione lo schermo. Il salvaschermo raffigurava Giulia nel pieno di un servizio. C'erano due chiamate perse. 

Cliccai sulle chiamate perse e quello mi bastò per capire perché Claudia fosse così preoccupata. 

Anonimo.

- È lo smart di Giulia? – Lei annuì nervosamente. 

- Hai risposto alle chiamate?

- No, non sapevo cosa fare. Beatrice, leggi. Leggi l'ultimo messaggio.

Cliccai ancora. Trasalii. Quella breve frase diceva tutto.

"Devi perdere la partita contro Beatrice. Fai quello che ti ho detto, o ciò che è successo alla tua cara amica Claudia diventerà di dominio pubblico. Hai tre ore."

- Giulia l'ha letto? - chiesi, cominciando a tremare. Le tempie iniziarono a pulsare a sentii il sangue fluire al cervello. Claudia fece un altro cenno negativo.

- È ancora in campo? – chiesi con un filo di voce.

- Sì, sta ancora giocando. Me l'ha lasciato qui perché non voleva distrazioni. 

- Dobbiamo fare qualcosa.

Claudia non si muoveva.

- Claudia?

La vidi inspirare profondamente, cercando di ricomporsi.

- Dov'è Orlando? - chiesi, cercando di rimanere fredda in una situazione che lo rendeva impossibile. La mia amica era in stato catatonico, mentre le lacrime iniziavano a sgorgarle sulle guance.

Guardai l'orario sullo smart. Doveva giocare quel pomeriggio.

- Forse è ancora in campo - pensai. - L'avrà mandato tra un cambio campo e l'altro. Nessuno avrebbe sospettato di lui in questo modo, usare uno smart in campo  vietato.

- Beatrice, non può, non può farmi questo.

Claudia scoppiò a piangere furiosamente, stendendosi sul letto.

- Ma perché? Perché vuole che perda la partita di proposito? Perché Orlando vorrebbe questo?

- Abbiamo mai capito quali erano le sue intenzioni? Fa cosa apparentemente senza senso, ma che servono a lui.

- Cla, smettila di piangere! Nessuno scoprirà il tuo segreto! – risposi secca. Era arrivato il momento di prendere in mano la situazione. Lei si bloccò di colpo, leggendo nel mio sguardo l'urgenza di dover fare qualcosa. Si asciugò le lacrime.

- Come fai a saperlo?

- Perché questa storia finirà adesso.

- Bea, no! Io sto per entrare in campo, e ci incontriamo con Lucri alla fine della partita per decidere il da farsi. Hai aspettato fino ad oggi, puoi aspettare ancora.

- Aspettare cosa? Piangi, non reagisci, e mi chiedi di aspettare quando non c'è più tempo! Non ho chiuso occhio la notte prima della mia semifinale per colpa vostra! Ormai ho deciso, non mi fermerai.

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